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No pasaràn

Scritto da  Marco Marmeggi Lunedì, 07 Settembre 2015 09:21

 

Prendere posizione. Schierarsi. Avanzare oltre le linee che il nemico traccia sempre più profonde, bestemmia civile dopo bestemmia. Follia dopo follia. Esercitare l'opinione come la falce, l'ostracismo sociale come mezzo per riequilibrare il giusto e lo sbagliato, il male e il bene, coloro che devono provare vergogna per le loro parole da quelli che possono resistere a testa alta. Il coraggio del vento in faccia sulle linee di confine che separano le idee dalle azioni. Presidiare gli spazi. Essere consapevoli che ci sono momenti in cui si sta di qua o si sta di là. Una barricata viene eretta nei momenti peggiori. Quando c'è bisogno di separare. Marcare la distanza. Rimanere coerenti e giusti. E' tempo di fare chiarezza con se stessi. E' tempo di aprire le porte e lasciare entrare chi starà al nostro fianco negli scontri futuri.

Chi sei che parli così male? L'esempio di una borghesia arricchita, malpensante, ignorante, sgrammaticata che usa il mondo virtuale con la leggerezza dei ragazzini. Seduta sulle auto di lusso, le gambe incrociate che si spazientiscono leggendo i titoli dei quotidiani che un tempo non si sarebbero chiamati neanche giornali, ma pezzi da buttare, carta straccia di un'ideologia inaccettabile, amministratori del bene comune, gente che ha giurato su una costituzione che non conosce, che non ha studiato, che sembra aver sbagliato paese e tempo storico, gente da anni trenta, gente che riproduce i concetti degli anni bui della storia. Razzisti con la camicia, xenofobi della modernità che si nascondono dietro fotografie di facciata, pubblicate per assolvere i residui di coscienza, per trovare un nesso tra le domeniche in chiesa e le dichiarazioni pubbliche.

Chi dobbiamo essere noi? Siamo quelli che non si sdraieranno per far pulire le scarpe al signore di turno, che non hanno paura di perdere le piccole concessioni del potere, i favori fatti, i permessi ottenuti, i posti di lavoro elemosinati al potente che siede in alto. Siamo quelli che alzano la testa ogni volta, ogni volta che le parole passano la soglia di guardia e si dirigono altrove, alla riscoperta dei terreni pericolosi in cui scivola la società minacciata dalla povertà degli altri. Alzare la testa e la voce. Con ogni mezzo difendere ciò che è giusto. Con ogni mezzo sbarrare la strada alle parole di odio e intolleranza, becere e cattive, pericolose e violente che hanno invaso la cronaca di questi giorni.

Scorrendo i commenti dei commenti, i post a lettere maiuscole ("A CAPOLIVERI NON SUCCEDERA' MAI: DOVRANNO PRIMA PASSARE SUL MIO CORPO" - questa parola usata così impropriamente, superficialmente, abuso della lingua e inopportunità politica, sapendo cosa sono i corpi dei migranti, cosa succede ai corpi dei migranti), appunto scorrendo e seguendo pubblicazione dopo pubblicazione, il mio cuore tremava di paura e spavento. Dicevo: speriamo di no. Speriamo di no. Speriamo che nessun mio ex-studente abbia scritto l'orribile che ho letto. Speriamo di non vedere il suo nome e la sua faccia a margine di un "mi piace" delle parole più estreme. Tante. Troppe. Terrificanti.

Come Grazia, come Sergio e come tanti altri farò la mia parte.
Iniziando dalla scuola.
No pasaràn.
Le vostre idee xenofobe, cari signori...no pasaràn.
Questo è solo l'inizio.
Promesso.

Marco Marmeggi

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