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A Sciambere: Dissalatore e Diga a Mola, Cava alla Crocetta, Puzzo al Buraccio e zittumi

Scritto da  Italo Sapere - Sergio Rossi Martedì, 13 Aprile 2021 16:06

 

Abbiamo letto con attenzione le motivazioni ambientali e urbanistiche di Legambiente che si oppone con forza al progetto della diga di Mola, che provocherà danni irreversibili per l’ambiente.
Concordiamo in tutto e per tutto.
Per questo, ci uniamo all’invito a tutte le istituzioni coinvolte a rivalutare l’intero progetto del molo/porto di Mola che è insostenibile sia per quanto riguarda il Golfo di Mola, sia per la Zona umida.
Onestamente non sapevamo che esistesse Posidonia di serie A e Posidonia di serie B.
Non capiamo perché la distruzione della Posidonia oceanica nel Golfo di Mola sia diversa da quella del Golfo Stella davanti alla spiaggia di Lido.
La distruzione della prateria di Posidonia per la costruzione del molo in cosa si differenzia dalla distruzione per lo scavo per le varie tubazioni a mare del dissalatore?
Il progetto della diga di Mola posiziona il molo proprio sopra la prateria di posidonia oceanica determinandone la totale scomparsa. Esattamente come i blocchi di cemento che dovranno mantenere sul fondo le tubazioni del dissalatore.
Non esistono opere di mitigazione che diminuiscono l’impatto, che l’opera avrebbe sulla prateria di posidonia. (Lo abbiamo sempre sostenuto anche noi!).
Proporre di espiantare e reimpiantare parte della prateria di Posidonia, (Sales propone quello che ha proposto ASA, niente di nuovo) è in questo caso non solo assurdo, ma rappresenta un finto risarcimento in un luogo dove gran parte della posidonia scomparirà per la concentrazione della salamoia nel Golfo Stella.
Nonostante da parte dei proponenti (ASA per il dissalatore, SALES per il molo) si tenti di minimizzare fino a dichiarare nullo l’impatto ambientale dei progetti sulla Zona umida di Mola, zona di grandissima importanza naturalistica ed ecosistemica, è chiarissimo che la realizzazione di queste due strutture a poche centinaia di metri in linea d’aria da una Zona umida, comporteranno invece forti conseguenze ambientali e fisiche sull’area.
Chiediamo a tutte le istituzioni interessate di fermare questi due progetti, sia il dissalatore, sia il molo/porto di Mola, perché li riteniamo entrambi un vero e proprio scempio ambientale e paesaggistico a partire dallo stupro della spiaggia di Lido e le inevitabili pesanti ricadute ambientali e sociali sull’economia dell’intero Golfo Stella.
Crediamo sia possibile un altro tipo di sviluppo: uno sviluppo attento anche al risparmio dell’acqua, al suo recupero e al suo riutilizzo, che porti ricchezza al territorio proprio attraverso la tutela di questi ecosistemi. Perché quando una parte del mare e della costa sarà diventata un deserto, chi mai vorrà venire all’Elba, anche se avremmo abbondanza di acqua dissalata?

Italo Sapere

Comitato per la difesa di Lido e Mola

 

Caro Italo
Non sono un biologo marino e non mi sorride l'idea di laurearmi (come stanno facendo in molti in virologia e varie altre scienze) all'università di Google. Quindi dichiaro da subito opinabili i miei punti di vista sulla vicenda.
E' vero, come scrivi nella tua nota di trasmissione, che sono personalmente allineato (sulla spercifica questione) con le posizioni espresse da Legambiente, ciò semplicemente perché mi è sempre parsa un'associazione seria, "tecnicamente affidabile", e soprattutto poco incline a fare sconti a chi decide i destini ambientali della nostra Isola, sia egli di sinistra, di destra, di centro, di sotto o di sopra.
Ciò premesso, articolo incoerenze, declinato in quel contesto territoriale, ci sarebbe parecchio da osservare.
A parte che paragonare l'impatto di un tubo di scarse decine di centimetri a quello di una una devastante muraglia è come mettere sullo stesso piano un gatto e un ippopotamo, a parte che anche sulla dispersione della "salamoia" non ho gli stessi catastrofistici tuoi timori, soprattutto dopo aver appreso dai gigliesi che il loro dissalatore (tecnicamente antico rispetto a quello in realizzazione da noi) scarica direttamente su fondali di posidonia e coralligeni vivi e vegeti (dice ARPAT tra i più in salute del Mediterraneo), noto che - a proposito di coerenza ambientale - insieme alle grida di allarme su qualche fronte, c'è un preoccupante "zittume" su altri.
Mi è venuto da riflettere a tal proposito, partendo da una minima ma emblematica vicenda folkloristico-capoliverese, come la sponsorizzazione con il "NO al dissalatore" di alcuni rallysti.
Dopo aver osservato che arruolare proprio una manifestazione motoristica per una (supposta) battaglia ambientale, è quantomeno bizzarro, mi sono domandato se a qualcuno non sia venuto in mente di far apparire sull'altra fiancata delle auto, rispetto al "NO AL DISSALATORE", un "NO ALLA DIGA DI MOLA", e magari se non avanzasse un po' di spazio sul frontale per scriverci "NO ALLO SCEMPIO DELLA CAVA DELLA CROCETTA", e, rimanendo sempre in zona, sul retro del veicolo, un bel "NO AI FETORI DELL'IMPIANTO DEL BURACCIO" (che, oltre gli inascoltati residenti, deliziano già spesso chi si reca al "minacciato" Lido).
Certo Italo, potrai obiettare che l'iniziativa l'ha assunta gente di un'altra parrocchia amministrativa, anche se appartenente alla stessa famiglia anti-dissalatoria percorsa da scisma, ma orientarsi tra i convincimenti e tra le idee gravitanti su Mola, terra di confine e di contesa tra longonesi e capoliveresi, è vicenda assai complicata.
Intanto abbiamo assistito ad una serie infinita di mutamenti "d'accento e di pensier", sulla dissalazione, da cui pochi si son salvati, e poi al contrario di te, il capo spirituale della lista che ti ha visto impegnato nell'ultima tornata amministrativa, per restare sul melodramma, ha commentato la sentenza del TAR, che rimette in gioco quella drammatica schifezza di diga, con un tuonante "Esultate!" che sembrava quello di Otello, il Moro di Venezia.

Non finirà mica che, tra pensamenti e ripensamenti, dopo aver assistito alla gara di "a chi è più contro il dissalatore" assisteremo a quella "a chi è più a favore della diga"?
Lasciami, da laico, quindi terminare il commento alla tua tirata di orecchie a Legambiente con una citazione evangelica:
"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?" (Luca 6 v.39-45)

Sergio

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