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Una portoferraiese di settantadue anni strangolata dal marito a Livorno

Scritto da  E.R. Lunedì, 31 Marzo 2014 22:32

La vittima dell'uxoricidio è  Carla Barghini una settantaduenne nata e cresciuta nel piccolo agglomerato di case del Brunello non distante da Via Carpani. Voleva separarsi dal coniuge che l'ha uccisa, aveva già fissato un appuntamento con un legale 

L'ultimo femminicidio di cui hanno trattato le cronache, compiuto domenica a Livorno ha avuto per vittima un'elbana: si tratta di Carla Barghini una settantaduenne (anche se alcune fonti informative hanno riportato l'erronea età di 78 anni) portoferraiese che era nata e cresciuta nel piccolo agglomerato di case del Brunello non distante da Via Carpani. La famiglia Barghini aveva a lungo abitato nell'ultimo appartamento della casa "a ringhiera" il più grosso stabile della minuscola frazione, prima di trasferirsi a Piombino. Carla, che aveva frequentato le elementari a Carpani e che i più anziani ricordano come una ragazza molto bella, all'Elba aveva conosciuto il marito il livornese Mauro Signorini, oggi ottantaduenne, che si trovava temporaneamente all'isola per motivi di lavoro.
Ma con il passare del tempo il rapporto dei due coniugi era andato a farsi sempre più conflittuale, tanto che la Barghini si era determinata (in una età così avanzata) a porre fine al legame ed aveva fissato per lunedì un incontro con un legale per avviare le pratiche della separazione.
E' probabile che questa volontà di liberarsi da una convivenza punteggiata da continue liti, sia stata vissuta come una sorta di insopportabile affronto dall'anziano marito, che nella serata di domenica, nell'appartamento coniugale al 5° Piano di di Via Lorenzini 21, colto da un raptus omicida e  munitosi di un laccio da scarpe ha aggredito la Barghini alle spalle stringendole il collo fino a provocarne la morte per strangolamento.
Dopo l'uxoricida ha chiamato il figlio e si è rivolto ai vicini di casa chiedendo loro di avvertire i Carabinieri ai quali si è consegnato.
Il Signorini ha confessato il suo gesto, motivandolo con la conflittualità crescente che si era stabilata con la moglie, al Magistrato incaricato di seguire il caso ed è stato associato al carcere delle Sughere, per lui è stata formulata l'accusa di omicidio volontario.

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