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Ma cosa resta del convegno sulle navi?

Scritto da  Giovanni Fratini Martedì, 17 Novembre 2015 00:31

moby baby 620Giovanni Fratini: "Né un documento introduttivo né una concreta proposta finale" 

 Premetto che non ho potuto partecipare al Convegno indetto dalla Fondazione isola d’Elba sui trasporti marittimi in quanto fuori dall’isola. Ho cercato di ricostruire i lavori dai servizi dei quotidiani locali e dagli interventi mandati in onda da Teleelba. Ne ho tratto l’impressione che questo convegno abbia più che altro riacceso polemiche (a dire la verità mai sopite) che, di certo, non fanno bene all’Elba; che non servono a creare le condizioni necessarie per consolidare e far crescere l’economia turistica, come auspica lo stesso Achille Onorato.

Sul Convegno, mi sono chiesto innanzi tutto: ma la Fondazione come si è presentata a quell’importante appuntamento? La Commissione di esperti, incaricata di esaminare il tema dei collegamenti marittimi, aveva elaborato un documento, anche in bozza, da presentare ai partecipanti? Non ne ho avuto notizia. Non ho avuto, per quanto lo abbia insistentemente cercato, la possibilità di trovarlo. Né, mi sembra, che il Convegno si sia concluso con un ordine del giorno contenente sollecitazioni, suggerimenti, proposte, richieste da presentare alla Autorità portuale, alla Regione Toscana e al Governo. Anche in questo caso la mia ricerca è stata vana. Eppure di cose da dire e da richiedere al Ministero dei trasporti, alla Regione, alla Autorità portuale e alla stessa Autorità garante della concorrenza ce ne sarebbero. Anche con riferimento agli indirizzi e alla normativa europea in materia di diritto alla “continuità territoriale”delle aree geografiche disagiate, in particolar modo di quelle insulari.
Siamo sicuri che l’attuale servizio di trasporto marittimo nel canale di Piombino (e nell’arcipelago), dopo la totale privatizzazione della Toremar scelta dalla Regione Toscana, sventolando la bandiera della concorrenza tra privati che avrebbe portato ad un sostanziale miglioramento dei servizi in termini di quantità di corse e di costi, sia in linea con quegli indirizzi e quelle normative? Il Presidente della Autorità portuale Guerrieri ebbe a dire, tempo fa, di fronte al nulla osta della Autorità garante della concorrenza alla assegnazione di attracchi per il solo periodo estivo, che una concorrenza totalmente libera non poteva essere il toccasana, “che il mercato da solo non è il libro dei sogni”  sue precise parole).Ed in effetti, se nel periodo estivo qualche vantaggio nella frequenza delle corse e nelle tariffe lo abbiamo avuto, in quello che va dai primi di novembre ai primi del mese di marzo, per chi vive nell’isola e deve attraversare il canale per motivi di studio, di lavoro, di salute o anche per andarsi a godere un periodo di vacanza, che vantaggi sono venuti dal libero mercato? Abbiamo perso due coppie di corse della Moby; la Blu Navy, con la concorrenza estiva della Corsica Ferry, dopo due anni di presenza anche invernale, è scomparsa; le tariffe Toremar sono, sia pure leggermente, aumentate per l’aumento del costo del carburante e per l’indisponibilità a coprire tale maggior costo da parte della Regione, che non ha mai guardato con la dovuta attenzione in termini di sostegno finanziario ai servizi marittimi per le sue isole, contrariamente a quanto hanno sempre fatto tutte le altre Regioni; la discontinuità territoriale ( le ore di interruzione dei collegamenti con il continente) è sempre all’incirca di 8 ore. Dalle 22,20 alle 6,10 del mattino successivo da Piombino e dalle 20,30 alle 5 del mattino da Portoferraio.
L’unica cosa che appare certa, chiuso il Convegno, è che, ancora una volta, sembra allontanarsi nel tempo la possibilità di individuare strategie e definire progetti comuni, tra Amministrazioni locali, compreso l’Ente Parco, Operatori turistici e Società di navigazione, che abbiano come obiettivo primario una stagione turistica non “aggrappata” soltanto a quella estiva.
Giorni or sono, in una rivista, ho letto questo messaggio promozionale: “Scopri la bellezza del Salento anche in autunno”. Perché non decidiamo anche noi, finalmente, di metterci nelle condizioni di poter fare quella medesima promozione? Di lanciare l’invito a scoprire l’Elba, anzi, tutto il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, anche in altri periodi dell’anno che non siano i soliti tre mesi estivi? Perché non cominciamo ad approfittare della straordinaria fortuna che abbiamo di avere a disposizione un ambiente naturale meraviglioso; un clima mite, un mare ancor più stupendo proprio in primavera, in autunno e in inverno, da “ godere” con corsi di vela o di surf, con il pescaturismo e da scrutare, in tutte le sue bellezze, con le scuole di sub? Per quale stramaledetto motivo, in sostanza, non possiamo tentare di giocare la partita di una stagione che duri da marzo alle festività natalizie, mi è sempre rimasto difficile capirlo.
Le polemiche, le reciproche accuse più o meno fondate non ci portano da nessuna parte. Chi può giocare un ruolo importante per raggiungere quell’obiettivo lo faccia; con intelligente e coraggioso senso di responsabilità. Innanzi tutto i Comuni con la gestione associata della promozione turistica. E poi, nel privato, il ruolo più trainante è innegabile che lo debba avere chi gestisce la ricettività. Mostrare le medaglie al valore sul petto, per quanto si è fatto fino ad oggi serve a poco. Ci fa solo ricordare una storia del turismo che ha vissuto, certo, momenti felici, ma anche crisi pesanti. Vediamo, invece, se siamo in grado di darci una smossa e di impegnarci, tutti, per assicurare alla nostra isola ( meglio, alle nostre isole ) un futuro migliore del passato. Che ci dia più sicurezza, più lavoro, più ricchezza.
Giovanni Fratini

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