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Il paese degli Zeri

Scritto da  Gino Lupi Giovedì, 26 Febbraio 2015 04:59

 "Paese degli zeri" Con questa frase, storcendo la bocca e scuotendo la testa noi portoferraiesi definiamo autocriticamente il nostro paese allorquando si tollerano comportamenti assurdi, si accettano senza protestare decisioni bislacche, si resta indifferenti di fronte alle più evidenti ingiustizie. Oppure, ancor peggio manchiamo di riconoscenza verso uno di noi essendo incapaci di stabilirne il vero spessore .Una volta mi sorse un dubbio amletico. Mi son chiesto se quando parliamo di "zero" intendiamo il numero equivalente alla nullità o a quel pesce di nessuna intelligenza, prova ne è la facilissima cattura.Poco cambia, il concetto è comunque chiaro. Nullità al massimo pochezza.

Caro Renato, la frase succitata mi è fuoriuscita, seguita da blasfema imprecazione quando ho letto che si è messa in discussione l'ipotesi di dedicarti il Teatro dei Vigilanti. Sì, hai capito bene, al tuo paese non ti vorrebbero dedicare neppure quel teatrino divenuto giocattolo esclusivo di pochi che spesso in fatto di cultura sono addirittura inferiori a me. E ce ne vuole. Un tempo, quando evidentemente esisteva un minimo di buon senso non mancammo di certo di dedicare al grande Giuseppe Pietri una piazza, un cinema teatro, la filarmonica, un monumento ed altrettanto fecero altri comuni elbani, cambiando la denominazione di strade, piazze. Fu in pratica fatta la cosa giusta per onorare questo nostrano gigante della musica. Gigante della musica lo sei stato anche tu che hai calcato a lungo i teatri più prestigiosi del pianeta ma pare proprio che il tuo paese intenda non andare oltre una targhetta di marmo da appiccicare chissà dove. Caro Renato mi piace ricordare quando negli anni dei tuoi trionfi ritornavi a Portoferraio dove tuttii facevano la fila per salutarti, mi dispiace per averti visto successivamente camminare da solo. Sai cosa penso caro buon Renato? Se morivi da miliardario ti avrebbero dedicato l'Arcipelago Toscano. Non te la prendere Renato, troppo piccolo quel teatro per te, o meglio, troppo grande tu per lui. Troppo grande tu per noi

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