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A Sciambere Vignettato: simboli e miti d'Africa e telematica del Katanga:

Scritto da  Cush - Angelo Mazzei - Sergio Rossi Giovedì, 15 Gennaio 2015 03:20

La bandiera dei ribelli congolesi sventola sul porto turistico di Cosimo de' Medici, come a dire "occhio!" al lusso sfacciato dei barconi dei potenti. Un capolavoro di telematica subliminale. 

La telematica è probabilmente la scienza per antonomasia, in quanto è quella che permette di trasportare informazioni da un soggetto mittente ad un destinatario. 
Probabilmente - se si escludono i linguaggi dei gesti e orali - la prima forma di telematica in quanto tecnica di trasporto dei dati, è stata la bandiera. Infatti la bandiera, con i segnali di fumo, nasce per comunicare presenza o assenza di pericolo A DISTANZA, in mondo che chi arriva da lontano possa essere messo al corrente della situazione in loco senza doversi avvicinare. Lo spazio viene praticamente ridotto a "zero" nell'era moderna, grazie all'invenzione della radio, del telefono e quindi della televisione. Ma la vera rivoluzione ha inizio negli anni '70 del secolo scorso quando i primi calcolatori (computer) si trasformarono  in BBS (Bulletin Board System), attraverso una linea telefonica cominciarono ad essere in grado di scambiarsi dati A DISTANZA. Il resto è storia dei giorni nostri. Internet, poi IRC, quindi 
il mitico Netmeeting e le sue videoconferenze, ICQ, e le chat e i blog. Infine i social network. Per una evoluzione che sembra lontana dal suo punto d'arrivo. 
Ma probabilmente lo scoglio infame rimane grazie al mare esente dalla civilizzazione tecnologica. Forse è un meccanismo di difesa del suo bellicoso popolo. Forse è una mossa  preventiva, qualora i potenti del continente, oltre alla sanità, ai soldi delle tasse, ai posti di lavoro, decidessero di togliere agli elbani anche la corrente elettrica. 
Beh, sappiano, lor signori, che sull'isola ancora si sa comunicare a distanza, con bandiere e segnali di fumo.
Angelo Mazzei


Caro Angelino 
Ho molto apprezzato la divulgatrice "sintesi telematica" (Wikipedia ti fa una pippa), un po' meno il retrogusto vagamente "elbaglielbanista" degli ultimi sorsi del tuo scrivere, che mi sorprende riscontrare in un pugginco, sì, ma di buone letture e cosmopolita cultura, ed immune perciò da suggestioni gorillaie.
Mi corre quindi l'obbligo di riprendere quello che già significai a Ruggero: affibbiamo pure tutte le responsabilità che si meritano ai continentali, ma facciamoci anche carico delle nostre che non mi paiono né poche né irrilevanti.
Di tonti come perchie, di "gnoranti" come la mitica capra dello Scaglieri, di mardole e altre bestiacce rapinose ne abbiamo una abbondante produzione locale (oltre che averne inportate già  un bel numero), non c'è alcun bisogno che ne vengano delle altre di rinforzo da fuori, a farci del male! Sappiamo benissimo farcelo da soli! 
Come chiudere 'sto pezzo? Ah..Trovato: 
"Viva il Congo libero e proletario e Viva le tribù degli otto pollai elbani, siano esse riconducibili alla etnia degli utu ciucciaostie o dei tutsi ingrembiulati,  Viva sempre viva, queste micro-nazioni  su tutto divise (tra coccolonsuisti e coccolongiuisti, tra zeccaroli e pippogei, tra vaporinedicolanti e pseudoruderofili, tra camposegapini e ferajomacondombrellisti) ma graniticamente unite nella volontà di restare sparpagliate, riuscendo nell'ardua impresa di contare meno d'un cazzo su qualsiasi piano ed ogni sede (ben compresa quella regionale), ed ovviamente Buon Ferragosto

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