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La simpatica genialità di Marcello D'Arco

Scritto da  Massimo Scelza Venerdì, 05 Aprile 2024 09:49

Il ricordo di Massimo Scelza.

Non so da quanto conoscevo Marcello. Sicuramente lui mi conosceva già in fasce perché quel gruppo di amici, di cui i miei erano parte, viveva allora in larga parte alle Foci, alla Residenza del Sole. Io nemmeno me ne ricordo ma mi hanno sempre raccontato che la sera si trovavano per cenare tutti insieme condividendo quello che avevano preparato.

Valentina ha la mia età mentre Francesco (Cacco a casa D'Arco) ha due anni di più per cui ha vivo il ricordo di quel periodo. Proprio con lui anni dopo ci siamo ritrovati a Pisa, in trasferta universitaria da studenti poco studiosi, diventando grandi amici.

Con Marcello e Paola ricordo poi le cene di quel gruppo di amici con Alvaro, i Fratini, i Gasparri, i Moretti e i Del Torto, a cui si aggiungevano, di volta in volta personaggi portoferraiesi del calibro di Lucio Boni o Cesare Strina (del quale ricordo una serata nella quale, attaccato al respiratore raccontava e rideva fino a perdere e farci perdere il fiato!).

E' proprio di quegli anni l'aneddoto che nei miei ricordi racconta meglio di tutti la simpatica genialità di Marcello D'Arco.
Era uno di quei periodi nei quali a me e Francesco veniva richiesto di “ritornare all'ovile” per preparare un esame sotto l'attento controllo dei nostri che, immancabilmente, ci rinfacciavano la poca voglia di studiare. Nel pomeriggio c'eravamo sentiti e dati appuntamento alle 19 per andare a fare un aperitivo da Anselmo. Puntuale alle 18.55 mi presento sotto casa, in piazza Dante e Francesco altrettanto puntuale esce dal portone e entra in macchina. A quel punto arriva Marcello in
motorino e si avvicina al lato passeggero. Noi abbassiamo il finestrino, lui si piega e ci gela: “Andate a ripète?”


Massimo Scelza

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Ultima modifica il Venerdì, 05 Aprile 2024 10:23