Stampa questa pagina

Gaetano e la partenza delle barche al Palio Remiero Elbano

Scritto da  Michele Melis Giovedì, 01 Giugno 2023 10:32

Estratto dal capitolo 8 del libro di Michele Melis “L’amico rivale” in uscita il mese prossimo.

(NDR  dopo questa prima  "anticipazione"  pubblicheremo nelle prossime settimane altri tre "estratti" del lavoro di Melis che sarà ufficialmente presentato il prossimo 1° Agosto)

 

Le polemiche e le discussioni non si contavano più.
Addirittura, nel corso di una infuocata riunione di Comitato al Grigolo, il Presidente del Comitato stesso, Gaetano Donati - un personaggio preso in prestito dalla mitologia il quale, tra le mille cose che ha fatto in vita sua, in quel periodo faceva anche karate - lasciò andare in perfetto stile un calcio a mezza vita al suo figliolo, reo di alto tradimento: aveva osato contraddirlo.
Non è che lo contraddisse, gli dette proprio addosso.
Prima di entrare nel dettaglio e raccontare l’episodio, è doveroso raccontarne un altro po’, poiché il personaggio in questione (Gaetano) va un attimino inquadrato.
In quegli anni la procedura di partenza, nel Palio Remiero, era regolata dal Presidente del Comitato, Gaetano Donati, che a bordo della barca della giuria, perfettamente allineata alle boe, metteva in riga le imbarcazioni richiamandole all’ordine servendosi di un megafono (che teneva nella mano sinistra) e, quando il momento era propizio, dava il via, sparando in cielo un potente razzo con l’apposita pistola (con la mano destra). Allo scoppio del razzo, le barche sarebbero partite.
Sennonché, in quel clima di roventi polemiche, nessuno si voleva far fregare da nessuno, anzi, ogni circostanza era buona per rubacchiare qualcosina sugli altri.
Infatti, gli ordini di Gaetano, sia pur perentori, non sempre venivano eseguiti alla lettera.
Nel senso che, le due-tre barche vicine a lui gli davano retta come il chierichetto dà retta al prete, ma quelle più lontane (dalla corsia quattro in poi) facevano spesso orecchie da mercante.
E Gaetano imperterrito: «corsia 5 indietro!».
Niente.
Allora si irritava, alzando i toni: «corsia 5 indietrooo!».
Niente.
Così, per far arrivare il messaggio forte e chiaro, chiamava la barca per nome, alzando ancor di più il volume: «GUARDIOLA INDIETROOO!».
Niente.
A quel punto perdeva le staffe e, ai richiami vocali, aggiungeva il gesticolare: additava la barca incriminata e le faceva plateali segni di retrocedere.
Additava la barca? E con che mano?
La sinistra era sacra, poiché con quella sorreggeva il megafono e da lì doveva uscire la voce del padrone.
Additava allora con la destra? Con la pistola e tutto? Eh già.
Dunque, di fatto, puntava la pistola col razzo in canna verso le barche e sbracciava furiosamente.
Panico.
I membri degli equipaggi delle barche vicine a lui (i chierichetti), vedevano seriamente minacciata la propria incolumità e, d’istinto, cercavano riparo aggrappandosi al remo e si rannicchiavano, assumendo un’assurda posizione fetale.
La provvidenza divina ha sempre voluto che, in quei mulinelli, Gaetano tenesse i nervi saldi, tranne quella volta.
Quella volta a San Giovanni il colpo gli partì davvero: il razzo fece “ciattella” sull’acqua e per fortuna non fece danni. Però non esplose.
Sicché Gaetano non si scompose di un millimetro e passò immediatamente al piano B. Avvicinò il megafono alla bocca e, con tutta la voce che aveva in corpo, fece: «Via! Via! Via! Ehhh!».
Le barche partirono alla spicciolata, perché in quella concitata situazione quasi nessuno ci capì qualcosa, tant’è che la gara fu interrotta a metà lato.
Il vogatore di una barca, Marcello Rossi, riferito alla partenza esclamò: «Gaetano! Così però ‘un è bona!».
«Ohhh! Cacchio Rossi rema ehhh! ‘Un hai mai sentito parlà di cilecca?».

 

Michele Melis

 

capitolo 8   foto 10   gaetano pistola4

Gaetano Donati spara il razzo, le barche partono

 

capitolo 8   foto 11   gaetano pistola7

Gaetano Donati ha appena sparato il razzo (si vede la nuvoletta di fumo bianca)

 

capitolo 8   foto 12   capo bianco arrivo 2

Arrivo vittorioso del Capo Bianco 2. Perché Gaetano, il razzo, lo sparava anche all’arrivo

 

capitolo 8   foto 13   Marcello Rossi

Marcello Rossi (1961-2013) oltre ad essere stato un capovoga formidabile sulla barca dei Vigili del Fuoco, ha rappresentato l’esempio del “pompiere perfetto”: aveva conseguito ogni brevetto possibile ed era un eccellente istruttore. La caserma di Portoferraio è intitolata a suo nome

 

Nella foto di copertina: Gaetano Donati impegnato nella procedura di partenza, col braccio alzato, pronto a sparare il razzo

Vota questo articolo
(14 Voti)
Ultima modifica il Venerdì, 02 Giugno 2023 11:20

1 commento