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Portoferraio 23 novembre 1796. Grave infezione epidemica contagiosa del bestiame bovino

Scritto da  Marcello Camici Venerdì, 26 Aprile 2024 11:15

L’anno 1796 è per l’Elba caratterizzato da due avvenimenti: uno, noto, ed è che Portoferraio subisce lo sbarco delle truppe inglesi in risposta all’occupazione di Livorno da parte delle truppe francesi comandate da Napoleone nella sua prima campagna d’Italia e un altro, meno noto, e cioè che una malattia epidemica contagiosa si è diffusa nel bestiame bovino del granducato di Toscana che non risparmia l’Elba.
Per tale motivo, il 23 novembre 179, Pandolfo Spannocchi, soprassindaco della Camera delle Comunità in Firenze, scrive una lettera in stampa all’Auditore (giudice del tribunale) e anche Cancellerie comunitativo di Portoferraio relativa alla grave epidemia bovina presente con annessa una “istruzione” in stampa “diretta a porre prudentemente in uso le cautele e tentativi prima di procedere all’uccisione delle bestie sospette d’infezione” con invito a distribuirla ai “medici, ai deputati comunitativi, ai migliori e più intelligenti possessori di bestiame bovino non meno che ai parrochi per loro regola”.

 

A questa lettera allega la “istruzione”. In questa si danno istruzioni sui segni e sui sintomi con i quali riconoscere se l’animale è affetto dalla malattia contagiosa epidemica dei bovini.
La “istruzione”, è carta di archivio interessante non solo in quanto porta alla conoscenza di un episodio sconosciuto della storia dell’Elba ma anche in quanto documento di medicina veterinaria del settecento.
La “Istruzione” è ricca di segni e sintomi con cui si manifesta la malattia (semeiotica veterinaria) ma anche di principi di cura (terapia veterinaria).
Si tratta di epizootia bovina.


Questo il documento integralmente trascritto

“ISTRUZIONE

La deputazione istruita sopra gli oggetti di Epizootia considerando che i Regolamenti pubblicati con la Notificazione de’ 22 e col Motuproprio de’ 30 ottobre decorso sono principalmente appoggiati ai medici e chirurghi eletti per la corrente epidemia bovina , confidando nel loro zelo, sapere e attività è venuta nella determinazione di avvertire ognuno con la presente Istruzione, dei segni più generali e che possono competere ad altre malattie non contagiose e per le quali si può intraprendere la cura, e sospenderne l’uccisione (rimanendo per altro in vigore tutte le precauzioni prescritte dalle leggi); come pure di indicare i sintomi più pericolosi e più certi dell’Epizootia, all’apparire dei quali, si deve immediatamente uccidere la bestia malata come ordina il citato Motuproprio de’ 30 ottobre.
Dalle relazioni pertanto avute di fuori e dalle osservazioni fatte sulle bestie malate o morte nel Granducato si rileva che i sintomi o segni cha accompagnano la malattia contagiosa delle bestie bovine () sono che le bstie malate allentano il mangiare o lo lasciano affatto come pure il ruminare,abbassano la testa e gli orecchi: rizzano il pelo ed hanno dei tremori principalmente a toccarle. Si sente la loro pelle alquanto fredda, ma di poi si riscaldano,manifestando un senso di calore febbrile, più manifesto al collo alle spalle al capestro alle corna. Gli occhi sono spesso affossati e cispiosi. Mostrano di essere coricate volentieri. In seguito le orine si fanno scarse torbe e di colore di caffè: le mosse del corpo frequenti, liquide verdastre fetenti e spesso miste di sangue. Incominciano altresì a colare muco e bava dalla bocca, dal naso, con bocca e lingua infiammate, ed ora viscose e conati fetidi. Si manifesta il respiro affaticato o affannoso e renitenza a cavar fuori la lingua; finalmente non sono più capaci di reggersi in piedi: gli si fredda la pelle, il pelo cede facilmente a tirarlo e muoiono nel quarto, nel sesto, nel nono e fino al ventesimo giorno della malattia, ad alcune gli gonfia molto il ventre, altre gettano sangue dal naso e altre hanno l’ano infiammato e gemente materia sanguigna. La sezione dei cadaveri delle bestie gravemente malate o morte della malattia epizootica ha dimostrato spesso l’ingorgo di sangue al cervello e alle corna: infiammazione del polmone e dell’aspera arteria, la quale, con la laringe, è stata ritrovata coperta di una crosta coriaceo giallastra o con angina cancrenosa. Il fegato costantemente di colore giallo croceo, spesso infiammato e gangrenato o facilmente dissolubile.La milza più o meno infiammata. I ventri qualche volta infiammati e gangrenati principalmente il retto.
Questi sono i sintomi, i quali in maggior o minor numero ed intensità sono stati osservati finora nelle bestie malate: molti di essi essendo comuni con altre malattie non epidemiche, la prudenza dei medici e chirurghi curanti, farà loro bastantemente comprendere che non è necessario che tutti predetti sintomi si riscontrino in un individuo malato e basta che ve ne sia un tal complesso da manifestare l’indole della malattia.
Che perciò i segni generali della febbre cioè di allentare il mangiare, di abbassare gl’orecchi, di avere dei tremori, e del calore, di coricarsi e simili, non dovranno subito dare indizio certo di malattia contagiosa e se ne potrà intraprendere e continuare la cura anche quando comparisca la diarrea e si potrà sospendere l’uccisione. Subito per altro che si veda che l’animale non risente vantaggio dagl’apprestati rimedi o che si manifestano i sintomi più gravi quale è quello della difficoltà di respiro o con alito fetente o lingua o fauci infiammate oche la dissenteria fosse ostinata o che l’animale non fosse capace di reggersi in piedi allora si deve lasciare ogni tentativo e si deve procedere all’uccisione interramento e spurgo come ordina il Motuproprio suddetto.
La deputazione non lascia di inculcare i metodi preservativi e curativi espressi nelle leggi suddette ai quali per incoraggiare lo zelo e la vigilanza dei medici o chirurghi curanti non manca di aggiungere che costa alla medesima ed in qualche parte della Toscana,dove le bestie erano malate con sintomi più miti ne sono guarite alcune con la cavata di sangue o con i lavativi e che in altri luoghi alcune attaccate da più feroci sintomi sono state guarite con l’abbondante uso di canfora sì per bocca che per lavativo.
Inoltre siccome i setacei, o setoni, o lacci, i cauteri o vescicanti o qualunque altra piaga, o scolo praticato esternamente, si trovano proposti da moltissimi Autori come utili preservativi e rimedi per le malattie contagiose; così la Deputazione per non tralasciare alcuna cosa, che possa essere vantaggiosa al trattamento curativo, o preservativo, rimette ai suddetti medici e chirurghi la facoltà di fare uso di detti lacci o setoni nelle bestie malate, o non malate, quando essi gli credano opportuni. E sopra tutto venir inculcato di usare tutta la possibile circospezione e diligenza nella sezione dei cadaveri bovini, acciocchè una tale operazione non possa recare nocumento alcuno alla estensione del contagio.”

(Filza “Istanze e negozi della comunità del Forno” C29. Fascicolo C29. 1“Lettere ed ordini di comunità dal luglio 1794 a tutto novembre 1797”. Carta senza numero di pagina. Carteggio magistrale. Archivio preunitario del comune di Portoferraio. Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800. Archivio storico comune di Portoferraio)

 

FOTO 1,2

 

Le istruzioni veterinarie sopra riportate agirono positivamente. Infatti nel settembre del 1798 arriva all’Auditore e cancelliere di Portoferraio una “Notificazione “in stampa nella quale si annunzia che la malattia bovina contagiosa epidemica è del tutto estinta:

 

“NOTIFICAZIONE
Sua Eccellenza il consigliere intimo attuale di stato e presidente del buon governo in esecuzione degli ordini veneratissimi di S.A.R. partecipatigli con biglietto della R. Segreteria di Stato de’ 31 del decorso agosto fa pubblicamente notificare, come la R.A.S. informa che l’epizootia la quale ha attaccato ultimamente il bestiam bovino d’alcune parti del territorio della Repubblica Cisalpina e del Parmigiano è presentemente del tutto estinta, vuole, che per l’avvenire possa introdursi liberamente nel Garnducato il bestiame bovino procedente dai suddetti territori come se provenisse da qualunque stato limitrofo….”

(Filza ”Circolari e ordini del Sig Soprassindco dal 1797 a tutto il 1801” Gia c31.Carta senza numero di pagina. Ordini e bandi. Archivio storico comune di Portoferraio)

 

Marcello Camici

 

notificazione

 

Foto di copertina - AVANTI/RETRO Filza “Istanze e negozi della comunità del Forno” C29. Fascicolo C29. 1“Lettere ed ordini di comunità dal luglio 1794 a tutto novembre 1797”. Carta senza numero di pagina. Carteggio magistrale.Archivio preunitario del comune di Portoferraio. Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800. Archivio storico comune di Portoferraio.

 

Foto 2 - Filza ”Circolari e ordini del Sig Soprassindco dal 1797 a tutto il 1801” Già c31. Carta senza numero di pagina. Ordini e bandi. Archivio storico comune di Portoferraio.

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Ultima modifica il Venerdì, 26 Aprile 2024 11:27