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Le parole di Gian Piero Berti e l'assordante silenzio della sinistra

Scritto da  Alberto De Fusco Giovedì, 03 Settembre 2015 02:23

Caro Direttore,
come sai sono un vecchio amministratore : mi sono seduto per la prima volta sui banchi del consiglio comunale di Marciana Marina nel 1979 come rappresentante dell'opposizione, sono stato sindaco dal 1997 al 2001, ho terminato l'ultimo mandato consiliare nel 2011. Da allora mi sono autorottamato evitando con cura qualsiasi esternazione sulla stampa locale.

Però. Però leggo il tuo giornale ed ho seguito con attenzione la polemica che ha contrapposto Gian Piero Berti ad Andrea Ciumei e Michelangelo Zecchini e mi ha fatto dispiacere il modo in cui Gian Piero è stato trattato, prima coperto di insulti e minacciato di querele, poi ignorato lasciando intendere che non vale la pena polemizzare con un vecchio malato, con un “caso umano” insomma.

Voglio bene a Gian Piero e nutro una grande stima per lui, è stato il mio capogruppo quando per la prima volta mi sono seduto sui banchi del consiglio comunale e leggendo quegli articoli mi è venuta voglia di salire in piedi su quei banchi, come gli allievi del film L'attimo fuggente per dire “Capitano, mio Capitano .. condivido i tuoi giudizi su Ciumei i suoi assessori e i suoi fratelli, su Zecchini e sul suo libro, sul progetto portuale dalla prima all'ultima riga. Capitano, mio Capitano... se mai qualcuno ti trascinasse in un aula di tribunale sul banco degli imputati voglio starci insieme a te”.

Ma i Partiti della Sinistra (e chiamarli così, direbbe Umberto Mazzantini, è una battuta di spirito) non hanno niente da dire ? Il loro silenzio è assordante, pensano anche loro che le questioni sui diritti democratici poste da Gian Piero siano vaneggiamenti che non meritano commenti, iniziative o risposte ? Pensano che siano polemiche personali nelle quali è bene non immischiarsi ? A pormi queste domande faccio la figura dell'ingenuo ma sto cercando di risolvere un problema.

Da quando sono diventato maggiorenne, un'era geologica fa, non ho mai disertato una votazione: che si trattasse di referendum, elezioni comunali o europee, passando per le primarie di partito, ho sempre disciplinatamente messo la mia scheda nell'urna. Ora rischio di entrare in quella schiera di milioni di persone, quelle contate da Cofferati e D'Alema, che semplicemente non vanno più a votare perchè non trovano qualcuno né che li rappresenti né che li faccia partecipare. Aspetto un segnale di vita a sinistra, a livello locale o globale.

Per ora mi accontenterei di un commento sul compagno cattolico Gian Piero Berti.

 Alberto De Fusco 

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