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Gianni Anselmi: Barbetti si rinchiude in volgari luoghi comuni

Scritto da  Gianni Anselmi - da il vicinato Mercoledì, 17 Dicembre 2014 00:52

L'ex-sindaco di Piombino: “Barbetti ha offeso non tanto chi intendeva irridere, quanto la storia di tanti elbani che hanno trovato il benessere, costruito affetti e messo radici da questa parte del canale senza strapparle dall'Isola e anzi rivendicandole con orgoglio pur sentendosi di casa a Piombino”

«Il sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti, polemizzando con un redattore del Tirreno a causa di un articolo sulla gestione associata del turismo all'Isola d'Elba (tema nel merito del quale accuratamente non entro, vedo peraltro che molto puntualmente lo ha fatto il sindaco di Campo Lorenzo Lambardi) ha scritto nelle scorse ore: "Luca Centini, un bravo ragazzo anche se piombinese". In questo modo Barbetti ha offeso non tanto chi intendeva irridere, quanto la storia di tanti elbani che hanno trovato il benessere, costruito affetti e messo radici da questa parte del canale senza strapparle dall'Isola e anzi rivendicandole con orgoglio pur sentendosi di casa a Piombino. Come mio padre Giovanni, operaio in Magona che dal terrazzo conta le luci del Cavo, e mio nonno Elmo, ormeggiatore al porto di Piombino che è sepolto a Marciana Marina vicino a suo fratello Mario, che invece lavorava sui rimorchiatori. Come mia madre Angela e come mia nonna Nalda. Come mia zia Delia, che è nata alla Marina, cresciuta a Piombino e oggi insegna e vive a Portoferraio. Lasciatelo dire da un piombinese che entrando nella rada di quella che fu Cosmopoli, e alla curva della Crocetta arrivando a Marciana Marina, sente stringersi un nodo in gola: “Caro ex collega, magari volevi fare una battuta ma hai sbagliato. Ci sono nessi antichi e profondi fra i nostri territori: il futuro sono le cose che possiamo fare insieme, di qua e di là dal mare e nelle rispettive autonomie e specificità, per questo pezzo di Toscana; e non il rinchiudersi separati, e dunque più deboli, in volgari luoghi comuni”. A Luca Centini e alla redazione del Tirreno esprimo la mia sincera solidarietà».

Gianni Anselmi

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