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Cinghiali: quella della Regione è una legge da bocciare

Scritto da  Sì Toscana a Sinistra Giovedì, 04 Febbraio 2016 13:46

Le dichiarazioni del gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra prima della seduta del Consiglio Regionale del 2 febbraio 2016.

Dopo tanti annunci arriva in Consiglio Regionale per l’approvazione un testo di legge prodotto dalla Giunta Regionale attraverso un percorso da cui le associazioni ambientaliste sono state completamente escluse, saltando qualsiasi processo partecipativo. A un problema creato e alimentato in decenni dai cacciatori si risponde semplicemente dando ancora più spazio ai cacciatori stessi e, addirittura, creando anche una filiera di “valorizzazione delle carni”. Una filiera che, invece di essere destinata, casomai, a sostenere il reddito di alcuni agricoltori, andrà a sostenere proprio gli stessi cacciatori stessi, alimentando grandi interessi economici, e non solo ‘ludici’, nel far prosperare gli ungulati sul nostro territorio.

Il problema dell’eccesso di ungulati sul territorio toscano (parliamo di Cinghiale, Capriolo, Cervo, Daino e Muflone) è stato originato proprio dalle reintroduzioni a fini venatori (oltre che da costanti foraggiamenti illeciti). Per esempio, dopo l’estinzione del cinghiale autoctono maremmano, sono stati importati dai cacciatori un grande numero di cinghiali dall’est Europa, animali più grandi e più prolifici (e a volte ibridati con maiali, rendendoli per metà domestici). I cinghiali/maiali semidomestici ormai si avvicinano tranquillamente ai giardini e alle periferie delle città perché il loro naturale habitat è stato compromesso dall’uomo, nonostante la legge preveda piani precisi di tutela. E questa legge volutamente non affronta proprio il tema del ripopolamento: esemplari di ungulati continuano a essere immessi a decine in modo legale e illegale.

Tutto l’impianto di questa legge si basa quindi soltanto sull’utilizzo del fucile e sull’espansione incontrollata dell’esercizio venatorio. Qualsiasi altro tipo di approccio e qualsiasi altra tecnica di controllo (catture, contraccezione, aumento della prevenzione, recinzioni e barriere dissuasive) sono totalmente escluse o, al più, relegate a ruoli del tutto marginali. Viene del tutto ignorata la maggiore efficacia delle catture, almeno per il cinghiale, da affidarsi direttamente alle aziende agricole con adeguati sostegni e incentivi (l’efficacia delle catture è stata ampiamente e inequivocabilmente dimostrata, anche da esperienze nelle aree protette della Toscana). La gestione da parte del mondo agricolo farebbe sì che il controllo delle specie ungulate possa essere compiuto da chi ha effettivamente interesse a ridurne la presenza sul territorio, consentendo di compiere il controllo dove ci sono realmente problemi e non in modo diffuso e acritico su tutto il territorio. La cattura consentirebbe anche di eliminare tutto il disturbo e i danni arrecati alla restante fauna dalle attività di sparo, eliminando oltretutto gli alti rischi che corrono i cittadini frequentatori dei boschi.

In ogni momento dell’anno e davvero in ogni angolo del nostro territorio si potrà, infatti, imbattersi in persone armate di armi di estrema potenza con tutte le conseguenze che purtroppo da ciò possono derivare: nella stagione 2014/15 La Toscana è stata la 2° regione in Italia dove si sono verificati incidenti con armi da caccia, con undici vittime (1 morto e 1 ferito tra la gente comune – 4 morti e 5 feriti tra i cacciatori).

Le aree protette poi, con ogni verosimiglianza, saranno aperte alle scorrerie dei cacciatori e dalla legge scompare il già minimale obbligo della presenza di almeno una guardia volontaria. Si concede anche la possibilità ai Comuni di far entrare i cacciatori con mezzi a motore dovunque, anche in aree tutelate. Sono così calpestati i diritti della stragrande maggioranza dei toscani a muoversi nelle nostre campagne, nei nostri boschi in sicurezza.

Infine sulla filiera della carne: nonostante la legge non sia stata ancora approvata, è stato inaugurato il 16 ottobre scorso, alla presenza dell’assessore Remaschi, il primo macello per la fauna selvatica a San Miniato e si delibera la costruzione Centri di Sosta nei boschi con frigoriferi e sala, con gravi dubbi riguardo al problema igienico sanitario.

In definitiva una legge destinata a fallire in tutti i suoi dichiarati obiettivi e anzi probabilmente peggiorare la situazione rispetto al quadro attuale. Non potremo che votare contro.

 

Gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra 

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