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Una disavventura portuale Elbano-Piombinese

Scritto da  Federico Tovoli Sabato, 23 Marzo 2024 02:34

Vivo all'Elba da 25 anni e ne ho 61, dal lato paterno sono casualmente originario di qui, babbo nato qui da genitori maremmani. Qui sono residente, ma lavorando ovunque nel mondo ogni tanto qui mi imbatto in situazioni difficili. Ogni anno nella bella stagione lascio casa al turismo visto che sono impegnato altrove, spesso anche molto lontano. Una di queste situazioni è trasferire da casa mia alla mia sede in continente un paio di centinaia di libri e scartoffie varie che mi servon per lavoro. Per una serie troppo complessa di concause quest'anno decido di traghettare i colli senza traghettare l'auto, ne ho un'altra parcheggiata sopra Stazione Marittima a Piombino, con una li poso in nave, con l'atra li riprendo.

Alla biglietteria mi dicono che è fattibile ed è a prezzi contenuti, chiedo quale sia la finestra temporale più larga poiché l'operazione non è così immediata, ne escono tre. L'indomani, una volta chiusi i pacchi, mi viene il timore che non entrino in auto.a Piombino e che minimo vada prima rassettata ; torno in biglietteria e fra giovane bigliettaia dalla faccia intelligente e "alta visibilità" con faccia conosciuta mi consigiano il Marmorica delle 14,05, che ha 35 minuti di stop su Piombino.

Scopro che ufficialmente nessun marinaio mi può aiutare a trasferire i colli a banchina, che sarebbe la cosa piu facile, il signor "alta visibilità" mi dice anche che comunque andare a prendere l'auto al parcheggio ed arrivare li è fattibile. Decido dunque di caricare in stiva a Portoferraio. Nel mentre che lo faccio scopro che l'aliscafo sta arrivando e se ne riparte rapido. Penso che la miglior cosa sarebbe stata andar di la con l'aliscafo dopo aver lasciato i colli in stiva ed aspettarli a Piombino con l'auto già pronta, perché non me l'hanno detto?

C'è Internet…vero, ma ci sono anche una bigliettaia dalla faccia intelligente e l'atteggiamento scrupoloso e un'"alta visibilità" che fanno quel mestiere, non io che faccio tutt'altro. Ma si sa, dico fra me e me, oggi un ragionamento minimamente complesso è cosa rara, due piu due lo sanno far tutti ma sette per quattro è un ragionamento difficile.

Esco dalla nave che è al molo 8, il più distante da dove ho l'auto, non corro ma vado di gamba sveltissima tant'è che quando arrivo all'auto, forse un km forse più, ho il fiatone, secondo me da quando ho toccato terra non son passati dieci minuti. Decido di neanche guardare l'orologio, accendo e parto, non a razzo ma rapido, faccio addirittura 60 in un vialetto dove 20 son già tanti, lo vedo vuoto, sto attentissimo, senza fermarmi supero tre sbarramenti dicendo che devo andare a caricare. Prima del portellone mi rendo conto che stanno già imbarcando, saranno passati 15 minuti scarsi in tutto. Dico ad un addetto a banchina, vestito in blu mentre gli altri son tutti arancione alta visibilità, che devo caricare ed ho necessità di entrare in auto. Questo signore, con un giubbino blu recante in grande il logo Moby.

Mi dice senza mezzi termini che non posso entrare poiché stanno già entrando le auto. "Dovete venì prima !!!" esclama col massimo del garbo. Ha uno spiccato accento maremmano, azzardo sia piombinese, in questo paese i badge identificativi sono rari…almeno, lui sembra non lo a

 bbia.

Mi sale il sangue agli occhi. Cerco di parcheggiare a lato dell'ingresso e questo continua a sbraitare che "forse non ci siamo capiti". Entro a piedi e fortunatamente vedo un ufficiale, gli spiego il problema e mi fa entrare con l'auto. Gli faccio presente che deve parlare con l'altro soggetto che mi sta bloccando; la risolviamo, in un minuto, grazie a questo ufficiale che mi aiuta a far la manovare in retro e ad un "alta visibilità" che mi aiuta a caricare i colli, son già fuori dalla nave.

Il tipo col giubbino blu mi sta dando le spalle, lo chiamo per due volte Mr Moby e non si gira a un mio "Oh capo !!!" Si volta ancora innervosito. Senza giri di parole e anch'io adirato gli dico : "Ho fatto una rincorsa pazzesca per andare a prendere l'auto e te dovete veni prima-sottinteso con quel tono- lo vai a dire a qualcun'altro" Questo abbaia ancora più arrabbiato ed esclama "a me delle 'tu rincorse un me ne frega nulla". A quel punto parte il vaffanculo da parte mia e me ne vado.

Rientrato a Portoferraio vado in biglietteria spiegando che il problema del trasbordo era risolto ma era successa una cosa spiacevole sulla quale non era il caso di sorvolare, chiedo se ci sia uno spazio reclami e mi dicono che è a bordo, spiego che tutto è successo a terra, spiego com'era vestito il tizio e la bigliettaia fraintende che sia un ufficiale e che nessuno ha quei giubbini…sette per quattro è difficile

Ora, a me piacerebbe che l'azienda facesse ntare a questo signore, che simboleggia una caduta di stile per l'accoglienza turistica, siamo in un luogo che vive di turismo, ok che parlo il toscano della zona, ma quel tizio non mi aveva mai visto. Che figura ci facciamo davanti al turismo che porta soldi?
L'errore forse neanche era suo ma dell'incompetenza del personale nell'ottimizzare il mio caso, ma l'atteggiamento strafottente non si tollera e non può passare sotto silenzio.
Poi, anche questo sembra complicato da capire: se uno ha un giubbino con l'evidente logo di un'azienda e sta palesemente facendo un lavoro per quell'azienda, se uno sta alla biglietteria di un'azienda, lui rappresenta l'azienda (tant'è che non ci sono badge identificativi) , per me privato cittadino, lui è l'azienda. Non mi sembra un concetto tanto complicato.
Ma si sa, due più due lo sanno far tutti ma già sette per quattro è un ragionamento difficile.

Federico Tovoli Photojournalist

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