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La processione del Venerdì Santo a San Piero e Sant'Ilario: un rito antico tra fede e tradizione

Scritto da  Gian Mario Gentini Lunedì, 18 Marzo 2024 09:08

Alle prime luci dell'alba del Venerdì Santo, un'aura di solenne silenzio avvolgeva la Chiesa Parrocchiale di San Piero. Un corteo processionale si snodava lentamente, quasi in punta di piedi, verso il borgo di Sant'Ilario. Lo stendardo della Confraternita della Natività di Maria Santissima di San Piero, come un araldo silenzioso, apriva la marcia, seguito dal Calvario, una croce lignea che portava i segni della Passione: la lancia, i dadi, la mano insanguinata, il velo della Veronica, il gallo e la palma.

 

Una seconda croce, illuminata da lampade votive, rischiarava il cammino per i confratelli incappucciati che la sorreggevano. Altre croci di varie dimensioni, tra cui una di castagno raffigurante il Cristo crocifisso, completavano il corteo. Il coro intonava canti liturgici solenni - il Piangi, lo Stabat Mater, il Miserere, il Vexilla Regis e le Piaghe - che permeavano l'atmosfera di un'austera mestizia.

 

La processione si snodava lungo le vie del paese, diretta verso la Chiesa di Sant'Ilario. Come un fiume di dolore e devozione, attraversava le piazze silenziose, i vicoli bui e le strade illuminate dalle prime luci del mattino. Giunta a destinazione, la processione si soffermava per la recita di preghiere e la visita al Sepolcro allestito all'interno della Chiesa.

 

Dall'altra parte, la Confraternita del SS.mo Rosario di Sant'Ilario muoveva in processione verso San Piero. I due cortei, diretti verso i rispettivi borghi, si incontravano a metà strada, in un luogo denominato l'Accolta. In passato, questo incontro era un momento di tensione. La rivalità tra le confraternite e tra gli abitanti dei due paesi era accesa e poteva sfociare in scontri verbali e non solo.

 

Questioni di prestigio, vanto e precedenze alimentavano questa competizione. Era fondamentale mostrare la migliore organizzazione, l'efficienza e il lustro maggiore agli occhi degli astanti, delle autorità locali e di quelle ecclesiastiche. Le confraternite assumevano anche un ruolo politico, diventando terreno di scontro per il potere locale.

 

Testimonianze storiche documentano episodi di tensione durante le processioni del Venerdì Santo. Ad esempio, nel 1774 la signora Sebastiana Canata di Sant'Ilario fu condannata a pagare una multa per aver danneggiato alcuni lampioni durante la processione.

 

La sera del Venerdì Santo, un'altra processione si svolgeva per le vie dei due paesi. A San Piero, i confratelli incappucciati, con le insegne e i lampioni, accompagnavano la croce del Gesù morto, affiancata dalla statua della Madonna Addolorata, sorretta dalle donne. I canti e le preghiere accompagnavano questo momento di profonda devozione, che concludeva le solenni celebrazioni del Venerdì Santo.

 

Nelle buio silenzioso, le processioni di San Piero e Sant'Ilario, con i loro canti e le loro luci, rappresentavano un momento di raccoglimento e di riflessione sulla Passione di Cristo, unendo le comunità in un dolore comune e in una speranza condivisa.

 

Gian Mario Gentini

 

processione venerdi santo s piero (2)

 

processione venerdi santo s piero (3)

 

Note di riferimento:

• Natività di Maria SS.ma di San Piero di Fersini Fabrizio

• Archivio della confraternita di San Piero, Articoli di regolamento del 1835, Capp. IV. IX.

• Archivio della confraternita di San Piero, Libro delle entrate e uscite dal 1757 al 1863, Revisione dei conti dell'8 settembre 1774

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Ultima modifica il Lunedì, 18 Marzo 2024 09:13