Stampa questa pagina

L’arte di parlare e quella di ascoltare

Scritto da  Luciano Minerva Mercoledì, 16 Aprile 2014 06:09

“Mai come oggi il mondo avrebbe bisogno di maestri di silenzio e mai come oggi ce ne sono così pochi. Bisognerebbe averli nelle scuole: ore dieci, lezione di silenzio. Una lezione difficile perché, sintonizzati come siamo sulla costante cacofonia della vita nelle città, non riusciamo più a ‘sentire’ il silenzio.” Parte da queste parole di Tiziano Terzani, da Un altro giro di giostra, il percorso di oggi, dedicato a un uso consapevole della comunicazione. (Se ne può ascoltare una sintesi nella pagina di Incontri Rainews di 12’.)

Una guida alla comunicazione non violenta
C’è un prezioso libro-guida sulla comunicazione, quella di tutti i giorni, quella che ci avvicina o ci allontana dagli altri. E’ Le parole sono finestre [oppure muri], Introduzione alla Comunicazione Nonviolenta,  di Marshall B. Rosenberg.
Nel 1943, quando la sua famiglia si era da poco trasferita a Detroit, in Michigan, l’autore si trovò barricato in casa perché il suo quartiere fu al centro di scontri razziali con quaranta morti in pochi giorni. Da allora ha messo al centro della sua vita il tema dell’empatia e la domanda, di origine gandhiana, su come restare empatici anche nelle circostanze peggiori. Il libro è dunque un percorso per “ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi e ascoltiamo gli altri”, perché la prima cosa che ci allontana dagli altri è il modo in cui comunichiamo. Un modo che a noi sembra “naturale” e che spesso è semplicemente meccanico, automatico, inconsapevole. Abbiamo appreso fin da piccoli – scrive Rosenberg - forme di “comunicazione che ci aliena dalla vita”, che feriscono noi stessi e gli altri. Succede, ad esempio, quando mescoliamo osservazioni e giudizi, quando esprimiamo desideri in forma di pretese, quando attribuiamo tutte le responsabilità agli altri. Se davvero vogliamo connetterci agli altri, dobbiamo “sviluppare un vocabolario di sentimenti che ci permetta di descrivere le nostre emozioni con chiarezza e specificità”. Un esempio: “Mi sento frainteso” o “mi sento ignorato” esprimono più una valutazione dell’altro, che un sentimento: possiamo essere compresi meglio, senza difese e resistenze dell’Altro, se usiamo invece espressioni più corrispondenti a stati d’animo, come “mi sento ansioso o infastidito”, o “addolorato”. 

Dizionario delle parole per esprimere sentimenti
Tra le pagine più interessanti ce ne sono alcune con elenchi e campionari di vocaboli, con tutte le possibili sfumature, sui sentimenti che proviamo quando i nostri bisogni sono o non sono soddisfatti. Ce n’è per tutti i gusti, dal perplesso allo sbigottito, dal baldanzoso allo stregato, dal rasserenato al ristorato: un dizionario ben più ricco ed efficace di quello un po’ semplificato e un po’ becero cui ci hanno abituato da qualche decennio i politici usi a tranciare giudizi, a insultare e a rottamare, i media e gli stessi emoticon stereotipati dei social network uniti ai banalissimi e abusati Mi piace e Non mi piace. 
Il percorso di Rosenberg prosegue attraverso i temi dell’autostima, del perdono, dell’espressione della rabbia, del saper vedere, anche nel lavoro più duro, l’elemento del gioco. Porre attenzione alla comunicazione con gli altri porta direttamente alla comunicazione interiore, quella con noi stessi, che è quasi sempre il vero punto debole da cui tutto ha origine.

Ascoltare con tutti i sensi. L’esempio di Momo e il libro di Torralba

C’è un altro libro, con un percorso analogo e complementare a questo, che mi ricorda la più bella descrizione di ascolto che abbia mai incontrato, in Momo, di Michael Ende (l’autore de La storia infinita), un libro per tutte le età da non perdere, ritrovare, rileggere, conservare. La descrizione inizia così:  “Momo sapeva ascoltare in tal modo che ai tonti, di botto, si affacciavano idee molto intelligenti. Non perché dicesse o domandasse qualche cosa atta a portare gli altri verso quelle idee, no; lei stava soltanto lì e ascoltava con grande attenzione e vivo interesse.”.  (Per il seguito vedi qui.)

Ma se Momo, per fortuna, si trova ancora, non è così per L’arte di ascoltare. Manuale pratico per apprezzare il silenzio e dare valore alle parole, di Francesco Torralba, long-seller in Spagna, pubblicato in Italia sei anni fa, un’eternità per l’editoria frullatutto di oggi, e quindi già “fuori catalogo”. Merita comunque di essere ricordato, e consigliato a chi legge lo spagnolo o a chi vuole cercarlo in biblioteca o in prestito. “La vita inquieta che conduciamo – dice Torralba nella premessa, - ci rende difficile praticare l'ascolto, non tanto per motivi esterni, quanto per motivi che affondano le radici nella nostra interiorità. C'è troppo rumore. Rumore dentro e fuori. Il rumore provoca incomprensioni, attriti, malintesi. Il rumore ci costringe a gridare più forte, rendendoci quindi sordi alle voci più flebili.” Sono quaranta capitoli-lezioni sull’ascolto di se stessi e degli altri, dove ascolto “non è semplice passività, ma saper rimanere in disparte, praticare la discrezione, essere ricettivi verso gli altri.”

Quest’ascolto è totale, coinvolge tutti i sensi, non solo l’udito, per cogliere l’Altro nella sua complessità e originalità. Dobbiamo ascoltare tutti, naturalmente, ma in particolare cinque categorie di persone, a ciascuna delle quali corrisponde una qualità originale da cui possiamo apprendere: l’innocenza dei bambini, l’esperienza degli anziani, la serietà dei malati, la trasparenza degli amici, la felicità dei saggi. (Più controcorrente di così….)
Torralba ci invita “a un’alleanza contro il rumore che ci disumanizza” e ci mette in guardia dal “divenire ostaggio della potenza dell’urlo”. Non solo quello degli altri, evidentemente, ma quello che ogni giorno, nelle forme più diverse, si riflette ed echeggia dentro di noi, finché non ce ne rendiamo davvero conto.

E poiché questo prezioso libro di Francesco Torralba è ormai pressoché introvabile, chi vuole può trovare qui una breve ed essenziale selezione di brani.

 

 

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, Viaggio nel bene e nel male del nostro tempo, Longanesi, 2004 (euro 18,60) e Tea 2008 (euro 12), pp. 508
Marshall Rosenberg, Le parole sono finestre [oppure muri], esserci edizioni, 2003, pp. 256, euro 16,90
Michael Ende, Momo, Longanesi, 1984, pp. 256, euro 17,60
Francesco Torralba, L’arte di ascoltare, Rizzoli, 2008, pp.208, euro 14

 

Luciano Minerva
http://www.elbadipaul.it/

Vota questo articolo
(0 Voti)