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Dai banchi del Cerboni ai giochi olimpici di Sochi e di Pyeongchang

Scritto da  Emanuela De Domenico Lunedì, 03 Dicembre 2018 12:00

La sfida di Francesco Costa, un campione capace di reinventare se stesso.

Ad esser sinceri la neve sul Monte Perone non è molto frequente, ma quando arriva è uno spettacolo!
Non capita spesso di poter ammirare panorami innevati avendo sullo sfondo acque marine cristalline. Lo stesso stupore che si prova nel vedere la cima dell’Etna coperta di neve dal Teatro antico di Taormina con il golfo di Giardini Naxos che fa da cornice.
Esperienze rare e c’è da chiedersi come nasce all’Elba un campione di sport sulla neve come quello del “Bob su ghiaccio”. Quale magica alchimia ha avvolto il destino di un giovane elbano di cui andar fieri, Francesco Costa!


Ho il piacere di chiederlo direttamente al campione tra le mura accoglienti, piene di libri, della biblioteca del Cerboni.
Una stretta di mani introduce il nostro incontro. Ci conosciamo oggi, ma anche se il campione non lo ricorda, sull’onda modaiola dei selfie, ne abbiamo condiviso uno in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo scorso 17 settembre al Cerboni. Francesco era tra gli invitati di quella cerimonia, fiero nel suo abbigliamento sportivo accanto al Presidente del CONI e ad altri campioni olimpici, proprio nella scuola, il Cerboni, che alcuni anni prima lo ha visto diplomato IGEA (un ragioniere votato allo sport!).


Voglio sapere come ha vissuto il momento in cui ha stretto la mano del Capo dello Stato.  Mi risponde “Sono molto grato al Coni e mi son sentito orgoglioso e fortunato che sia stato inaugurato l’anno scolastico proprio nella mia vecchia scuola. Ricevere il saluto del Presidente Mattarella da elbano e da sportivo è stato emozionante come vincere una gara”.


Gli chiedo di raccontarsi un po’ e scopro due interessanti curiosità “La mamma è elbana e mio padre era di Messina” (ndr. la mia città!) “è stato un professore di economia aziendale. Ha insegnato al Prof. Bruzzi” (ndr. mitico vice preside!)“che sarebbe stato poi il mio professore al Cerboni”.


Quindi lo studio di economia aziendale tramandato da padre in figlio? Ma Francesco vuole subito precisare “A scuola non ero un genio, ho sempre fatto la mia parte, mi sono sempre applicato. Scienza delle finanze e Diritto le trovavo materie un po’ più difficili e le studiavo insieme ai compagni” e con orgoglio prosegue “non sono mai stato bocciato!”. Lo interrompo solo per chiedergli il voto più basso che abbia mai preso (in memoria di un mio impronunciabile voto in francese ai tempi della scuola che ancora oggi ricordo come il più basso della mia carriera scolastica, un’onta sul mio curriculum di studi!). “Ho preso anche dei due, ma recuperarli ti forma il carattere, come persona, come uomo, le interrogazioni e le verifiche sono sfide contro te stesso che devi affrontare e vincere”...la stoffa di un campione! “L’inglese mi piaceva, ma diciamo la verità, era Scienze motorie che alzava notevolmente la mia media dei voti”.


Ecco che Francesco da bravo ex calciatore mediano mi fornisce il giusto assist per la domanda successiva. Che ruolo ha avuto lo sport nella tua vita? E dall’alto del suo metro e 85 mi racconta dell’incontro con l’atletica leggera, con la Prof.ssa Giovanna Orlandi prima e con il Prof. Armando Mansani dopo. “Quando frequentavo la scuola, nel triennio, ho lasciato la mia prima passione, il calcio, e ho iniziato atletica leggera a Piombino, viaggiavo quasi ogni giorno”. Mi viene spontaneo chiedergli come è riuscito a conciliare sport e studio e mi risponde come uno che la sa lunga su come non sprecare tempo per portare a casa l’obiettivo di realizzare i propri sogni “Portavo con me i libri sulla nave e le traversate erano il tempo migliore per studiare, volevo raggiungere le mie mete ma senza trascurare gli studi”.


Gli chiedo, quindi, che legame c’è tra l’atletica leggera e lo sport (il Bob su ghiaccio) che lo ha poi visto in gara durante i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 e in Corea del Sud (Pyeongchang 2018). La sua risposta mi conferma una preziosa regola esistenziale…aprire gli occhi e il cuore per saper cogliere le occasioni che la vita ti offre. “Nel 2005, grazie all’atletica leggera, ho partecipato e vinto il concorso per entrare nel gruppo sportivo della Fiamme oro della Polizia di Stato, sono seguiti anni di formazione e allenamento tra Peschiera del Garda e Padova, dove sono rimasto sino al 2010. E poi l’occasione della mia carriera sportiva, sono stato chiamato dai tecnici della nazionale Bob su ghiaccio, uno sport di velocità e potenza in cui avrei potuto sfruttare le doti molto affini dell’atletica”. Un elbano sul ghiaccio è come un lemure al Polo Nord I primi due anni sono stati faticosi, il freddo di Sestriere e di Vipiteno dove sostenevo allenamenti molto duri, ma alla fine tutti i sacrifici sono stati ricompensati dalla partecipazione ai Giochi Olimpici di Sochi”, con un sospiro aggiungeLa prima olimpiade non si scorda mai!”.


Oggi il Francesco di 33 anni che progetti futuri ha in cantiere? E qui emerge la saggezza di un campione capace di guardarsi dentro e di capire che è il momento di iniziare un nuovo cammino. “Non ho rimpianti, sono contento, ma è il momento di pensare al futuro e io lo immagino nel corpo della Polizia di Stato. Ho avuto la fortuna, grazie allo sport di entrare in questa importante realtà e adesso mi impegnerò per onorare al meglio il mio ruolo. Dovrò studiare, ma sono pronto, anche per costruire su basi solide una mia futura famiglia”. E un ritorno all’Elba in divisa? “Sarebbe bello!”.
E allora campione in bocca al lupo e arrivederci al bivio per San Giovanni, sempre pronta con patente e libretto!!!


Intervista di Emanuela De Domenico

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