A 20 giorni dall’interruzione della viabilità sulla strada provinciale n°26, Rio Marina continua ad essere un paese cancellato dalle carte stradali e dimenticato dalle istituzioni.
L’ignaro turista o il semplice visitatore che volesse visitare in questo periodo un paese ricco di storia, centro del bacino minerario dell’Isola d’Elba, si troverebbe nell’impossibilità di raggiungerlo per l’incuria delle amministrazioni locali.
Giunto al bivio di Rio Elba sulla provinciale, un cartello di divieto d’accesso gli impedirebbe di proseguire senza avere alcuna indicazione della possibile viabilità alternativa: probabilmente sarebbe indotto a credere che il borgo non esista più, scomparso dalle carte!
A fatica, chiedendo in giro, sarebbe forse indirizzato verso il periplo della sconnessa provinciale per il Cavo o attraverso la bolgia viaria dell’antico paese di Grassera, dove si troverebbe a malpartito a transitare su una strada vicinale priva di ogni segnaletica di viabilità e di sicurezza, dove anche l’indicazione di un indispensabile senso unico alternato è una chimera.
Uguale situazione troverebbe chi, sbarcato dal traghetto, intendesse percorrere la provinciale verso Porto Azzurro: giunto al bivio della strada per il cimitero di Rio Marina, si troverebbe in una terra di nessuno, davanti ad un analogo cartello di divieto d’accesso e nell’impossibilità di proseguire, salvo richiedere ai passanti la possibilità d’imboccare in senso contrario la solita strada vicinale.
Signori amministratori,
vi sfidiamo a condurre sul luogo qualsiasi elbano residente nell’altro versante e a fargli raggiungere con le attuali indicazioni stradali il nostro paese o a uscirne!
Noi siamo molto preoccupati dell’emergenza che si è creata e che penalizza da tutti i lati una comunità, già provata da una crisi che l’attanaglia più degli altri centri elbani. Confidiamo nel rispetto della scadenza fissata dall’assessorato competente poiché non vogliamo neanche immaginare che tale situazione perduri oltre il 31 di marzo ma ci chiediamo in che condizioni di mobilità si troveranno la nostra comunità ed i primi turisti per i prossimi due mesi.
Abbiamo ben presenti le analoghe emergenze che si sono recentemente verificate per le alluvioni della Lunigiana, della provincia di Massa Carrara e della Maremma. In tali circostanze è stata mobilitata la Protezione Civile, che è riuscita nel giro di qualche giorno a riattivare la circolazione, calando strutture provvisorie (ponti Bailey e altre strutture prefabbricate).
I riesi non dimenticano certo quando l’alluvione del 2002 portò via una tratto della stessa provinciale
Perché l’assessorato competente non ha ritenuto di utilizzare le competenze e le strutture della Protezione Civile? O i problemi della comunità riese sono così poco importanti e poco urgenti da poterli in parte ignorare ed in parte rinviare?
Quali sono le funzioni del Comitato provinciale di protezione civile, che in base al suo piano d’intervento 2009 dovrebbe supportare i comuni coinvolti in situazioni d’emergenza, tenuto conto della loro capacità operativa?
Fra l’altro, viene anticipata una viabilità alternativa a doppio senso, che sicuramente sarà invasiva e costosa in rapporto alla dichiarata contingenza: perché non si è pensato di risparmiare risorse in favore di strutture del tipo sopra descritto o, non è che la soluzione provvisoria, come spesso accade nel nostro paese, diventi una transitorietà permanente?
Dove sono e cosa propongono le associazioni ambientaliste, di fronte a questa emergenza, di solito preoccupate del degrado del territorio per il crollo di qualche muretto o parapetto? E possibile che a fare proposte concrete, fino a forme di concorso nella soluzione del problema si muova solo l’UNICOOP del Tirreno, giustamente preoccupata per il danno economico arrecato alla propria struttura di vendita? A noi cittadini, fautori di un’amministrazione dei cittadini e per i cittadini, da una politica che ancora una volta ha fallito le aspettative, piacerebbe una risposta.
IL COMITATO OLTRE LA POLITICA
Aldo Lelli, Renzo Galli, Matteo Tonietti, Massimo Gori, Mirco Giordani, Giovanni Muti e tanti altri