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A Sciambere: il giorno delle balene e delle piattole

Scritto da  Giovedì, 04 Settembre 2014 19:28

Tra le cose particolari di questo scoglio c'è la tassonomia (assessore no, le imposte ed Equitalia non c'entrano).
Cari foresti: se un elbano vi dice che sul muro c'è una tarantola,  non pensate di scorgere un velenoso aracnide, vedrete al suo posto un pacifico geco, e se vi dice che il paese è pieno di piattole, non vi allarmate di fronte a quella che supporreste ad una massiva scarsa igiene (unita alla licenziosità dei costumi) degli isolani che li ha resi tutti o quasi infestati da "pediculus pubis".
Con piattola (o piattolone) qui si indicano blatte, scarafaggi, mentre il poco gradito ospite delle più intime regioni anatomiche tra noi selvaggi elbanesi è definito "piattone".
Ciò chiarito a mezza giornata ci è sorto un interrogativo:
C'è qualcosa di più differente di una piattola (nell'accezione ferajese) e una balena?
Appartengono allo stesso regno animale, ma per quanto una sia gigantesca l'altra è piccola, per quanto una ispiri ammirata commozione, l'altra trasmette schifo e raccapriccio, per quanto una maestosa fenda le incontaminate acque, l'altra sguazza e prospera nelle più fetenti fogne, per quanto una si mostri gioiosa alla luce del giorno l'altra si trova bene nelle tenebre con le quali si attiva per compiere insinuandosi subdola i suoi sudici traffici.
Ciononostante oggi 4 settembre è stato contemporaneamente il giorno delle balene e delle piattole per gli abitanti della città di Cosimo. Sui maestosi cetacei abbiamo abbondantemente scritto e riferito, sui repellenti insetti va detto che in nottata era stata compiuta una meritoria opera di disinfestazione nel centro storico ferajese.
Gli avvelenatori per giusta causa hanno fatto un ottimo lavoro, e non dovevano essere loro a risolvere l'effetto collaterale, che si è manifestato al mattino quando, sulle pietre di parecchie vie e viuzze della Città di Cosimo, facevano bella mostra di resti mortali di piattoloni ammassati o sparsi come le trecce morbide di Ermengarda, senza che nessuno si preoccupasse di spazzarli via per ore e ore, per il giubilo di locali e (schifati) visitatori.
Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni del disservizio tra cui quella più spiritosa e degna di menzione è stata quella di un amico che ha detto: "Ma non è che, con tutti questi cadaveri in tera, pe' portalli via aspettano che vengano i carabinieri a fa' i rilievi?"

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