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Gestioni (dis)associate: lettera ad un Assessore

Scritto da  Claudio Coscarella Mercoledì, 17 Dicembre 2014 09:39

 

I piccoli comuni dovranno nel prossimo anno andare verso le gestioni associate. La nostra isola è dilaniata fra otto interessi di campanile ed undici comunità. Non entrando nel merito della diatriba di Rio Elba con la sua Marina, nelle recriminazioni sul voto degli isolani dei settori accidentale ed orientale che hanno bocciato l’ occasione unica ed irripetibile di Cosmopoli quale comune unico elbano, nelle considerazioni eslamative botta-risposta della gestione associata del tesoretto della Tassa di Sbarco da parte del comune di Capoliveri, tralasciando i troppi indicatori della cultura di borgo ancora dominante sull’Elba, da questa ultima premessa indirizzo la presente ai Dirigenti/Presidenti di una delle tante Società di Calcio dell’Elba, ovvero agli Otto Assessori allo sport dei comuni elbani. Un petizione che parlerà solamente di calcio per i Dirigenti, Presidenti ed Assessori che spesso hanno in comune una Maiuscola Attenzione Politica che prevale sulla passione dello sport.

Egregio Dirigente/Presidente/Assessore allo sport
Ho 4 figli in età diverse che giocano ed hanno giocato a calcio in quattro dei comuni elbani. Per questo non posso certo affermare di essere un tecnico e nemmeno un ex giocatore, nonostante ad 8 anni con le scarpette di pelle dai tacchetti di suola inchiodati, prendevo a calci la palla (pesantissima fatta di cuoio con le cuciture ammorbidite con grasso di balena) con i giocatori della squadra di calcio (la Paolana) di serie D (oggi …….) del mio paese calabrese che contava 18 mila abitanti. Mio padre era uno dei dirigenti. La media degli spettatori allora oscillava intorno alle 1000 unità. Credo che sull’isola potrebbero essere di più e se ci fosse una squadra unica mi ritornerebbe anche la voglia di andare allo stadio con i figli, proprio come allora con mio padre molto molto tempo fa.
Ma torniamo, 50 anni dopo, ai miei figli che giocano sull’isola, dove negli ultimi 5 anni ho potuto/dovuto costatare una costante criticità della mancanza di indirizzi programmatici nelle società di calcio comunali, sia nell’ ambito educativo che in quello tecnico.
La comunicazione famiglie-società è delegata al “mister allenatore” nelle occasioni estemporanee del dopo partita e durante le trasferte per dei tornei. La preparazione psicofisica è trascurata a totale vantaggio di quella presunta tecnica, che poi si esaurisce spesso solamente nella partitella di allenamento. L’equipaggiamento, anche grazie agli sporsor, è risultato sempre bello e di buona qualità. La motivazione dei “mister” mi è apparsa ammirevole ma estemporanea e fluttuante forse vittima della mancanza di una prospettiva almeno a medio termine (prospettiva a medio termine = 3/5 anni !).
Eppure alcune nostre strutture, campi di calcio, spogliatoi, spazi esterni attrezzati e tribune, sono fra le migliori della provincia, come la motivazione e la passione dei tanti genitori che settimanalmente seguono i loro figli. Sull’isola ci sono ben 4 campi di calcio sintetici regolamentari ! Ciò nonostante i risultati in termini educativi e di socializzazione possono considerarsi mediocri ed i risultati tecnici nel confronto provinciale appaiono addirittura scadenti: le compagini elbane, tranne qualche eccezione, raschiano il fondo delle classifiche e conquistano le ribalte dei giornali provinciali per comportamenti discutibili in campo di giocatori, dirigenti ed allenatori. A questo si aggiunge che le squadre dilettantistiche, le cosiddette prime squadre degli adulti, militano nelle ultime categorie e raschiano il fondo delle classifiche.
Nel calcio (ma il concetto è generalizzabile) è necessario avere dei chiari indirizzi progettuali, concretamente basati sui numeri e sulle nostre possibilità isolane. Gli addetti ai lavori del calcio elbano, capillarizzati fra otto comuni ed 11 comunità (cc. 33.000 abitanti), fra dirigenti di società, segretari, allenatori e factotum vanno oltre le 100 unità per circa 400 ragazzi ! Inoltre si mormora (la Corte dei Conti definisce “questi mormorii” come residui attivi vetusti cioè crediti non più esigibili) che tutte le società presentano bilanci insolventi verso i fornitori ed anche verso le casse comunali, da sempre eccessivamente generose in questo specifico settore con i soldi pubblici a svantaggio degli altri sport, in particolare verso quelli prevalentemente femminili come la danza e la ginnastica artistica. Questa è un’evidente discriminazione di genere tipica delle comunità meno evolute: “i maschietti ricevono tutto e le femminucce, che praticano con talento gentili discipline, si devono accontentare delle briciole”!

UNA GESTIONE ASSOCIATA PER IL CALCIO ELBANO
I numeri sulle nascite elbane (120/130 maschi per anno) parlano chiaro, anzi chiarissimo e rappresentano “lo scoglio demografico” sul quali costruire programmi concreti e credibili. A mio modesto parere ecco alcuni suggerimenti per gli addetti ai lavori:
1) Ogni comune elbano potrebbe in autonomia organizzare corsi e squadrette di calcio per dare vita a tornei isolani fra comuni e comunità che si sfidano reciprocamente dai 4/5 anni, epoca dei Primi Calci, fino ai 10 anni delle categorie riconosciute dalla FIGC dei Pulcini C, B ed A.
2)Le categorie successive per età nella fascia dei 11/13 anni, definiti Esordienti B ed A che rispettivamente giocano a 9 ed a 11 giocatori, iniziano campionati provinciali con costose e faticose trasferte quindicinali/settimanali per il continente. Queste due categorie possono contare su 40/45 ragazzi che fra malattie, impegni scolastici, infortuni, scusanti familiari ed altro possibile potrebbero organizzarsi a livello isolano in non più di due squadre.
(Una A ed una B con sede rispettivamente a Porto Azzurro – Progetto Giovani ed a Portoferraio – Accademy Audace, dove potrebbero affluire con spostamenti a carico delle società (cosa che avviene già) i ragazzi dei comuni limitrofi ad est (Campo, Marciana e la Marina per l’Accademy Audace) ed ad ovest (Capoliveri, Rio e la sua Marina per il Progetto Giovani), con la possibilità di potere sfruttare i campi di calcio presenti in ogni comune ed al momento sottoutilizzati ?).
3)Dalla categoria Allievi in poi (dai 13/14 anni in su), alcuni ragazzi vanno a studiare fuori sede ed altri scelgono di avventurarsi in precoci (e spesso intempestive) carriere sportive presso società continentali più quotate di quelle isolane. Da Allievi in poi l’isola d’Elba può esprimere una sola squadra di 20/25 giocatori per affrontare il campionato interprovinciale unico e tecnicamente (ed economicamente per le società !) molto impegnativo.
4) Creazione di un gruppo ristretto di persone valide (task-force Calcio all’Elba) per la programmazione stagionale di tornei calcistici nei week-end del mese di maggio e di ottobre.

Questi sono i numeri della leva e della selezione naturale della motivazione dei ragazzi durante la loro crescita. Ed i numeri di cui sopra sono stati calcolati in eccesso di ottimismo !
Il varo di un modello organizzativo di una scuola di Calcio Elbana, intercomunale cooperativa ed associativa, al contrario di quello attualmente operante, diluito fra i troppi interessi municipali, disorganizzativo e competitivo a difesa del “proprio orticello di privileggi”, porterebbe entro pochi anni l’immagine sportiva e calcistica dell’isola ad un salto di qualità.

Egregio Dirigente/Presidente/Assessore invece all’alba del terzo millennio perdurano conflitti di campanile, interesse di singoli, risorse spese dilapidate a scapito della comunità, il tirare avanti anno dopo anno con obiettivi parziali e poca chiarezza nell’impiego delle risorse disponibili, sono tutti atteggiamenti da evitare. Programmare sull’isola vuol dire progettare una strada cooperativa ed interistituzionale da percorrere insieme: obiettivi concreti, tappe e verifiche ravvicinate con indicatori semplici a chiari, mezzi e risorse da utilizzare limitati. Così il nostro percorso progettuale potrebbe raggiungere obiettivi inaspettati: l’unione è più che la somma delle parti, proprio come i giocatori fanno la loro forza quando diventano un squadra.Proprio in questo ho potuto constatare una forte criticità: mancanza di uno spirito elbano che accomuna.
Per quanto sopra, nell’augurare Buon Natale chiederei la vs disponibilità per condividere una tale prospettiva, ed adoperarsi a tal fine per raggiungere presto l’obiettivo di formare “una squadra di dirigenti”.

I Care il calcio

Claudio Coscarella

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