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ESCAVO DEL PORTO DI MARINA DI CAMPO, LA LEGA ACCUSA L’AMMINISTRAZIONE DI FORTI RITARDI.

Scritto da  Lega Nord Toscana Sabato, 06 Aprile 2013 06:18

Carabellese: “Si continua a perdere tempo e a programmare gli interventi con ritardi incomprensibili e con la stagione estiva alle porte”

"I lavori per l’escavo del porto di Marina di Campo saranno assegnati entro il 30 aprile". È con questa comunicazione che la Provincia di Livorno si impegna a risolvere i problemi relativi al porto elbano, che presenta gravi problemi ai fondali dovuti al sedimento che impedisce la completa navigabilità del porto. Non è affatto contento di quanto promesso dalla Provincia il consigliere provinciale della Lega Nord Pietro Carabellese, che già un anno fa si occupò della questione presentando un’interrogazione in Consiglio provinciale: «Mi chiedo come mai si sia perso un anno di tempo e si decida solo adesso di fare questi interventi necessari alla navigabilità del porto, tra l’altro proprio a ridosso della stagione estiva. In data 8 maggio 2012, la risposta alla mia interrogazione fu che era impossibile procedere in tempi brevi perché il ripascimento con il materiale dragato necessitava di un intervento di ossigenazione naturale incompatibile con l’inizio della stagione turistica e anche le procedure di progettazione ed appalto erano incompatibili per lo stesso motivo. Ma allora, visto che i tempi sono gli stessi dello scorso anno, cosa cambia? Si continua a perdere tempo e a programmare gli interventi con ritardi incomprensibili e con la stagione estiva alle porte, tanto è che i pescherecci hanno forti difficoltà a rifornirsi di carburante presso l’unico distributore presente nel porto, rendendo difficile il lavoro a chi nel comparto ittico lavora, una quarantina di persone in tutto. Questi interventi – conclude il consigliere della Lega Nord Pietro Carabellese – si dovevano fare prima. Come appare evidente, lo stallo politico e le mancate risposte della politica ai cittadini, avvengono troppo spesso anche vicino a noi, senza scomodare chi, come i fatti di Roma insegnano, è professionista del “rimando”.»

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