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A Sciambere: continua il rompimento di mufloni

Scritto da  Carlo Gasparri - Sergio Rossi Mercoledì, 17 Maggio 2017 00:01

Della serie "andarsele a cercare"... La Fondazione Isola d'Elba attraverso il suo Coordinatore della Commissione Natura e Ambiente Carlo Gasparri solennemente scrive:

 

Il muflone: la soluzione è il contenimento
Sono alcuni giorni che sulla stampa si discute circa la delibera del PNAT sull’eradicazione dei mufloni all’Elba e dopo aver letto alcune repliche all'articolo della Fondazione, ho deciso di intervenire . Sono il coordinatore della Commissione Natura e Ambiente della Fondazione Isola d’Elba Onlus, ma pur non avendo scritto io quell’articolo, condivido pienamente l’affermazione che l’eradicazione dei mufloni all’Elba è una vera follia, come già ribadito da molti, tra cui Muti e Zecchini, con i quali concordo quanto pubblicato.
Se qualcuno fosse interessato al mio parere ritengo che esistono soluzioni per diminuire il numero di questi ungulati, peraltro molto fotogenici ed apprezzati dai turisti, ed impedirgli di danneggiare la flora locale ed i coltivi.
Forse bisognerebbe pensare anziché ad uno sterminio ad un contenimento e nel caso certamente avremmo abbastanza forze nei cacciatori locali a costo zero.
Il Monte Capanne non è il Gennargentu, per biodiversità ed estensione, ed è vero che i mufloni fanno danno, ma controllare riducendo significativamente il numero non significa eradicare.
La Fondazione Isola d’Elba favorisce lo sviluppo del territorio attraverso fatti concreti e si dovrebbe fare attenzione prima di fare allusioni poco piacevoli ed elogiare invece chi contribuisce da ben vent’anni all’impoverimento del nostro territorio, che un tempo era ben curato.
Generalmente quando scrivo cerco di evitare strafalcioni; è vero che ormai sono vecchio e che sono rimasto ai tempi di Darwin, ma se qualcuno andasse alle Galapagos capirebbe perché si difendono gli animali. Non dico che bisogna essere scienziati, ma per conoscere bisogna anche aver visto.

 

Dunque Carlo Gasparri nega la paternità del primo sproloquio muflonico fondarolo, ma poi lo condivide e "Bon Peso!"si direbbe al mercato, aggiunge altri "argomenti" sul piatto della bilancia.

La più corposa delle contestazioni che ci viene rivolta è di non essere mai stati alle Galapagos (lui evidentemente sì) perché altrimenti avremmo capito come si difendono le specie animali.
E' vero non ci siamo mai stati né alle Galapagos e neanche all'Isola di Pasqua così come in Antartide... ma questo non è il mondo di Darwin e ci sono strumenti di conoscenza, a cui possono accedere tutti, anche noi comuni mortali che non abbiamo la formazione di Titani delle Scienze Naturalistiche e dell'Etologia quali Gasparri, Muti e Zecchini.
Tra questi mezzi di documentazione allora andiamo a vedere, per pura curiosità, cosa fanno alle Galapagos per "difendere gli animali" dalle specie invasive, e ci imbattiamo subito in un articolo di rivista che titola (nel 2014): Specie aliene, El Niño e l’aviaria: le tre piaghe delle Galapagos - Secondo alcuni ricercatori questi tre fattori potrebbero sterminare gli uccelli delle isole.
Accidenti! e chi lo avrebbe mai detto che i galapaghini avessero, oltre agli specifici grattacapi loro, gli stessi nostri problemi!? Ma non basti... subito dopo troviamo un altro pezzo del 2016 che inizia: "Eradicazione delle specie aliene dalle isole: successi clamorosi, scarsi effetti negativi" leggendo il quale ci accorgiamo che la metodica dell'eradicazione è applicata o in applicazione in 800 (leggasi ottocento) isole del mondo, e ancora, tornando alle Galapagos gaspariane abbiamo un'altra sorpresa da un'altra rivista che titola un suo pezzo: Galapagos, Parco inizia lo sterminio di 180 milioni di ratti da due isole. Gli scienziati cercheranno di eradicare completamente i ratti neri da due isole in un programma che mira a salvare le specie autoctone dalla sicura estinzione.
Poffarbacco! la stessa operazione (ma molto più in grande) compiuta a Montecristo che secondo il nostro coordinatore sciiiientifico avrebbe dovuto ammazzare ogni vivente sull'Isola di San Mamiliano, che invece sta tornando a vera nuova vita, dopo che sono stati sterminati i topi che la infestavano.
Eh no, le isole di Darwin non fanno gioco per Gasparri, le tolga dal tavolo gli conviene. Cosa rimane dunque del suo argomentare: "i cacciatori" che potrebbero contenere il numero degli ungulati etc.? Ma ci faccia il piacere! Se, come già fatto notare, i selecontrollori formati dal dal Parco, non a costo 0,  hanno abbattuto meno capi di quanti abbiano reso la pecorina anima al Signore per limiti d'età!
Ah beh, resta l'argomento della fotogenicità, la funzione ornamentale, ma con lo stesso criterio perché allora non introdurre anche daini, cervi, volpi, faine, marmotte (Lupi no, ce n'è già tanti nel marcianese)  e qualche orso marsicano? Sai quante belle foto farebbero i turisti!

L'ambiente è una cosa seria, da gestire con scienza (vera) e coscienza, non è un album di figurine, così come i parchi natularistici non sono parchi-giochi o zoo-safari.
Essere anziani, in ultimo, non è sempre uno svantaggio, certo magari si è più lenti nell'imparare cose nuove si è meno reattivi, ma si dovrebbe guadagnare in saggezza e prudenza, caratteristiche che, almeno in teoria, dovrebbero salvarci da ammannire al prossimo chiacchiere a bischero sciolto a profusione.

 (nella foto: cattura di un muflone portuale marinese)

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