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Il caso Zanichelli - Comunità del Parco, una tempesta in un bicchier d'acqua

Scritto da  Sabato, 27 Giugno 2015 10:23

elba da capanne

Non ha ancora trovato un vero epilogo la per molti versi stucchevole querelle della nomina del Direttore del Parco, che logica vorrebbe, compiuti i dovuti passaggi istituzionali con la scelta del Ministro di riconfermare tutti i direttori in scadenza di mandato laddove proposti nelle "terne" di candidati (formulate - giova ricordarlo - dai direttivi dei parchi composti in larga parte da rappresentanti del territorio), si dovrebbe tranquillamente chiudere con il conferimento dell'incarico del Presidente Sammurri a Franca Zanichelli. 

Logica vorrebbe, ma il raziocinio pare diventare tra gli amministratori dell'Arcipelago merce abbastanza rara, e così, al termine di una riunione della Comunità del Parco a ranghi ridotti (assenti tra gli altri i rappresentanti dei comuni del Giglio, Campo e Rio Elba) è stato deciso dai presenti di proseguire nel "congelamento" delle attività di un organismo già abbastanza per suo conto "surgelato", con la originale motivazione che il ministro Galletti non ha raccolto le indicazioni che gli giungevano da una parte dei Sindaci dell'Arcipelago, in palese contraddizione con i loro stessi rappresentanti che avevano inserito la contestata funzionaria nella terna (!), indicazioni peraltro definite da qualche collega una "invasione di campo", in quanto "tecnico-amministrative" e non pertinenti al ruolo dei Sindaci.
Una vicenda discretamente incasinata nella quale gli amministratori isolani si sono imprudentemente cacciati, difficile da capire dai comuni cittadini e lontanissima dai loro problemi ed interessi, che ci richiama quella -comica - di qualche annetto fa nella quale la stessa persona come presidente di un ente comprensoriale scrisse a tutti i sindaci chiedendo di compiere una determinata azione, e come sindaco si rispose negativamente.
Ma i nostri eroi, oltre a confermare la "serrata" della Comunità del Parco e vagheggiare un ritiro dal Direttivo del Parco dei loro rappresentanti - del tutto teorico perché i medesimi non si dimetteranno mai - hanno guarnito il loro ultimo meeting con un'altra geniale pensata: chiedere sì al Presidente Sammuri di procedere, come dice il Ministro, alla conferma della Zanichelli, ma, tenuto conto che nel bando per il PNAT si fissava la durata massima dell'incarico conferibile in cinque anni, ma non il periodo minimo, di nominare la citata funzionaria per sei mesi (!).
Ora, a parte la palese stoltezza di far durare un mandato meno di un esercizio finanziario, del determinarsi di lavoro aggiuntivo e spreco di pubblico denaro per bandire un'altra gara, la "proposta indecente" della informale congelata Comunità del Parco cade, come l'asino, su un trascurabile inghippo: se è vero che il bando non prevede la durata minima dell'incarico, così come la L. 394, è vero anche che questa è fissata in anni due (2) da disposti applicativi della stessa normativa, cogenti e peraltro richiamati anche in precedenti simili occasioni.
Ma a dire il vero l'ultimo pronunciamento ha in fondo l'aria dell'inizio di una ritirata in buon ordine (fingendo di resistere), dopo i primi trucibaldi proclami.
Una manfrina insomma, in attesa che questa "tempesta in un bicchier d'acqua" (una discussione ancora più sul niente e oziosa di quella sui profughi a Pianosa) si plachi e sia sepolta dal naturale oblio.

s.r.

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