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A Sciambere della spilla, del Polluce e delle polemiche morte in fasce

Scritto da  il mitile ignoto Venerdì, 02 Maggio 2014 21:10

La mortalità infantile delle polemiche è abbastanza alta e causata principalmente da due ragioni. La prima è dovuta ad un chiarimento soddisfacente sia per i chiamanti che per i chiamati in causa rispetto al o ai quesito/i che le originano, la seconda generalmente consiste nella minaccia di querela (molto diffusa anche dalle nostre parti) o nella querela vera e propria per diffamazione o simili.
Una terza possibilità, manifestatasi in un caso recente che ha coinvolto nomi noti della cultura e delle istituzioni elbane, permette di chiudere la polemica attraverso una operazione che normalmente viene definita come la pietra sopra. Tradotto in parole comprensibili significa che la situazione non è chiarita e tantomeno dà luogo a querele o denunce, ma volerla approfondire rischia di provocare altre, e magari più sanguinose polemiche cosicchè appunto….
Il riferimento è alla mancata presenza alla mostra di Capoliveri sul tesoro del Polluce della ormai famosa spilla (un fiocco/farfalla d’oro con 44 smeraldi).
In una lettera pubblica il prof. Zecchini, raccontando come il Sig. Prianti avesse notato la mancanza della spilla all’inaugurazione della mostra, si duole in prima istanza della reticenza manifestata dalla responsabile della mostra stessa Dott.ssa Gambogi, funzionaria della soprintendenza (in sostanza la Sig.ra Gambogi non risponde alla domanda “si può chiedere come mai e dove si trova?”). In secondo luogo, e qui sta il vero nucleo della polemica, manifesta forti perplessità in merito all’autorizzazione, da parte della soprintendenza, e specificamente dell’ufficio della stessa Gambogi, al recupero nelle acque dell’arcipelago del piroscafo Glenlogan (mentre in realtà si trattava del Polluce che venne saccheggiato) rilasciata a suo tempo ad un gruppo inglese.
Purtroppo il Glenlogan, per quanto appare dall’interrogazione parlamentare del senatore Boco citato da Zecchini, era affondato a ben 600 miglia di distanza e dunque non si capisce perché la soprintendenza ne autorizzi di fatto il recupero nelle acque elbane, nonostante la Capitaneria di Porto avesse fatto specifica richiesta di far pervenire eventuali pareri o prescrizioni di competenza.
E’ singolare che a questa lettera del Prof. Zecchini, anziché la soprintendenza, risponda personalmente il Sindaco di Capoliveri Barbetti, ricostruendo attentamente, in un accurato e prudente intervento, il percorso seguito dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri per il recupero degli oggetti e gioielli sottratti e sostanzialmente rinviando alla visione dei verbali di consegna dei CC alla soprintendenza qualsiasi accertamento si volesse fare sulla presenza o meno della spilla fra questi. Nel merito dell’ autorizzazione al recupero del Glenlogan il Sindaco non entra.
Chiude invece con un invito, piuttosto pressante, a mettere su tutta la storia per l’appunto una pietra sopra.
Invito che viene accolto molto volenterosamente dal Sig. Prianti il quale, negando qualsiasi velleità polemica sua e dello stesso (interpellato telefonicamente) Zecchini, si lancia in un panegirico del NTPC dei Carabinieri sicuramente fondato per l’opera generalmente svolta ma, nel caso specifico, assolutamente non necessario visto che nessuno, né Zecchini né Prianti né, tantomeno Barbetti ne ha messo in dubbio l’operato.
Con il pietrone ben posizionato la soprintendenza può permettersi di continuare a tacere con l’unico svantaggio che qualche lettore può permettersi di cominciare a pensar male ma, in fin dei conti, a chi importa?

 

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