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Saline di Portoferraio. Amministrazione controversa tra pubblico e privato - 1^ parte

Scritto da  Marcello Camici Sabato, 04 Luglio 2015 10:08

 

GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA(1737-1801/1915-1860)

Tramite fonti documentarie d’archivio, siamo a conoscenza della esistenza delle saline di Portoferraio sin dal dominio di Cosimo I dei Medici, quando fece costruire Cosmopoli. Poi furono gli Asburgo Lorena,succeduti ai Medici, a prenderne possesso. (1)
Dopo la fuga di Napoleone dall’Elba, il commissario regio straordinario granducale Fantoni, il 15 ottobre 1815, redige uno “Stato Generale di Entrata dell’isola d’Elba” che invia al Direttore della Segreteria di Stato da dove si evince che le saline costituiscono un introito annuo per lo stato pari a lire 23 809.

(Affari generali del commissario straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 2.Carta 226.ASCP)

Ma appena due anni dopo, nel 1817, le saline divengono voce di spesa per lo stato, sotto la dizione “scapito sulla fabbricazione del sale marino” per un totale pari a lire 10805.11.3 (2).
Che cosa era accaduto?
Lo stato introitava rendita dalle saline perché aveva dato ai privati in appalto, tramite contratto, la loro amministrazione ma erano sorte questioni in merito alla riparazione e manutenzione delle opere murarie.
Dopo la restaurazione del dominio Asburgo Lorena sull’Elba,il 3 ottobre 1815, il Direttore della Dogana di Livorno, Isidoro Pistolesi, scrive una lettera al commissario regio straordinario granducale per l’Elba, conte Agostino Fantoni.
Lo fa perché ha ricevuto l’incarico dal Consigliere di Stato dell’Amministrazione Generale delle Regie Rendite di informarsi sullo stato delle saline a Portoferraio.
In questa lettera il Direttore chiede al Fantoni una “dettagliata narrativa” sui seguenti punti:
“Del grado in cui si trovano in cui si trovano codesti corpi destinati a raccogliere il sale.
Della quantità di detto Genere esistente in codesti Magazzini.
Se questa appartenga all’Appaltatore o ad altri.
Per conto di chi si vende il sale nell’isola.
Quando vada scadere il tempo dell’Affitto.
Se è stato pagato il Canone.
E quali siano finalmente le condizioni in rapporto alla manutenzione della Saline medesime,delle Fabbriche e
degli Attrezzi del loro servizio da restituirsi a termine dell’Appalto
Dogana di Livorno 3 ottobre 1815
Dev.mo Obb.mo Serv.re
Isidoro Pistolesi Direttore “

(Affari generali del commissario straordinario dell’isola d’Elba dal 1° settembre 1815 al 16 marzo 1816.Filza 2. Carta 239.ASCP)


In data 22 ottobre 1815 il conte Fantoni risponde alla richiesta del Direttore della Dogana di Livorno allegando una “Memoria sull’Amministrazione della Saline di Portoferraio“, memoria che porta la firma dell’Intendente Balbiani ed è datata 17 ottobre 1815.
Questa memoria che risponde in modo scrupoloso alle richieste del Direttore della Dogana di Livorno è documento interessante ed importante perché fa conoscere lo stato delle Saline di Portoferraio agli inizi dell’ottocento.
Conoscenza sullo stato delle saline di cui eravamo totalmente all’oscuro.
Dalla memoria veniamo a sapere dell’esistenza di una situazione di una lunga conflittualità tra privato e pubblico che coinvolge anche Napoleone Bonaparte.
Conflittualità che sfocia in tribunale, conflittualità tra privato (affittuario delle saline) e pubblico (lo stato che è proprietario delle saline) in merito,da un lato, a crediti e debiti dell’affittuario e, dall’altro, in merito a chi spettasse, se allo stato o all’affittuario, il costo della riparazione delle mura foranee delle saline che andavano riparate.
Questa conflittualità può rendere perciò conto perché dopo due anni, nel 1817, le saline divennero voce di spesa anziché introito per la casse dello stato.

Scrive l’intendente Balbiani (22 ottobre 1815):
 

“MEMORIA SULL’AMMINISTRAZIONE DELLE SALINE DI PORTOFERRAIO

In ordine di un decreto del Sig. Lelievre Commissario del Governo Francese nell’Isola dell’Elba in data del 1 febbraio 1803 le Saline di Portoferraio furono affittate al Sig. Mariani di Milano per anni dodici, da cominciare dal primo al primo ventoso anno 11(20 febbraio 1803).
Il prezzo dell’affitto fu fissato a lire 16666.13.4 annue per i primi quattro anni ed a lire 23809.10.4 per gli otto ultimi da pagarsi in rate mensuali.
Fu convenuto che si facesse un inventario estimativo di tutti i sacchi ,pale ed altri utensili esistenti necessari alla fabbricazione del sale che l’affittuario ne pagasse l’importare al Governo e che alla fine dell’affitto il Governo dopo ( ) di ricomprare da lui a prezzo di stima quegli utensili che avesse avuto in essere nei magazzini.
Che si facesse egual inventario estimativo delle fabbriche e magazzini annessi alle saline istesse.
Che fosse proibito nell’isola l’introduzione di sale straniero,atteso l’obbligo imposto all’affittuario di fornire la quantità necessaria alla consumazione degli abitanti al prezzo di lire 4.15.2 il cantaro metrico di libbre 300 circa (3) e di tener perciò sufficientemente provvisti i suoi magazzini.
E quanto in risarcimento da farsi così si ( ) il citato Decreto = art.6 l’Affittuario sarà obbligato di fare a sue spese i rifacimenti e mantenimento tanto delle saline che della fabbriche in maniera che se alla fine del suo affitto non li fosse rinnovato un altro potesse entrarne a
goderne =
Il Sig. Mariani cessò il commercio ed il Sig. Giuseppe Antonio Rossetti, negoziante di Milano uno dei di lui creditori, domandò di ottenere di essere riconosciuto in proprio come affittuario delle Saline, ciò che fu fatto dal Commissario Generale Galeazzini con Decreto del 13 Fiorile anno 13 (3 Maggio 1805) col quale furono conservati tutti gli obblighi dell’affittuario descritti nel Decreto precitato del 1 febbraio 1803.
Il nuovo affittuario fece delle lagnanze sul cattivo stato in cui si trovavano le Saline, infatti malgrado le disposizioni del Decreto erano state consegnate al Mariani senza inventario ed era poi certo infatti che l’episodio che aveva sofferto la Città di Portoferraio nel 1801 le aveva indotte in cattivissimo stato.(4)
Il Sig Rossetti osservava inoltre che l’Art 6 del suddetto Decreto contenendo relativamente a rifacimenti un fatto troppo ( ), doveva interpretarsi secondo il disposto delle Leggi che mettevano a carico dell’Affittuario le riparazioni delle localine e a carico del Proprietario le grosse riparazioni”

(Idem come sopra)

 

Marcello Camici

ASCP.Archivio storico comune Portoferraio

 

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