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A Sciambere: il bravo ragazzo e la capra dello Scaglieri

Scritto da  Lunedì, 20 Maggio 2019 16:58

Una delle massime di mio padre (uomo ruvido e semplice ma dotato di una sua saggezza) era: "E' dimorto meglio ave' a che fa' co' uno stronzo intelligente che co' uno bono ma tonto". E argomentava che, comunque, con un pessimo soggetto dotato di cervello ci si poteva sempre contrattare, quantomeno se ne poteva inquadrare la logica, mentre gli stupidi erano imprevedibili, capaci di testardaggine irrazionale e di combinare i peggiori casini.
Per questo - avuto prove su prove della fondatezza delle paterne idee - tutte le volte che sento definire qualcuno "bravo/a ragazzo/a" e niente altro, tendo a pormi sulla difensiva e ad avvicinarmi con circospezione.
I tonti, senza distinzioni di sesso, razza, convinzioni religiose e politiche, sono pericolosi, ed al contrario di quanto si fa con i materiali esplodenti, corrosivi, tossici, non si possono corredare di avvertenze, non si può applicare loro una targhetta con su scritto: "Attenzione: FAVA, maneggiare con cura!", per questo si mimetizzano benissimo, prosperano e si riproducono, magari compiono pure qualche scalatella sociale. Poi, se per caso, nello spietato mondo dei bambini e degli adolescenti, sono stati individuati dai coetanei, e da loro classificati come "fave in età evolutiva", non raramente maturano una voglia di rivalsa astiosa, ma ben celata sotto una scorza di "bontà" di maniera.
Orbene in una delle mie rare uscite tra la gente, ho captato solo la coda di un discorso tra due attempati signori "... penso che il voto lo darò a lui... è un bravo ragazzo".
Giuro che non so (e non voglio sapere) a chi il tizio si riferisse tra le decine di aspiranti governanti locali, ma avrei voluto dirgli quello che qui di seguito scrivo, illudendomi che mi legga:
"La scongiuro non lo faccia... voti per chi le pare, ma voti per chi le sembra più capace di amministrare (che non è un mestiere facile, né tantomeno esercitabile da chiunque), perché se uno è un bravo ragazzo, ma al pari di Galeazzo, ha una limitazione in rima (non è molto perspicace), o ancora è ignorante come la mitica "capra dello Scaglieri", in Biscotteria può fare danno (e parecchio), e aggiungo che pure l'onestà personale non deve essere considerata un pregio, ma una condizione necessaria, anzi indispensabile, ma niente affatto sufficiente per ben governare.
Occhio quindi ai "furbi interessati" quanto agli "ambiziosi sciocchi"

Ce ne sono.

 

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