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A Sciambere delle nuove bellezze elbane

Scritto da  Hans Trangvagen Mercoledì, 03 Maggio 2017 11:14

 

Egregio direttore
sono Hans Trangvagen, il famoso critico d'arte di Germania. Ricorderà la mia segnalazione della meravigliosa opera artistica post moderna 4.0 creata dalla telefonia nel paesello elbano. Purtroppo le rozze proteste dei villici paesani, insensibili alle nuove tendenze artistiche sono riusciti a fare intervenire i telefonisti che hanno così distrutta la mirabile opera.
Per nostra fortuna resta il meraviglioso ponte che scavalca il fiumicello, svettante verso l'alto in una sublime schiena d'asino con una rampa che innalza il tuo sguardo verso il ceruleo cielo, impedendoti saggiamente di vedere cosa c'è oltre la cima, ed aprendo il tuo cuore ad una bella scarica di adrenalina nel tentativo di capire cosa sale dall'altra parte del ponte. Una vera schiena d'asino, che ci porta al duro lavoro di coloro che curvi a schiena d'asino sulle carte progettuali, tratteggiarono cotanta opera. Arricchita dobbiamo evidenziare dall'uso di ferro che esposto al mare cola di ruggine il triste e grigio granito, in una struggente lacrimazione sanguigna. Rampa che ritroviamo anche in un altro paesello poco distante. Una sublime rampa di lancio delle auto verso la strada costiera, per servire uno strepitoso parcheggio, giustamente rubato a delle avvizzite viti, munito altresì di un avvenieristico parco giochi per bambini
Il paesello inoltre sarà presto arricchito da una grande e bella terrazza elevata sopra una prestigiosa costruzione a cubo che sarà così innalzata al rango di castellotto arabo-normanno. Siamo prossimi a quel luogo costiero un tempo segnato da un grigio masso di granito, saggiamente tagliato e rimosso per dare spazio ad un moderno solarium, in una sublime opera di ristrutturazione che ha giustamente distrutto, uno, dicono alcuni, dei più magici ristoranti elbani per fare tanti appartamentini regolarmente sfitti. Misera gente, ancora retaggio di sensazioni primitive legate al monotono e stucchevole tramonto e priva del senso degli affari.
Sempre fortunatamente, non lungi da quel paesello, oltrepassato un mirabile esempio di architettura verdolina arabo-normanna con ispirazioni tirolesi, lungo la strada costiera che si apre su paesaggi, tanto stucchevoli quanto datati e monotoni ripetute visioni sulle isole dell'Arcipelago e i monti innevati di Corsica, ripide falesie, spiaggette, leccete e castagneti, è nata una nuova grande opera postmoderna 4.0. Non a caso sono in corso gli atti per porre un rigoroso vincolo artistico e inserirlo nella lista dei monumenti Unesco. Si tratta di un muraglione in puro cemento armato, per fortuna senza nessun rivestimento nello stucchevole granito, sormontato da uno stupendo mozzicone di gard-rail in puro acciao, svettante come fenice al sole. Ma 'il vero tocco da maestro è stato portato dalla telefonia. Ed è così che il grosso tubo grigio nel cui interno compare un grande cavo azzurro, non sappiamo se "fibra ottica", cavo energetico, tubo per l'acqua etc etc., spunta da bordo strada, percorre il muro di cemento appeso ad un grande chiodo, continua legato più o meno nel restante muro di granito e finalmente giunge all' antenna di telefonia mobile, che si eleva svettante sopra la cima dei lecci.
Mi dicono che la strada costiera venne costruita negli anni Cinquanta del secolo passato. Vennero fatti ponti e muri di retta, con grigie bozze di granito. Alzati parapetti e posizionati paracarri sempre di granito, in una monotona sequenza tipica di quel decadente periodo artistico. Fortunatamente gli interventi successivi hanno in parte corretto quelle brutture. Lungo la strada tanti paracarri sono stati rimossi con quattro colpi di mazza e sostituiti con splendidi gard-rail di puro acciaio, alti una sessantina di centimetri. Poi piano piano, i gard-rail sono diventati sempre più alti e finalmente hanno raggiunto elevazioni che, grazie a Dio, impediscono di vedere gli stantii paesaggi mare-monti Non possiamo che apprezzare quest'opera, condotta con grande sensibilità e lungimiranza, ben diversa da quegli scellerati Corsi, che stanno modernizzando la loro rete viaria, e ai margini delle strade elevano i tradizionali muri in pietra locale e nei punti più a rischio pongono dei gard-rail alti una sessantina di centimetri dove l' acciaio è completamente avvolto nel legno.
Povera gente priva di qualunque sensibilità artistica, anche se devo dirlo molti miei connazionali, ma anche italiani continentali, sono dotati della stessa rozzezza. Infatti sempre più numerosi arrivano a Livorno e anzichè proseguire per l'Elba come facevano una volta, preferiscono imbarcarsi per Bastia. Chissà perche?

 

Hans Trangvagen

 

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