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La programmazione ambientale in Toscana

Scritto da  Renzo Moschini Sabato, 24 Ottobre 2015 10:14

Già in campagna elettorale specie dopo l’approvazione del piano paesaggistico e la legge sui parchi un aspetto risultò chiaro; il dopo voto avrebbe richiesto da parte della regione un forte rilancio delle politiche di programmazione sul territorio. Un rilancio che implicava una precisa messa a punto di posizioni che nel dibattito avevano registrato anche all’interno della maggioranza contrasti e polemiche.
Il dopo elezioni è iniziato ormai da tempo ed è necessario e per molti versi urgente passare dagli impegni alla loro concretizzazione. Prendiamo la recente decisione del consiglio regionale che ha istituito una commissione per le politiche della costa. Politiche sulle quali già nel dibattito sulle due leggi ricordate avevamo registrato significative divergenze che come possiamo vedere sul Corriere Etrusco continuano di brutto a partire dai Parchi della Val Cornia ma anche su altri aspetti dalla Laguna di Orbetello alla balneazione ai territori minerari. E non parliamo del santuario dei cetacei e di Marine Strategy e la Carta di Livorno di cui si sta occupando l’on Velo ma che deve trovare irrimandabili accordi nell’ambito della regione per una gestione finalmente integrata. Non è un caso che a suo tempo avevamo siglato come Gruppo di San Rossore un accordo con il ministro Orlando per la istituzione di un Osservatorio marino presso il Parco di San Rossore a cui ora è affidata la gestione della riserva marina della Meloria. Orlando ne aveva parlato anche con Enrico Rossi e a Marina di Pisa ne discutemmo con l’assessora Bramerini. Sono tutti aspetti che vanno tirati fuori dal frigo insieme al destino dei parchi provinciali e al ruolo soprattutto sulla costa delle aree protette nazionali, regionali e locali. Dalle tracce di lavoro della commissione regionale l’impressione è che tanti di questi aspetti non vi figurino ma ovviamente si è in tempo per farlo senza ulteriori rinvii. Si tenga conto inoltre che in Liguria con cui confiniamo la regione di Toti ha messo mano ad un vero e proprio smantellamento delle aree protette considerate un impedimento a interventi sul territorio all’insegna di nuovo cemento.
Come ha detto la Velo in una recente intervista ‘la salute del nostro mare è critica’, urge una politica per la conservazione degli stock ittici rischio idrocarburi e rifiuti. Servono monitoraggi e quindi anche strumenti e conoscenze adeguati che oggi mancano perché sono rimasti pochi i soggetti che a questo si dedicano seriamente come la Goletta verde di Legambiente e le iniziative del WWF. Anche la nostra regione e con essa anche gli enti locali su questo punto hanno un bel po’ di terreno da recuperare a partire proprio dalla costa.
Stante questa situazione è indispensabile e urgente fissare un incontro regionale in cui coinvolgere anche le aree protette liguri dove potremmo anche riprendere il discorso dell’Osservatorio sul mare.

Renzo Moschini

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