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A Sciambere: Quelli che non hanno capito di aver perso

Scritto da  T.N.T. Martedì, 01 Agosto 2017 11:46

Impazzano su Facebook, scrivono perfino su blog amici che ormai leggono solo pochi affezionati, pietiscono un like, bramano una condivisione… Sono gli ex amministratori trombati, quelli che hanno amministrato un comune fino a ieri e che oggi chiedono perentoriamente conto a chi li ha sostituiti da poche settimane del perché ci sia puzzo di fogna o di fritto, perché il paese ha tutti questi problemi, perché fa così caldo, c'è la polvere, le farfalle si mangiano i lecci, il gelato si squaglia e la nuova amministrazione non fa niente…
Se la prendono con le iniziative organizzate da persone che fino a ieri consideravano loro incriticabili collaboratori, e che ora sono evidentemente colpevoli di connivenza con le nuove amministrazioni usurpatrici, ingrati che incredibilmente hanno  scelto di restare gratuitamente al loro posto alla pro-loco o in qualche società sportiva e culturale invece di seguire il dux nel limbo dell’amarezza, nel purgatorio dei trombati, nell’inferno della crescente coscienza di non contare più nulla.
Spulciano documenti e delibere che loro rendevano inaccessibili ai loro oppositori, presidiano i comuni come se fossero stati invasi dai barbari, attaccano i nuovi amministratori con toni e argomenti molto più pesanti di quelli che ritenevano offensivi quando li utilizzava chi faceva loro opposizione.
Utilizzano le stesse argomentazioni che respingevano sdegnosamente quando erano sindaci e assessori, accusando chi le profferiva di perfidia, invidia per il loro successo e odio per il Paese che rappresentavano così fulgidamente.
Non si ricordano di quando rispondevano ai loro inermi oppositori che chi comandava in paese lo avevano deciso gli elettori, che c’era chi aveva vinto è aveva il sacro diritto di far tutto, l’unto dal Signore e dal popolo, e chi aveva perso e aveva solo il diritto di tacere e di non disturbare il manovratore, anche quando la manovra portava il Comune pericolosamente vicino al precipizio, e che li portava dritti verso l’impietosa sconfitta elettorale della quale non si capacitano.
Tutto dimenticato, cancellato dai rigurgiti di bile che intossicano il cervello, dalla rabbia per verdetti popolari che valevano solo quando loro vincevano, dalle notti insonni a rimuginare sui passati splendori.
Smemorati di Collegno in salsa insulare che hanno perso infime guerre, gente che non aveva altro futuro e presente che quello di fare il ducesco signore del villaggio.
Allibiti nel vedere che anche senza di loro ci sono i turisti, la gente va al ristorante, l’Elba resta bella. Gente che era convinta che dopo la loro sconfitta ci sarebbe stato un esodo turistico, la rovina economica, la catastrofe.
Quello che sta succedendo con i neo-oppositori che non credevano di poter perdere mi conferma ancora di più nella mia convinzione: quando un Sindaco uscente perde farebbe bene a ritirarsi perché non è in grado di fare opposizione senza cadere nel ridicolo e nel macchiettismo politico, visto che per almeno tre o quattro anni si troverà ad accusare la nuova amministrazione di cose fatte o non fatte da lui.
Se ne facciano una ragione, si dimettano e si cerchino un’occupazione, un hobby, si diano alle bocce, al collezionismo malacologico, al ricamo a tombolo o saranno costretti ad esistere solo per fare una ridicola opposizione a loro stessi.
Oppure si comportino con i nuovi sindaci come loro avrebbero preteso che le opposizioni facessero con loro: con rispetto, deferenza e collaborazione fino al collaborazionismo acritico.
Si arrendano, sono stati circondati ed espugnati dal buon senso dei più, dalla democrazia della paura dei loro deliri, abbassino le penne e accettino il loro fallimento politico, culturale, umano, oppure la mancanza di amore per il Paese di cui accusavano l’opposizione: era un bluff prima e loro stessi sono un bluff adesso.

T.N.T. 

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