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Guerra di corsa e pirateria nei mari dell’Isola d’Elba. Avvistamenti e segnalazioni

Scritto da  Marcello Camici Sabato, 02 Maggio 2015 11:16

GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA (1737-1801/1815-1860)

Napoleone durante il suo regno sull’isola d’Elba era riuscito a creare buoni rapporti con i musulmani barbareschi.
Questi sono popoli che vivono in Barberia nome una volta assegnato di una ampia regione nordafricana che si affaccia sul mar mediterraneo che oggi comprende Tunisia, Marocco, Algeria, Libia e che poi fu chiamata con parola araba Magreb.
A questo proposito così scrive Vincenzo Mellini (1):
“Prestigio della bandiera elbana
…La bandiera elbana cinta dell’aureola di gloria che circondava il nome di Napoleone ,ancorchè decaduto della sua grandezza,divenne in breve la più rispettata del Mediterraneo.I Barbareschi ,soliti a non rispettarne alcuna,avevano una specie di culto per essa ,che consideravano come sacra; e non era infrequente il caso che regalassero i capitani che sventolavano sulle antenne dei loro navigli,dicendo loro che pagavano il debito di Mosca.
Che anzi alcuni bastimenti delle coste africane ,essendo venuti in convoglio a gettare l’ancora nei paraggi dell’isola – lo che risvegliò nelle popolazioni marittime seria apprensione per i parenti e i coinsulari che si trovavano in navigazione - a calmarle l’Imperatore,avendo mandato a riconoscerli e ad interrogarli nelle loro intenzioni e se queste fossero per avventura ostili, i capitani ad una voce risposero: ‘contro il gran Napoleone ?Ah! no giammai: non siamo così temerari da far guerra a Dio !... “
Partito Napoleone questo rispetto e timore scomparvero e i Barbareschi,musulmani, ripresero ad imperversare nei mari dell’isola d’Elba praticando la pirateria come avevano fatto in precedenza per secoli.
Sin dal settembre 1815,pochi mesi dopo che Napoleone è fuggito dall’Elba,iniziano infatti ad essere segnalati bastimenti di berberi musulmani nelle acque dell’isola.
E’ tutto un susseguirsi ,con cadenza mensile,di avvistamenti e segnalazioni.

 

SEGNALAZIONI ED AVVISTAMENTI DI BASTIMENTI DI CORSARI PIRATI BARBARESCHI
Settembre 1815
Scrive Balbiani al Fantoni:
“ill.mo Sg.re Sig.re Pron. Col.
Il Maire della marina di Rio manifestandomi i suoi timori di qualche tentativo di sbarco per parte dei Barbareschi m’informa che quegli abitanti sono scarsi di armi e quasi privi di munizioni da guerra e mi domanda di farli ottenere almeno una ventina di fucili con un sufficiente numero di cartucce.
Pregherei VS Ill.ma a compiacersi di far rilasciare i detti oggetti che potrebbero essere depositati in una stanza sotto la sorveglianza del maire e del Comandante militare di quella comune, per non essere ( )che al momento del bisogno.
Ho l’onore di ripetermi col maggior rispetto di VS Ill.ma
Portoferraio lì 30 settembre 1815
Um.mo Dev.mo Serv.re
L’Intendente
Balbiani”


Intendente è carica che nel governo francese aveva funzione di sottoprefetto e in questa lettera si fa portavoce del timore e della paura che hanno gli abitanti di Rio di essere aggrediti senza avere alcuna possibilità di difendersi.

(Affari generali del Commissario Straordinario dell’isola d’Elba dal 1°settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 2.Carta 162.ASCP)

Queste segnalazioni e avvistamenti continuano nei mesi successivi.
Ottobre 1815
Fantoni,commissario straordinario per l’Elba, così scrive al governatore di Livorno:
“Dal Rapporto Sanitario che ricevo in questo momento risulta che il Corsale Barbaresco preso ieri dalla nostra flottiglia nel modo che dettagliai a V.E. nella mia lettera che riceverà nel solito canale della Posta, è un Bove Tunisino di armamento particolare,comandato dal Rais Camme Adade,armato d’un Cannone e due ( ),equipaggiato di 24 persone.
Son 25 giorni che manca da Tunisi e 3 da Bastia. Non ha fatto verun’altra preda oltre quella che la nostra Flottiglia l’obbligò ad abbandonare.
Depone poi che da Tunisi è partita tutta la squadra del Bey formata da 18 bastimenti
Cioè 3. Fregate
2. Sciabecchi grossi da 34
2. Corvette da 24
2.Brigantini da 20
1.Goletta da 10
1.Sciabecco da 18
1.Nave da 20 e
6. Corsari Mercanti
In tutto 18 bastimenti.
Mi viene riferito che in questa mattina si vede nel Canale di Piombino uno di questi Sciabecchi Barbareschi.
Io ho dato gli ordini più precisi affinchè nessuno dei nostri Bastimenti faccia vela in tempo di notte e dovendo esser partita alla punta del giorno una delle nostre Cannoniere per portar le lettere a Piombino son persuaso che per la vigilanza del Capitano non sia per correre alcun rischio “

(Affari generali del Commissario Straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 2.Carta 187.ASCP)

In questa lettera appare evidente che il “Bove tunisino” aveva fatto una preda liberata con l’intervento della flottiglia granducale.
Il “Bove Tunisino” è una tartana che in genere veniva usata per la pesca ma che i corsari berberi riuscivano ad armare con cannoni.
La squadra del Bey di Tunisi che il rais Camme Adade annuncia essere partita da Tunisi è davvero imponente se si tiene conto che ,ad esempio,la fregata nel 1800 era nave da guerra con tre alberi a vele quadre armata con batteria coperta e scoperta (ponte scoperto) con equipaggio di 160 uomini e fino a 60 cannoni e lo sciabecco era un veliero con tre alberi a vela latina armato dai corsari barbareschi con cannoni di prua,poppa e di fianco.
Per la cattura di questo “Bove Tunisino” il sig. Bartolani fu premiato dallo stesso Granduca “in vista dello zelo,coraggio ed intelligenza dimostrata nell’attacco del Bove Barbaresco”
Febbraio 1816
L’attenzione del governo granducale a queste segnalazioni è massima.
Neri Corsini che è insieme con Fossombroni ministro degli esteri scrive da Firenze il 5 febbraio 1816 a Fantoni,commissario straordinario per l’Elba dopo che da lui ha avuto notizie della presenza nelle acque dell’Elba di “cinque Legni Supposti Barbareschi” e lo autorizza a “collocare dei segnali e di costruire qualche opera di difesa di codesto Littorale”. Lo autorizza inoltre “a fare anticipare alla Massa del Commissario di Guerra la somma di seicento lire su gli avanzi della Cassa Generale dell’isola ad oggetto eseguire senza indugio i Lavori sopradetti”

(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba. Filza 3. Carta 200.ASCP)

Marzo 1816
Così scrive Piochi al governatore dell’Elba Strasoldo:
“Eccellenza
Dietro gli ordini ho l’onore di farli Raporto che nella giornata di ieri passò nel Canale di piombino dei bastimenti credenti sospetti.Palmaiola gli fece fumata perché non volevano inalberare la Bandiera e furono forzati i Forti di Capo di Pero a Palmaiola a tirarli tre colpi di cannone a palla allora i detti Bastimenti andarono all’obbedienza di Palmaiola.
Questo quanto posso narrare a V.E.e con tutto il dovuto respetto ò l’onore di ossequiamento e repetermi
Marina di Rio 25 marzo 1816
Di VE
Um.Dev.mo Serv.re
L.Piochi “

(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816.Filza 1.Carta 38.ASCP)

Maggio 1816
Così scrive il comandante della piazza di Longone a Strasoldo:
“Longone lì 4 maggio 1816
Il Comandante la Piazza
A S.E. Il Sig. Governatore dell’Isola d’Elba
Ieri si mantenne nel Canale una flottiglia Turca con tre bastimenti che avevano fatto vela da questo porto per Napoli furono obbligati a rientrare.
Dicesi che questa flottiglia consistesse in un grosso Sciabecco un Brich una Corvetta e qualche Galeotta.
Ieri il giorno stante il vento fresco sparirono dalle nostre viste dirigendosi verso la punta della Calamita ed essendomi informato da dei marinari mi dissero secondo i loro termini che si sarebbero mantenuti a ridosso dell’Isola a questa cosa non mancai di far raddoppiare la vigilanza al Forte di Focardo e qui in Longone verso mezzanotte che il vento calmò essendo una nottata molto oscura credetti bene di assicurarmi di ogni evenimento per cui spedii un Sergente due Caporali e dodici uomini sull’altura di Barbarossa avendo
ordinato di formare un posto in avanti alla estremità della punta che forma i due ( ) di Barba Rossa e Terra Nera…”

(Idem come sopra)

Giugno 1816
Spannocchi scrive a Strasoldo ,governatore dell’Elba :
“Eccellenza,
Credo opportuno di portare anche a notizia di V.E. l’ingiunti deposti fatti a questo Uffizio del Porto relativi ai pirati e alle loro aggressioni nelle acque toscane.
Questa nuova emergenza arreca un danno non indifferente al Commercio e richiama la maggiore vigilanza sopra le nostre coste;onde prego la bontà di V.E. a tenermi egualmente ragguagliato di tutte quelle notizie che Le possono pervenire su tali disgustosi avvenimenti che rendono indifesi i naviganti.
Le rinnovo i sentimenti del mio rispetto con cui passo a confermarmi.
Di V.E.
Livorno 14 giugno 1816.
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Spannocchi”

(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816.Filza 5.Carta 246.ASCP)

 

Marcello Camici
ASCP.Archivio storico comune Portoferraio


1) In V. Mellini” L’isola d’Elba durante il governo di Napoleone I° “pagina 139.(Firenze.Topografia del nuovo giornale. 1914)

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