Stampa questa pagina

A Sciambere dei martiri e delle fave

Scritto da  Roberto Barsaglini e Sergio Rossi Mercoledì, 24 Aprile 2013 09:22

Martiri o Fave? Che dire, mi sono schierato un'altra volta dalla parte dei perdenti...  

Ma non sarà davvero, come ipotizzano alcune teorie scientifiche, che essere di destra o di sinistra dipende da questioni biologiche? Leonardo Di Caprio, in "Django Unchained", l'ultimo film di Tarantino, impersonificando il latifondista e schiavista Calvin Candie, afferma che il cranio dei neri è diverso da quello dei bianchi e che tutto dipende da come si sviluppano certe aree del cervello. Un' intervista col dott. Mengele potrebbe finalmente svelarci una biologia sconosciuta, mettendoci in pace, perchè tutti i nostri sforzi di contemporanei Don Quixotes sarebbero solo una inutile battaglia contro i mulini a vento.   Nell'attesa di qualche risposta, la realtà è che ai bocconi amari non c'è fine. 

Non sia di consolazione che se è vero che i martiri vanno in paradiso, gli incalliti resistenti sinistrorsi, a rigor di logica, dovrebbero essere tra i primi a godere di tale opportunità.

E' anche vero, però, che l'autolesionismo è peccato mortale contro la natura umana e, visto che gli incalliti resistenti di prima non hanno nessuno che li batte in questa materia, è molto più probabile un posto garantito all'inferno, o quanto meno si fa pari e patta....!

Scherziamoci su, è meglio, sennò lo stato di agitazione causato dalle ultimissime vicende storiche rischia veramente di farci verificare a breve termine se ci tocchi l'inferno o il paradiso...  

So di avere, nonostante l'età non più tenera, una memoria di ferro (a questo riguardo sicuramente un po' sopra la media) e anche un certo raziocinio (questo nella media, senza esagerare) ma se mi guardo intorno comincio a ipotizzare di essere un genio (e il bello è che un me ne faccio di niente!).  

Berlusconi che in campagna elettorale riesce ancora a far presa con la promessa di restituire l'IMU, su un elettorato che ha già dimenticato che si era dimesso da capo di un governo, che tutto aveva fatto fuorchè ridurre le tasse; sempre il Cavaliere che ribalta la sua disfatta (si, era una disfatta!) elettorale prendendo i toni del verginello disposto a governare senza se e senza ma con chi fino al giorno prima ha affermato essere il diavolo. 

Bersani-Gargamella che si vede levare di bocca la caramella che già pensava di ciucciare, ma continua a fare le bizze per fare un governo non si sa con quali numeri.  

Grillo che continua a sparare su tutto e tutti: qualcuno gli può dire che se continua così è già finito, perchè non si è accorto che dopo le elezioni il suo ruolo non può più essere lo stesso di prima (vedi le elezioni in Friuli...).  

Intanto l'Eterno Silvio già si prenota come nuovo primo ministro per la prossima legislatura.  

Che volevi, Rodotà? Beccati Re Giorgio; che volevi? Un governo di cambiamento? Beccati un bel polpettone che recupera gli avanzi.  

Muoio dalla curiosità (si fa per dire: si more e basta, senza nemmeno la curiosità!) di vedere dove si assesterà il punto di mediazione di un governo di larghe intese.  

Il bello è che due giovedì fa Travaglio, in una delle sue taglienti requisitorie, aveva messo in fila tutte le mosse fallimentari del centrosinistra (leggi PD): ebbene, il giorno dopo, con l'affaire Prodi, si è visto che al peggio non c'è limite.   Cosa dovremo ancora vedere? La realtà potrà essere peggio della peggiore immaginazione?

Roberto Barsaglini

Caro Roberto, quando deciderai di fondare il tuo "Sinistra Masoc's fan club" lasciami una tessera e tienimi pure in considerazione per le cariche sociali. La perversione evidente del godere inconsciamente a perdere devo averla anche io nel mio DNA, e la manifesto in tutte le possibili variazioni dal campo dell'impegno a quello del più puro sbraco. E' un vizio assurdo di cui sono schiavo dalla più tenera età, pensa che nei pulciosi cinemini della mia infanzia non solo facevo sempre il tifo per i banditi (quelli col cappello nero) e per gli indiani (prima che fosse considerato politically correct), ma perfino per i musi gialli giapponesi che non li sopportava nessuno. Poi, crescendo ho cominciato a fare il tifo per la Fiorentina e il partito comunista. Potremmo sintetizzare questo atteggiamento mentale dai risvolti evidentemente patologici come "essere dalla parte di Paperino" (ma starà antepatico Topolino sempre preciso e perfetto con quella faccia da Giuliano Amato?). E quando cazzo vincemo? Vero è che quelle rare volte, che per favorevoli congiunzioni astrali, irripetibili coincidenze e/o sberleffi al calcolo delle probabilità, gente come noi riesce a vincere qualcosa, gode molto più intensamente di uno abituato a raggiungere gli orgasmi vittoriosi per routine, una nostra vittoria si ricorda nei secoli, viene tramandata oralmente da padre in figlio, ha qualcosa di mitico, di favolistico. Ti debbo ancora solo una risposta in merito al tuo angoscioso dilemma: in fondo in fondo io la risolvo così: è un po' come la questione della sessualità, dopo aver accettato almeno culturalmente che nella nostra natura siamo tutti potenzialmente bisex, perché non prendere in considerazione che c'è un po' di martire nella fava e un po' di fava nel martire? Ciò non toglie che tra di noi esistano altre tipologie umane inchiodate all' unico ruolo della indiscutibile appurata ed incontrovertibile "faba simplex" che ha anch'essa la vocazione al martirio, si, ma delle nostre palle.

Vota questo articolo
(0 Voti)

1 commento