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Che fine ha fatto il defibrillatore del Comune di Portoferraio?

Scritto da  Stefano Mazzei - Salvamento Isola d'Elba Mercoledì, 07 Gennaio 2015 12:22

L'Elba è uno dei luoghi più cardioprotetti d'Italia, grazie al Progetto Salvacuore ideato dal sottoscritto e avviato ben dieci anni fa insieme alla Salvamento Isola d'Elba. Nonostante ciò, questa sensibilità pare non trovi riscontro al palazzo della Biscotteria.

Questa volta sono stati due famosi cantanti, prima di loro era toccato a due noti sportivi: il pallavolista Bovolenta e il calciatore Morosini a portare sotto i riflettori della stampa il problema dell'arresto cardiaco improvviso. Ogni anno in Italia le vittime di questo cecchino invisibile, sono 73.000 (fonte dell'Istituto Superiore della Sanità). Duecento persone al giorno! senza distinzione di età e apparentemente in buono stato di salute.

Per fortuna c'è anche chi è riuscito a sopravvivere. L'ultimo proprio ieri, un ragazzo di appena 16 anni è stato rianimato dai volontari della CRI dopo aver ricevuto ben tre scariche dal defibrillatore. Già, le stesse tre scariche che nell'ottobre 2008, hanno permesso a Michele Tallinucci di riportare in vita una turista tedesca 45enne in vacanza all'Elba e ospite del suo Campeggio.

Attenzione non si tratta di fortuna, ma della consapevolezza che grazie alla diffusione della cultura del soccorso nella comunità, si può garantire una maggiore possibilità di sopravvivenza. Solo con un tempestivo intervento di chi in quel momento è testimone dell'evento e conosce le manovre di rianimazione (RCP) per aver partecipato ad un semplice corso di primo soccorso, si potrà sperare di diminuire il numero di queste morti.

Quando il cuore si ferma, ogni minuto che passa, senza un intervento adeguato la percentuale di sopravvivenza cala del 10-12%. Dopo soli 10 minuti, la sopravvivenza è pari a zero. Mentre con le manovre di RCP e un defibrillatore utilizzato nei primi tre-quattro minuti, la percentuale di sopravvivenza può arrivare anche al 65%.

L'Elba è uno dei luoghi più cardioprotetti d'Italia, grazie al Progetto Salvacuore ideato dal sottoscritto e avviato ben dieci anni fa insieme alla Salvamento Isola d'Elba. Nonostante ciò, questa sensibilità pare non trovi riscontro al palazzo della Biscotteria.

Eppure a maggio del 2005, il Comune di Portoferraio (Giunta Peria) fu il primo ad acquistare un defibrillatore, e metterlo poi a disposizione dei vigili urbani dopo essere stati da noi addestrati gratuitamente. Da quel giorno però non siamo più riusciti ad avere notizie dell'apparecchio salvavita. A niente sono serviti i vari solleciti inviati negli anni successivi al Sindaco, con i quali si rinnovava la nostra disponibilità a svolgere gratuitamente il corso ai Vigili urbani.

Dopo nove anni cambia la Giunta, ma non la musica e si ripete lo stesso copione: l'interpellanza presentata lo scorso luglio dal consigliere comunale Alessia Del Torto della lista Cambiare in Comune, cade inesorabilmente nel vuoto.

A questo punto cerchiamo di immaginare che cosa accadrebbe se una persona viene colpita da arresto cardiaco improvviso in un luogo dove c'è un defibrillatore (per legge viene censito dal 118 territorialmente competente), ma questo non è prontamente disponibile, o peggio ancora non è funzionante e manca il personale certificato al suo utilizzo. Il risultato finale è facilmente intuibile, ed è lo stesso nel caso di un incendio dove gli estintori sono scaduti o scarichi e non c'è nessuno addestrato per affrontare questa emergenza. Chi è poi il responsabile?

Stefano Mazzei

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