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"Non è vero... ma ci credo" ai Vigilanti

Scritto da  Maria Gisella Catuogno Martedì, 17 Giugno 2014 07:28
Vi identificate con Gervasio se siete superstiziosi come lui o quasi: se entrate in crisi e fate gli scongiuri quando un gatto nero vi attraversa la strada o vi capita di rovesciare dell’olio o di rompere uno specchio; oppure ne prendete le distanze, commiserando con aria di superiorità il suo spirito irrazionale e il repertorio di gesti assurdi che compie per allontanare la malasorte.
Vi identificate con Gervasio se siete superstiziosi come lui o quasi: se entrate in crisi e fate gli scongiuri quando un gatto nero vi attraversa la strada o vi capita di rovesciare dell’olio o di rompere uno specchio; oppure ne prendete le distanze, commiserando con aria di superiorità il suo spirito irrazionale e il repertorio di gesti assurdi che compie per allontanare la malasorte, perché, al contrario, per voi la superstizione non esiste e la scaramanzia è una parola bandita dal vocabolario.
In ogni caso, con la “Compagnia del registro” e tutti i bravi attori che vi recitano, ma soprattutto con Gennaro Squillace nei panni del protagonista, il divertimento è assicurato!
Domenica sera, al Teatro dei Vigilanti, chi ha assistito alla commedia “Non è vero…ma ci credo” di Peppino De Filippo, ricevendo in omaggio, già al botteghino, un bel corno rosso di porcellana (non si sa mai!), di risate se n’è fatte parecchie e non ha esitato a credere che Squillace, nella vita docente di matematica all’ITCG Cerboni di Portoferraio,  il mestiere dell’attore l’abbia nel sangue!.
Sarà per il suo aspetto austero e tenero al contempo; sarà per la meravigliosa musicalità del dialetto napoletano; sarà per la sua capacità di riempire lo spazio scenico e organizzarlo, ma, davvero, chi non lo conosce potrebbe pensare che sia figlio d’arte e abbia respirato la polvere dei palcoscenici dall’infanzia.
Nella ricostruzione della vicenda, dall’ampia valenza educativa per l’inaspettato finale e la lezione che se ne può trarre, grande cura è stata posta nella scelta degli abiti, degli arredi e delle suppellettili.
Bravi dunque tutti gli attori, a partire dal giovane e promettente Andrea Vitello, studente del corso Iter, ma bravissimo Gennaro, al quale rinnoviamo i complimenti per aver scelto, per il secondo anno consecutivo, di aiutare, attraverso il teatro, una scuola sempre più povera di mezzi e di risorse.
Maria Gisella Catuogno                                                                                
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