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Fratini: le contraddizioni dell'Amministrazione sulla revoca di Del Torto

Scritto da  Giovanni Fratini Martedì, 11 Novembre 2014 14:43

 

In oltre trent’anni di impegno politico e di lavoro nella Amministrazione locale ho avuto la possibilità di partecipare ad un numero notevole di consigli comunali sia come Amministratore sia come Segretario comunale. E ne ho viste e sentite delle belle. Spesso divertendomi. Ma venerdì 7 novembre, nell’aula consiliare di Portoferraio, il mio divertimento ha raggiunto punte mai godute. Ne ho sentite di cotte e di crude in un crescendo rossiniano, tant’è che quasi non credevo di assistere ad una seduta consiliare. E se qualcuno prima della fine dello “spettacolo” mi avesse detto che c’era da pagare il biglietto, anche senza riduzione per un over 65 come me, lo avrei pagato volentieri.
Vedo che la polemica non accenna a spegnersi. Il clima politico continua ad essere arroventato e lo sarà anche nei prossimi giorni almeno fino alla elezione del nuovo Presidente del Consiglio.
Ho letto che la maggioranza ha avuto la geniale idea di chiedere alla Presidente defenestrata anche le dimissioni dalla carica di consigliere. La motivazione? Perché non si sarebbe astenuta al momento della votazione sulla sua revoca.
Come si possa “sparare” una simile assurdità mi resta difficile capirlo. Come si fa a dire che avendo partecipato alla votazione ha “l’obbligo” di dimettersi? Dov’è la norma di legge, di Statuto o di Regolamento che imporrebbe al Presidente di non partecipare alla votazione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti? In verità non esiste in tal senso alcuna norma. Un consigliere ha solo l’obbligo di non partecipare alla votazione e di non prendere parte neppure alla discussione allorquando sono in ballo interessi personali o di suoi parenti e affini. Ma non è evidentemente questo il caso. La Del Torto non ha difeso suoi interessi personali, ma la sua funzione di Presidente del Consiglio. Mi stupisco di questa sortita della maggioranza anche perché di essa fanno parte persone che, come il Bertucci, il Nurra e lo stesso Vice Sindaco Marini, hanno già sulle spalle un po’ di esperienza amministrativa. Non vengono da Marte. Lo stesso Sindaco, che per tanti anni è stato Dirigente della Comunità montana e dell’Unione di Comuni, come ha fatto a non essere preso dallo scrupolo di andare a vedere se una simile richiesta avesse un minimo di fondamento giuridico?
Insomma si ha l’impressione, anzi abbiamo il timore che Il Sindaco e i Consiglieri che lo sostengono abbiano una conoscenza molto scarsa delle regole da rispettare per il corretto e democratico funzionamento di una Amministrazione comunale. Un corso accelerato per approfondire la materia non sarebbe una cattiva idea, magari ritornando nella pace dell’isola di Montecristo, per qualche giorno, in modo da trovare la necessaria concentrazione.
Se poi ce la vogliamo dire tutta, durante la votazione della mozione di sfiducia qualcosa è andato storto, ma non per la partecipazione al voto della Del Torto, ma per la partecipazione del nostro Primo cittadino.
In questo caso le norme che non consentono al Sindaco di votare esistono e non prestano il fianco a diverse interpretazioni. Sono chiarissime. Mi riferisco all’art.11 ter dello Statuto comunale dove è scritto che “Il Presidente del Consiglio può essere revocato sulla base di una mozione di sfiducia motivata presentata da almeno due quinti dei CONSIGLIERI ASSEGNATI che sia votata da due terzi DEI CONSIGLIERI ASSEGNATI”. E all’art.43, 4° comma, del Regolamento di funzionamento del Consiglio che ripete pari pari la norma statutaria. Dunque solo chi ricopre la carica di consigliere comunale può votare la mozione di sfiducia e non il Sindaco che non è Consigliere comunale.
Anche per l’elezione del Presidente lo Statuto, all’art.11 bis, esclude il Sindaco dalla partecipazione al voto. Tant’è che quando la Del Torto fu eletta il 20 giugno il Sindaco correttamente non votò. Questa volta non è successo. Si è dimenticato dello Statuto e del Regolamento. Come mai? Semplice distrazione o lo ha fatto intenzionalmente accecato dalla voglia di liberarsi dello scomodo Presidente? Optiamo naturalmente per la prima ipotesi. Anche perché la seconda sarebbe molto disdicevole per un Sindaco.
Detto questo che facciamo? Chiediamo le dimissioni del Ferrari? No, sarebbe sbagliato. Ci ha promesso che lavorerà sodo e che ci farà tornare ad essere orgogliosi della nostra città. Buon lavoro! Eviti però altri “scivoloni”, considerato che ne ha già fatti diversi, come la decisione di convocare una seduta consiliare nella Villa Reale di Montecristo o la nomina di un sesto Assessore, peraltro inutile viste le funzioni affidategli, quando per legge il Comune di Portoferraio ne può avere solo 5.

Giovanni Fratini

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