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“L’amore significa fare spazio”. La filosofia di Vito Mancuso

Scritto da  Luciano Minerva Venerdì, 20 Febbraio 2015 09:32

 

“Fare spazio. Alla fine, a pensarci bene, l’amore significa fare spazio.” Già questa frase da sola può dare l’idea della creatività e della fertilità di un testo.
Lo spazio che il teologo laico Vito Mancuso dedica all’amore, uno spazio aperto e intenso di riflessione, di suggestioni, di riferimenti filosofici, teologici e letterari, è quello offerto in Io amo. Piccola filosofia dell’amore, libro che merita di essere letto e conservato. Perché probabilmente si avrà l’occasione di ritornarci, nelle diverse situazioni che di volta in volta ciascuno di noi si trova a vivere, per mettere l’accento sui diversi temi e sottolinearne parti diverse.
Parlare dell’amore, in tutte le sue forme, è per Mancuso parlare del senso della vita, perché l’amore ne è “la prospettiva privilegiata”: “è l’amore che più di ogni altra cosa attrae e orienta la mia volontà e il mio sentimento, conferendo senso alla sequenza anonima delle giornate”.
Il percorso narrativo del saggio inizia da quella freccia che lacera all’improvviso la nostra interiorità, a opera di Eros, che “introduce caos nel sistema ordinato dell’individuo”, per crearne uno nuovo a sua volta incalzato dal caos. E’ lo stesso movimento che ispira la natura dell’Universo, tanto da far vito Mancusoosservare a Leonardo da Vinci che “l’omo è detto da li antiqui un mondo minore”, ovvero una piccola rappresentazione dell’Universo.
Sulla stretta e continua correlazione tra ciò che avviene dentro di noi e nel cosmo, Mancuso imposta la sua filosofia dell’amore, che è fenomeno collegato alla forza cosmica, alla tendenza naturale degli elementi all’aggregazione, alla forza di coesione che agisce sugli atomi, sulle cellule e su tutti gli organismi (la stessa radice, org, di organizzazione e di orgasmo). “L’amore produce vita, noi siamo vita quindi siamo un prodotto dell’amore. Un prodotto della sua forza che spinge alla coesione gli elementi.“ In principio, dunque, è la relazione, la “carta costituzionale dell’essere”. “Ognuno di noi nasce dalle sue relazioni, vive nelle sue relazioni, è nelle sue relazioni.
Fenomeno di gravitazione universale, “l’amore porta il singolo a non essere più atomo ma a sussistere diversamente ponendo il suo centro vitale al di fuori di sé”. Le modalità in cui si presenta sono catalogate in tre grandi categorie: eros, attrazione del corpo, philìa, attrazione del sentimento, agàpe, attrazione dello spirito, che a loro volta si combinano tra loro in diverse forme. Gli “oggetti” che ci attraggono sono i più diversi, attraverso forme di amore personale e impersonale: da una singola persona alla Natura, dagli animali all’arte, dalle realtà storico-geografiche agli ideali, dall’amore per sé all’amore per Dio.
Percorrendo le varie tradizioni filosofiche e spirituali Mancuso osserva che da un lato insegnano la lotta contro il proprio sé, dall’altro ne insegnano la cura, in una continua ricerca dell’equilibrio tra il far bene a se stessi e il far bene agli altri, in un delicato equilibrio tra tendenze all’egoismo e all’altruismo. Anche il linguaggio comune rispecchia la contraddizione: c’è chi, sulla scia di Pascal, considera sempre sbagliato usare la parola “io” e chi (ed è evidente la posizione dell’autore con la scelta del titolo) la usa “per assumersi ogni volta in prima persona la responsabilità delle sue parole e delle sue azioni”.
Esplorate le modalità e definizioni, il percorso prosegue sulle strade dell’etica. E qui il teologo, dopo aver osservato la “amoralità” della cultura dominante, illustra ed esamina la morale sessuale cattolica, prendendo le distanze dalla “dottrina” ed esponendone chiaramente le contraddizioni: è una morale segnata da “un profilo intransigente segnato da una serie di no”, ha una concezione dogmatica, astratta, scolastica, libresca, propone “un sentiero ritenuto concretamente impercorribile anche da gran parte dei cattolici”.
Il libro illustra con cura e meticolosità le posizioni della Chiesa (che tiene ben distinte dalle sue personali) su regolazione delle nascite, masturbazione e rapporti prematrimoniali, divorzio e omosessualità (che lui preferisce definire omoaffettività). Dopo aver espresso fiducia nelle strade che potrà percorrere Papa Francesco (a partire dal “Chi sono io per giudicare?” sull’omoaffettività), Vito Mancuso si avventura in una bella invenzione letteraria con una spassosa lettera a chi motiva con i testi di San Paolo le posizioni di condanna dell’omosessualità. Lo fa applicando, per analogia, il “metodo letterale” ad altri temi etici e sociali. La pagina merita un’ampia citazione:
“Non sempre i governanti mi convincono, ma leggo in Romani, 131 che 'non c’è autorità se non da Dio. quelle che esistono sono stabilite da Dio'. Lei ritiene che valga anche per i governi italiani? Proprio per tutti?
Ho contratto di recente un mutuo con una banca ma ho scoperto che in Romani 1,8 sta scritto 'non siate debitori di nulla a nessuno'. Mi potrebbe cortesemente regalare del denaro così da non essere in debito né con la banca né con lei?
Ho cercato di seguire 1Corinzi 7,29 secondo cui 'quelli che hanno moglie vivano come se non l’avessero', ma mia moglie non si è mostrata molto d’accordo. Ha qualche suggerimento su come posso convincerla?
Il testo, scritto con grande chiarezza e con il piacere della divulgazione, si conclude con un’appendice di utili approfondimenti: l’amore come forza cosmica nel pensiero antico, elementi di storia della morale sessuale cattolica (dall’amore carnale che secondo Origene proviene da Satana all’uomo che per San Tommaso “diviene bestiale nel coito”), l’etica sessuale nelle maggiori religioni mondiali con tanto di tavole sinottiche di confronto.
Questa “piccola filosofia dell’amore” non pretende di rispondere alle eterne domande sull’amore, ma ne fornisce un panorama ampio e interessante, legandolo alla ricerca del bene e al superamento di quelle forme egoistiche che portano a patologie: “Tutti sono chiamati a lavorare sulla propria interiorità rendendola silenziosa, pulita, accogliente, per fare spazio e diventare spazio, e aprirsi alla grande trasformazione dell’ego richiesta dall’amore.”

 

Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell’amore, Garzanti, 2014, pp. 216, euro 14,90

 

Luciano Minerva http://www.elbadipaul.it/

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