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Trafalgar Square e la Villa dei Mulini

Scritto da  Cecilia Pacini Venerdì, 03 Gennaio 2014 07:10
I simboli di Napoleone si susseguono imponenti in tutta Europa.  
La colonna sembra essere l’elemento architettonico deputato a simbolo della forza militare, supremazia, vittoria e, come a San Pietroburgo, anche a Londra l’impatto con la colonna di Trafalgar Square e il ruolo di Nelson è grande.  Se ci si arriva risalendo le scale della metro, gradino per gradino, la celebrazione della battaglia navale più famosa e decisiva per le sorti delle potenze europee appare imponente, davanti a uno dei musei più prestigiosi del mondo, la National Gallery.  Trafalgar-Square
Un elbano che si trovi in questa piazza non può non soffermarsi a valutarne le implicazioni per noi, non può non pensare alla Palazzina dei Mulini e alla Residenza di San Martino.  Abbiamo anche noi, all’isola d’Elba, elementi peculiari, unici.  Le nostre due residenze napoleoniche sono il nostro fiore all’occhiello, musei che, anche nelle condizioni precedenti la recente ristrutturazione, rappresentano da anni il secondo museo più visitato in Toscana dopo gli Uffizi. Cifre strabilianti.  
I nostri rari turisti inglesi, in tanti anni, quale impressione sono stati capaci di comunicare una volta tornati a casa?  Sono state le visite alle due residenze imperiali eventi veramente memorabili, o semplicemente interessanti?  Come invogliare un cittadino britannico a visitarci, o a conoscere meglio anche il destino elbano di Napoleone? Gli inglesi all’Elba sono rari: debole è il collegamento aereo. Esistono voli diretti tra Londra e Saint Lucia, rinomata isola caraibica, con Sardegna e Sicilia, Corsica e Baleari...
I treni in Gran Bretagna sono piuttosto cari, ma offrono un servizio egregio. Se si escludono gli aerei, arrivare in treno all’Elba a volte può essere un’avventura. Mi ricordo un comico, Montesano, tanti anni fa, che, imitando gli inglesi riferendosi agli italiani, diceva... “pittoresco, molto pittoresco”. Si può definire così l’arrivo al porto di Piombino?
I parchi e i giardini in Inghilterra sono pressoché ovunque dei capolavori, oggetto di grande rispetto, e la Royal Horticultural Society è un’istituzione prestigiosa con un vasto seguito.  Non possiamo dire la stessa cosa dei nostri parchi cittadini, né di quello di San Martino, o dei giardini storici dei Mulini, sui quali tra l'altro esiste un interessante progetto di restauro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Curiosamente mi è capitato diverse volte di non riuscire a trovare una grande varietà di piante nei nostri vivai alla fine dell’estate, mentre in Inghilterra anche a settembre e ottobre è tutto un tripudio fiorito, nonostante il clima più freddo del nostro.
Libri, guide, e indicazioni museali in inglese sono piuttosto rari. Inoltre, le traduzioni sono spesso eseguite da traduttori italiani verso l’inglese, cioè non madre-lingua (fenomeno molto diffuso in Italia, purtroppo). La qualità e fluidità del testo ne possono essere fortemente penalizzate: leggere “questo inglese” a volte dà anche adito a sorrisi o addirittura incomprensioni.
ukscotlandskyeEppure converrebbe fare attenzione alle caratteristiche dei visitatori inglesi che, al pari dei turisti dell’Europa settentrionale, sarebbero gli ospiti perfetti anche per un turismo fuori stagione.
Una bella giornata primaverile o autunnale nostra equivale ad una loro ideale giornata estiva, e le temperature che per noi risultano penalizzanti, sono invece gradevoli e gradite (mentre un nostro sole estivo può rivelarsi troppo potente per la carnagione chiara).
Chi ha osato fare un bagno a Brighton, la più famosa stazione balneare della Manica, tra le onde gelide e in mezzo a turisti pallidi ma felici?  o chi non ha visitato o conosce almeno di nome le affascinanti isole Ebridi?  
Vorrei citare un sito turistico che, alla voce "What to do" (che cosa fare), dice apertamente che alle Ebridi non ci sono attrazioni: “It’s about the simple things: wildlife spotting, shore walks and star gazing".  
Coll è stata recentemente designata la prima isola Dark Sky della Scozia, con il progetto di lanciare regolari eventi per l’astronomia l’anno prossimo.  Mentre l’isola di Skye, che ho visitato di luglio indossando la giacca a vento, è stata votata la quarta migliore isola nel mondo dalla rivista National Geographic.
A volte sembra difficile individuare la via per il successo nel turismo e nell’accoglienza, ma quando pensiamo al benessere e futuro della nostra isola, prendiamo un po’ di spunti anche da chi ci viene a visitare, scegliendo sempre il meglio da ognuno di noi, e condividiamo quello che abbiamo da offrire, le nostre ricchezze, i nostri punti di forza e di attrazione, con la gentilezza e l’interesse di chi, a casa sua, ha già risolto alcuni dei nostri problemi in modo pratico e congeniale.
Cecilia Pacini
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