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Polluce: Alberto Zei vuole risposte sui tesori mancanti

Scritto da  Alberto Zei Giovedì, 12 Marzo 2015 11:48

 

Alberto Zei, giornalista nostrano, una firma prestata alle testate della capitale, rilancia, con un articolo, interrogativi su di una storia appassionante che ha radici nella sua isola. Una vicenda da sceneggiato a puntate, con misteri, oscuri personaggi e colpi di scena che ruotano intorno ad un tesoro inestimabile finito nel mare di Capoliveri. Si trovava nella nave Polluce affondata nel 1841 al largo delle coste elbane, imbarcazione dell'armatore Rubattino che era partita da Napoli con a bordo decine di ricconi e nobili. Fuggivano dalle rivolte anti Borboni e volevano raggiungere Marsiglia portandosi dietro i propri tesori: centomila monete d'oro, 70.000 colonnati d'argento (moneta spagnola), oltre a lingotti e gioielli a iosa. L'imbarcazione faceva gola ovviamente e fu speronata dal Mongibello per essere saccheggiata, ma in 15 minuti i preziosi finirono a - 103 metri nel Tirreno, col relitto - scrigno della nave. Dopo 166 sono stati recuperati chili di monili, con alcune missioni, ma i preziosi furono anche rubati, nel 2000, in modo rocambolesco, da ladri inglesi. Cc e Scotland Yard scoprirono tutto e recuperarono parte del tesoro che era stato messo all'asta a Londra. Oggi, chi vuole vedere reperti del tesoro del Polluce, può andare alla mostra allestita a Capoliveri, ma pare sparita anche una stupenda farfalla carica di smeraldi. Ed ecco che Zei non ci sta e si fa portavoce della volontà popolare: vuol sapere le verità. E riportiamo integralmente l'articolo del giornalista “romano”.

 

Il tesoro del Polluce «una risposta a tante domande»

Qualche notizia di un preziosissimo gioiello del tesoro del Polluce che non figurava esibito in una mostra all’Elba

Sono state diverse e ripetute le richieste di chiarimento pubblicate negli articoli apparsi sulla stampa, non solo locale, circa la mancata esibizione alla mostra di Capoliveri nella scorsa primavera, della farfalla in oro del Tesoro del Polluce; gioiello in oro, tempestato da una quarantina di smeraldi del quale però, sembrano rimaste solo le foto.
Sul caso Polluce va detto che far chiarezza almeno su quest’ ultimo misterioso fatto, è il minimo di quanto la stragrande maggioranza dei cittadini implicitamente richiede poiché oltre alla beffa iniziale di un furto avvenuto sotto il naso a casa nostra, con le modalità di una favola raccapricciante, il caso Polluce ancora si protrae, come per la spilla che non c’è, con piccole o meno piccole incomprensioni.
La Soprintendenza, istituzionalmente competente, a cui erano implicitamente rivolte in questi articoli le domande di chiarimento, ha finora preferito il silenzio.
Si tratta di richieste senza risposta, come se coloro che fino adesso hanno posto le domande non fossero meritevoli di ricevere spiegazioni.

 

Una voce nel deserto
Si può pensare che questo silenzio possa essere stato mantenuto perché il Sindaco Barbetti, evidentemente persona informata sui fatti, come si suol dire, ha lui stesso fornito a fronte di tanto pubblico interessamento, una parziale risposta.
Il Sindaco di Capoliveri è stato infatti, inaspettatamente l’ unico a dare qualche delucidazione, probabilmente per il fatto che la mostra dei gioielli del Polluce di cui si parla, si è svolta in quella cittadina.
Il Sindaco sembra pertanto informato su molto di più di quanto i richiedenti di notizie e i cittadini in generale, finora sono riusciti a sapere.
Scrive infatti Barbetti in un articolo apparso il 30 aprile in Elba Report dello scorso anno.
“Il catalogo dell’asta (Nixon Noonan Webb di Londra, n.d.r.), asta che non avverrà mai, riporta diversi oggetti (non solo gioielli) di cui la polizia inglese non ha trovato riscontro: la ormai diventata famosa spilla di cui si è parlato in questi giorni è uno di questi”.
Quanto occorre ancora sapere.
Ma allora lo stesso Barbetti potrà dire come ha potuto confrontare la differenza tra il catalogo d’ asta e il documento di cui rileva che “la polizia inglese non ha trovato riscontro”.
E ancora, ma non è la stessa cosa, dove si trova questo documento di Scotland Yard nel quale egli ha potuto confrontare con le voci di catalogo d’ asta, quelle dei gioielli sequestrati e inventariati dalla polizia inglese per la restituzione all’ Italia, di cui però mancherebbe la famosa spilla, e non solo?

 

Alberto Zei
www.PaeseRoma.it

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