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Di Pirro: Ciumei? E' il solito arrogante, suggerivo dimissioni dettate dall'etica, evidente che non sa o non vuol capire

Scritto da  Paolo Di Pirro Lunedì, 30 Marzo 2015 06:33

marciana marina da ovest 620

 

Inevitabili strascichi polemici del "pasticciaccio portuale marinese" il caso che ha condotto a giudizio con le imputazioni (oggettivamente molto gravi) di Abuso d'Ufficio e Turbativa d'Asta, il Sindaco di Marciana Marina ed altre quattro persone.
All'indomani della sentenza del G.U.P. (Giudice per le Udienze Preliminari) espressosi in tal senso, sollecitato da domande rivoltegli da un giornalista del Tirreno, Paolo di Pirro, capogruppo della minoranza, dichiarava che riteneva opportune le dimissioni del primo cittadino.
"Dal punto di vista giuridico e istituzionale non ci sarebbe base per chiederle - affermava Di Pirro - ma credo che la faccenda sia completamente diversa se si valuta l’aspetto etico. Se mi trovassi in una soluzione analoga, non potrei sentirmi in alcun modo garante della correttezza e della trasparenza quando nel mio Comune si svolgono gare pubbliche»
La replica di Ciumei giungeva poco dopo e si sostanziava nel chiedere di attendere la sentenza prima di parlare di valori etici, nel rimarcare che il Comune si era costituito Parte Civile nel processo, che il garante (tecnico) di trasparenza e correttezza delle gare è il Segretario Comunale e non il Sindaco (ma allora, ci chiediamo, per quale bizzarria è stato rinviato a giudizio proprio lui, Sindaco, per turbativa d'asta?). Finendo addirittura per irridere il suo interlocutore: "Se Di Pirro fosse nei mie panni avrebbe vinto le elezioni".
Dopo il "riassunto delle puntate precedenti" proponiamo ai lettori qui di seguito la più articolata risposta del capogruppo di minoranza alle esternazioni del Sindaco.

"Capisco lo stato d’animo di Ciumei, mentre capisco molto meno la sua vivace reazione allergica al semplice mio richiamo all’etica, valore che non è automaticamente associabile o subordinato a sentenze della magistratura o ad esiti di vicende elettorali (come, del resto, fin troppi casi, in Italia, stanno tristemente a dimostrare).
Capisco ancora meno il ricorso, fuori luogo, alla solita arroganza, nel suo censurare addirittura una mia posizione del tutto personale, e su di me proiettata sia pure in uno scenario del tutto improbabile.
Fin dall’inizio di tutta la vicenda, avviso di garanzia incluso, ho professato convintamente il mio spirito garantista, in un ambito giuridico ed istituzionale: evidentemente tutto questo non è stato sufficiente a rendere Ciumei stesso più prudente e ragionevole.
Le mie osservazioni volevano, e vogliono, collocarsi su un piano completamente diverso, in risposta a domanda specifica del giornalista Luca Centini.
Ove non fossi stato chiaro in precedenza, ribadisco che ove, per mera ed impossibile ipotesi, ricoprendo una qualsiasi carica pubblica, mi fossi trovato coinvolto in ipotesi di illiceità formalizzate da ben 3 soggetti istituzionali diversi (Magistratura, Autorità Anticorruzione – ex AVCP-, Guardia di Finanza), avrei ritenuto etico farmi, comunque, da parte. Ciumei, a sua volta, resta padronissimo di gestire la sua propria etica.
Infine, come ovvio, sono bene al corrente che il Comune di Marciana Marina abbia votato, a suo tempo, con l’unanimità di tutti i consiglieri presenti, la costituzione quale parte civile contro tutti indistintamente gli eventuali (all’epoca non definiti) rinviati a giudizio: non vedo cosa aggiunga, in meglio, tutto ciò.
Paolo Di Pirro

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