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Cara Leonilde che ci facevi sentire a casa

Scritto da  Tino Melis e famiglia Giovedì, 30 Aprile 2020 16:42

Cara Leonilde,
mi fa piacere pensare che tu possa sentirmi e che altri abbiano avuto l’impulso di scrivere su di te.
Da anni, appena arrivato all’Elba, come prima cosa venivo da te, sia solo con mia moglie sia con i figli e nipotini … quando mi sedevo in quel tavolino esterno, per fumare liberamente, mi veniva sempre da dire “finalmente a casa” … così mi facevi sentire con la tua disponibilità e spesso con la tua pazienza nell’accontentarmi … sempre.
L’affacciarmi in cucina per chiederti direttamente (trascurando Franco) cosa avevi di buono, il buttare l’occhio in quei tuoi enormi pentoloni pieni di fantastico sugo era come un rito … un qualcosa di speciale che già valeva la pena del “biglietto” … e poi lo “spettacolo” veniva dopo … e incredibilmente erano sempre “prime” anche dopo anni e anni di frequentazione.
Sono, meglio dire siamo molto affezionati a tutta la tua famiglia e speriamo che Franco e le tue figlie abbiano la forza di superare questo terribile momento … non poteva esserci momento peggiore per lasciarli … ma se loro continueranno noi di certo ci saremo.
Ti saluta in particolare anche Matteo … non ha saputo trattenere le lacrime quando la mamma gli ha detto … che eri volata in Cielo … puoi capire che non sia stato solo pensando al suo piatto preferito, quel sugo nero che addirittura tenevi pronto per lui … i bambini “sentono” le persone e si affezionano se ne vale la pena … e tu valevi la pena.


Con affetto

Tino Melis e famiglia

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