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Giordano Bruno e Nelson Mandela, letterina di Natale di un artista

Scritto da  Italo Bolano Lunedì, 16 Dicembre 2013 00:00

"Di fronte a questi maestri di vita e di perdono vien fatto di pensare a questa nostra società che ci comanda -scrive Italo Bolano- meno male che la tristezza che ne deriva mi viene vinta dall'Arte e qualche volta mi fa dimenticare la subordinazione alla menzogna e alla servitù che ci viene imposta".

Ho amato Giordano Bruno per la sua forza di vincere ogni sopruso sovrumano nonché di “vincere” la vita con la morte.
Bruno fu un uomo di libero pensiero, filosofo, scienziato.
Indagò profondamente l'Universo e sostenne che il Sole era al centro dell'Universo e non più la Terra, teoria che non poco faceva urtare quei potenti che si sentivano appunto al centro del nostro mondo.
Visse nella Chiesa e da questa fu osteggiato e considerato uomo riprovevole.
Diceva: “Colui che vede in se stesso le cose è al tempo stesso tutte le cose”.
Fu più volte invitato ad abiurare le sue idee ma in nome della sua verità su arrestato, incarcerato e condannato per eresia ad essere arso vivo sul rogo, il che avvenne in Campo dei Fiori a Roma nel 1600.
Gira voce che alcuni in Vaticano vorrebbero riabilitarlo ma...dice Massimo Cacciari, “sarebbe ridicolo”.
Grazie a Dio abbiamo un cervello che è in grado di poter cercare e scoprire, talvolta, la verità del mondo, una cosa bellissima e semplice ma ancora di pochi.
L'uomo con le parole, che dovrebbero essere sacre, spesso non accetta questa semplice cosa, ma inventa le bugie per convenienza.
Gesù nacque umilmente in una mangiatoia, visse nel dolore per la giustizia umana e si fece uccidere.
...secondo me a Natale e a Pasqua ci dovremmo raccogliere e sentirci vicino a lui invece di speculare sul consumismo...
(In questi periodi di festa io preferisco dipingere il Cristo simbolo del dolore umano).
Oggi mi viene di pensare assai a Nelson Mandela che fu, fra l'altro, da me già raffigurato nel “Millennium” di Capoliveri all'Elba.
E' l'ultima icona simbolica della giustizia, della verità e  della uguaglianza.
E' davvero difficile pensare ad un uomo che, per ideali di uguaglianza e per difendere la povertà possa aver superato la sua intensa vita e perfino 27 anni, 27 anni!, in una cella dove poteva appena stare disteso.
Oggi il mondo gioisce e piange per questo grande spirito che ci infonde speranza.
Di fronte a questo maestro di vita e di perdono vien fatto di pensare a questa nostra società che ci comanda. Meno male che la tristezza che ne deriva mi viene vinta dall'Arte e qualche volta mi fa dimenticare la subordinazione alla menzogna e alla servitù che ci viene imposta.
Mandela fu un grande esempio di educazione e combatté alacremente per far studiare i bimbi.
Penso ancora alla nostra scuola, nella quale ho svolto per 40 anni l'insegnamento di Arte.
In tutto questo tempo non ho mai avuto un'ispezione, se non un incontro di qualche minuto per giustificare un passaggio di carriera.
Ho lavorato con tanta passione con entusiasmo e buoni risultati, ma avrei potuto fare l'opposto e nessuno se ne sarebbe accorto.
E poi, se fare l'insegnante non è una missione comunque, almeno fino a qualche tempo fa, non erano richiesti esami di pedagogia né di pedagogia.
Non parliamo poi dell'insegnamento che ci offrono coloro che ci comandano, stanno lì a litigarsi la poltrona e non pensano ai milioni di italiani che soffrono la fame.
Nelson Mandela diceva che l'educazione è l'arma più potente che può cambiare il mondo.

Italo Bolano

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