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Riflessioni su decoro urbano portoferraiese e referendum

Scritto da  Cecilia Pacini Lunedì, 15 Aprile 2013 09:45

Cecilia Pacini: Il decoro urbano e' una delle spine piu' acute nella situazione portoferraiese che lo distingue in negativo dalla maggioranza degli altri paesi, perche' stenta ad essere persino percepito come un bisogno reale e necessario.  Segue a ruota il verde urbano, che, come progetto globale cittadino, non ha mai avuto l'attenzione da parte di nessun amministratore portoferraiese (altre fotografie all'interno)

vasiLa maggiore obiezione di molte persone contrarie al Comune Unico e' la portoferraizzazione dell'isola, che viene considerata il maggiore ostacolo alla cestinorealizzazione di questo progetto. Forse si puo' provare a ribaltare la percezione di questo reale ma non scontato pericolo. Dal punto di vista portoferraiese, con la venuta del Comune Unico si potrebbero infatti aprire nuove prospettive e cambiamenti grazie al contributo degli altri comuni. Premetto che non voglio addentrarmi nello specifico di progetti singoli. Prendo come esempio solo lo strato "superficiale", esterno, quello piu' visibile, che mostra a tutti la condizione in cui il capoluogo si trova da anni.   Il decoro urbano e' una delle spine piu' acute nella situazione portoferraiese che lo distingue in negativo dalla maggioranza degli altri paesi, perche' stenta ad essere persino percepito come un bisogno reale e necessario.  Segue a ruota il verde urbano, che, come progetto globale cittadino, non ha mai avuto l'attenzione da parte di nessun amministratore portoferraiese.  Non e' necessario

parlare dei poveri giardini delle Ghiaie, ma forse e' necessario ricordare cestino 1contatorel'accesso

all'ospedale, oltretutto pericoloso, che sembra ancora un cantiere mai finito; la zona portuale cosi inospitale, che privilegia solo le auto in transito, ma non quelle in sosta, ne' i passeggeri; i viali cittadini trascurati; le piante avvilite; la zona industriale, impolverata e disordinata, cosi centrale e affacciata sul mare. Mi rendo conto di poter essere facilmente accusata come "disfattista", di sottolineare  solo le cose negative.  E' chiaro che questa mia affermazione e' una provocazione, ma mi permetto questa domanda: e se il Comune Unico portasse un vento nuovo, e gli altri paesi cominciassero a interessarsi e ad essere piu' coinvolti nella gestione del capoluogo per considerarlo vasettocome bene comune, responsabilita' da condividere, base cartellobiglietto da visita da tutelare e proteggere ? Pensiamo alla passeggiata di Marciana Marina, pensiamo alle centinaia di nostri vasi di cemento ... Pensiamo al lungomare di Porto Azzurro, pensiamo al lungomare di Portoferraio fino al porto ... Pensiamo al lungomare di Marina di Campo, pensiamo all'inquinamento luminoso del nostro lungomare... Pensiamo ai parcheggi e ai recenti lecci della circonvallazione di Capoliveri, pensiamo ai nostri parcheggi... Pensiamo al centro storico di Marciana Alta, pensiamo al nostro centro storico (e ai suoi tombini con lo scirocco)... Pensiamo alle piazzole panoramiche della costa sud, pensiamo ai cespugli e rovi sulle curve delle Grotte... Lascio ognuno di voi libero di elaborare questa lista per offrire un contributo, ma in modo costruttivo e propositivo, per il futuro di tutti.  Come dice uno scrittore giapponese, "la nostra memoria e' composta da una combinazione di memoria individuale e memoria collettiva, le due sono strettamente intrecciate".  Quando la memoria collettiva di un'isola, le nostre tradizioni e i valori o i luoghi piu' importanti vengono dimenticati, svalutati, tenuti in scarsa considerazione, non siamo piu' in grado di sapere chi siamo e la memoria individuale si affievolisce.   E allora si ha la tentazione di pensare che la responsabilita' di ognuno vada ben oltre il Comune Unico. 

Cecilia Pacini

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