Stampa questa pagina

A Sciambere delle borracce e delle bottigliate

Scritto da  Venerdì, 14 Giugno 2019 12:04

Caro Sergio
Sarò anche sempre stato contrario all'accesso da terra alla Cala dei Frati, ma posso dire (l'ho già fatto presente a Rizzoli) che ai miei tempi (e ai tempi di Grondaia, Cecchi e anche ai tuoi ) i Consiglieri si dissetavano con l'acqua della fonte di Napoleone servita in bottiglie di vetro. Non so chi abbia introdotto l'uso delle bottiglie di plastica se Ageno o Peria (che guarda caso aveva in Giunta proprio il Carlo). Per bere l'acqua di Napoleone venivano distribuiti bicchieri di plastica solo perché di carta non esistevano.
Non ho capito la..."ratio" del dono da parte del Parco nazionale di borracce di metallo.
Non è che lo Zini ha intenzione di portare i Consiglieri a fare qualche scampagnata o qualche spiaggiata? Al Volterraio, a Campo ai Peri dal Magnani, alle Prade, all'Enfola, alle Ghiaie con tuffo collettivo, alla Cala via mare o ripetere la gita a Montecristo, magari per posare una targa di marmo in ricordo dello sbarco dello scaduto Ferrari?

Giovanni (Fratini)


Caro Giovanni
Scorporo la "quistione" del tuo incaponimento sulla Cala dei Frati, in merito al quale ho deciso di scriverti a parte.
Per quanto attiene all'uso storico dell'acqua in vetro da parte degli eletti in Biscotteria non posso che confermare la virtuosa abitudine, sia per i primi tempi amministrativi tuoi che per quelli precedenti di Grondaia (On. Lucchesi per diversamente anziani) e  Cecchi; però, già negli anni '80, durante la sindacatura Pardi (quando alcuni cittadini ebbero la sciagurata idea di eleggere perfino me in Consiglio), come impietosa dimostra la foto a sinistra, non campeggiavano più sui banchi i vitrei contenitori della Fonte Napoleone.
Forse contribuì al cambio di linea idrico-refrigeratoria anche la memoria di un episodio dei primi anni '70 (al momento quasi drammatico, comico a ripensarci adesso), che si consumò alle Galeazze, dove per lavori di restauro al Palazzo Comunale, si teneva una caldissima seduta. Tanto rovente era il clima che il consigliere Poli (PSDI) brandì una bottiglia - di vetro appunto - ammiccandone minacciosamente il lancio verso i banchi dei comunisti, ricordo il putiferio che si scatenò tra i consiglieri e più ancora tra il pubblico, e il tentativo di Astelio di lavare subito l'onta alla sua maniera, ed invadere il campo scavalcando la transenna. Fui proprio io ad impedirgli di farlo, acchiappandolo da dietro per la cinta dei calzoni, e fermandolo buffamente a smanacciare l'aria con le braccia aperte, e (solo) strillare come un'aquila incatenata su un posatoio.
Comunque il dono delle borracce mi sembra "cosa buona e giusta", dal valore solo simbolico, certo, ma far sì che il disseccamento delle consiliari fauci non determini, oltre che lo spargimento in aria di saggezza e favate (ben più di me tu sai quante ne risuonarono in quell'aula), anche un aggiuntivo consumo di plastica, lo trovo educativo.
E c'è sempre a proposito di simboli un altro  risvolto positivo: nell'immaginario collettivo la borraccia è anche il simbolo del ciclistico gregario... ecco stiano quei contenitori a ricordare a tutti coloro che sono là che essi sono "gregari",  nel senso di "servitori" della cittadinanza.
Neanche scarterei a priori la possibilità di "gite consiliari", con o senza borraccia, nel senso di consigli comunali peripatetici, magari svolti in realtà decentrate della città, mica a Montecristo, dove l'uditorio potrebbe essere costituito da gabbiani, capre e lampade (patelle per i foresti), ma dove ci sono i cittadini veri con i loro veri problemi, sarebbe un modo credo per avvicinare l'istituzione a chi di competenza. Buttalo via
Ti saluto

Vota questo articolo
(0 Voti)