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La Palomar distribuirà il film sul carcere di Porto Azzurro " Il Volto della Medusa"

Scritto da  Domenica, 27 Maggio 2012 01:10

L’Auditorium del Centro Culturale De Laugier si è riempito ieri sera per la proiezione del film documentario di Donata Gallo, “IL VOLTO DELLA MEDUSA”, girato all’interno dell’Istituto penitenziario di Porto Azzurro. 
Il film era stato presentato a novembre scorso in anteprima nazionale al Festival Internazionale del Cinema di Roma nella sezione Off-Doc documentari indipendenti e di ricerca e ha avuto un bel successo

L’auditorium del Centro Culturale De Laugier si è riempito ieri sera per la proiezione del film documentario di Donata Gallo, “IL VOLTO DELLA MEDUSA”, girato all’interno dell’Istituto penitenziario di Porto Azzurro. 
Il film era stato presentato a novembre scorso in anteprima nazionale al Festival Internazionale del Cinema di Roma nella sezione Off-Doc documentari indipendenti e di ricerca e ha avuto un bel successo.

Grazie al Comune di Portoferraio, alla collaborazione dell’Associazione culturale  Elbareport e dell’Amministrazione penitenziaria è stato possibile vedere il film anche all’Isola d’Elba. 

Dopo l’intervento introduttivo dell’Assessore alla cultura di Portoferraio Antonella Giuzio, il nuovo Sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni, alla sua prima uscita pubblica, ha apprezzato l’iniziativa e ha promesso di fare una seconda proiezione del film proprio nel Comune che ospita il carcere. Sono intervenuti anche rappresentanti dell’Amministrazione Penitenziaria, protagonisti nel film, e la regista Donata Gallo che ha annunciato l'intenzione della Palomar, (la stessa produttrice di Gente di Mare e del Commissario Montalbano) di distribuire il film.

 Poi il vero protagonista della serata è stato il film. Donata Gallo ha preferito lasciare la parola alla sua cinepresa. Il lavoro non è stato semplice, ci ha detto, per le ristrette possibilità di manovra dovute al regime carcerario. Ma la sapiente scelta delle immagini e delle situazioni ha messo a fuoco le questioni chiave: le difficoltà economiche del sistema carcerario, la burocrazia che assilla anche un carcerato, la contraddizione tra la necessità di recludere un soggetto che ha sbagliato per punirlo e la difficoltà a raggiungere risultati di reinserimento nella società proprio per colpa degli effetti psicologici della reclusione.  Tangibile la paura e l’angoscia che gli agenti assorbono quotidianamente in un ambiente in cui una parola sbagliata o un permesso rifiutato possono scatenare una rivolta o un suicidio, così come la felicità di un detenuto che ottiene gli arresti domiciliari.

La platea è rimasta colpita e ha fatto domande. La cinepresa di Donata Gallo  ha raccontato la vita del carcere senza filtri, senza finzioni e retorica. Scene di realtà in presa diretta, senza attori, solo detenuti, agenti educatori, funzionari che vivono e soffrono una realtà difficile non solo per chi sta dietro le sbarre ma anche per chi le deve tenere chiuse.

 

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