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PD: L'emblematico recinto della spiaggia del Bagno

Scritto da  circolo PD Marciana Marina Mercoledì, 04 Luglio 2012 22:35

Titolerebbe più o meno così, il fu Robert Louis Stevenson, il racconto di quanto, contraddittorio ed emblematico, sta accadendo in località Bagno a Marciana Marina.
Prima che lo scritto scappi, è bene precisare che, per quanto sopra, ci riferiamo al fatto che i proprietari del meraviglioso fabbricato posto sulla spiaggia del Bagno , la ex “tonnara” tanto per intenderci, ha provveduto a recintare, ad uso evidentemente privatissimo, la quasi totalità della spiaggia ed a chiudere il transito alle persone lungo la strada di accesso realizzata a suo tempo con fondi pubblici.

 Titolerebbe più o meno così, il fu Robert Louis Stevenson, il racconto di quanto, contraddittorio ed emblematico, sta accadendo in località Bagno a Marciana Marina.

Prima che lo scritto scappi, è bene precisare che, per quanto sopra, ci riferiamo al fatto che i proprietari del meraviglioso fabbricato posto sulla spiaggia del Bagno , la ex “tonnara” tanto per intenderci, ha provveduto a recintare, ad uso evidentemente privatissimo, la quasi totalità della spiaggia ed a chiudere il transito alle persone lungo la strada di accesso realizzata a suo tempo con fondi pubblici.
Dunque, abbiamo scritto “emblematico” , in particolare, perché ben rappresenta il perdurante contraddittorio atteggiamento di molti graditissimi ospiti dell’Isola d’Elba: atteggiamento che, evidentemente, sembra non trovare pace ed equilibrio, oltre che rispetto per la terra che li ospita e per la gente che lì è nata e che verrebbe, a questo punto, voglia di chiamare “aborigeni elbani”.
Si tratta, evidentemente, di una titanica lotta tra una brama, tutta verghiana, di possesso esclusivo della “roba” , ed un riconoscimento, altrimenti platonico, della bellezza ancora intatta di luoghi e della pervasività dei profumi elbani; di un continuo scontro interno alla psiche delle persone, tra il rendersi conto di essere, comunque, il fruitore privilegiato di contesti naturali e di oggetti unici, e l’incontrollabile voglia di possesso esclusivo degli stessi.
La storia elbana e marinese è ricca di episodi simili, più o meno noti, più o meno tentati e fortunatamente non esitati, più o meno risolti felicemente.
Una Torre qua , una strada in territorio ultraprotetto là; una villa sugli scogli qua, una spiaggia privatizzata là; una concessione edilizia qua, severi divieti per alcuni nativi qua, e ovviamente tanti “lasciti “ per alcuni non nativi qua’.
La tiritera potrebbe noiosamente continuare all’infinito, cosa di cui tutti noi siamo perfettamente coscienti.
Ci chiediamo : sarebbe, poi, così difficile coniugare la giuridica sacralità della proprietà privata con la coscienza di essere il fortunato fruitore, sia pure non esclusivo, di un contesto naturalistico che, in quanto da sempre patrimonio ambientale di tutti, da parte di tutti debba restare fruibile liberamente ?
Non abbiamo idea della piega giuridica e/o politica che possa prendere la vicenda della spiaggia del Bagno, ma un appello ci sentiamo di rivolgere ai conosciuti proprietari del citato fabbricato e “delimitatori” di spiagge : sappiate intelligentemente e sensibilmente coniugare proprietà della “roba” e rispetto verso le genti che lì sono nate e lì hanno costruito la propria storia.

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