Stampa questa pagina

Sviluppo Sostenibile e pianificazione ambientale : Realta' o Utopia?

Scritto da  Marco Contini Sabato, 25 Ottobre 2014 18:57

Oggi - scrive Marco Contini -  e su questo concordo totalmente con Francesco Bosi , necessita una decisa presa d'atto che coniugando una Politica ambientale di rispetto del territorio e del circostante ecosistema non penalizzi ulteriormente Rio Marina che gia' tanto ha sofferto e pagato economicamente per tali limitazioni. 

È' con molto interesse che ho letto l'intervento dell'Onorevole Francesco Bosi apparso in questi giorni sui media che rivolgendosi al Presidente della Regione Toscana lo invita a evitare l'imbalsamazione dell'esistente , riferendosi alle ex Aree Minerarie di Rio Marina che da oltre 30 anni versano in uno stato di totale abbandono. Rio Marina , all'Isola D'Elba e' stato effettivamente , nell'arco degli ultimi decenni, molto penalizzato rispetto agli altri Comuni che hanno potuto sviluppare un Turismo più' aperto e meno vincolato , al netto del rispetto ambientale, avendo a disposizione ampi parti di territorio non soggetto a vincoli demaniali. Oggi , e su questo concordo totalmente con Francesco Bosi , necessita una decisa presa d'atto che coniugando una Politica ambientale di rispetto del territorio e del circostante ecosistema non penalizzi ulteriormente Rio Marina che gia' tanto ha sofferto e pagato economicamente per tali limitazioni. Ma esiste la possibilità' di coniugare lo Sviluppo con l'Ambiente? Di quale concetto economico stiamo parlando? Possiamo coniugare le esigenze di tutti ? Con un po' di buona volontà' sicuramente si. Analizziamo nello specifico la questione.

Parliamo di Sviluppo Sostenibile.

Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico che e' compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future. Una interessante definizione di sviluppo sostenibile è stata fornita, nel 1991, dalla World Conservation Union, UN Environment Programme and World Wide Fund for Nature, che lo identifica come
« ...un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende »
Nello stesso anno l'economista Herman Daly definisce lo sviluppo sostenibile come «... svilupparsi mantenendosi entro la capacità di carico degli ecosistemi» e quindi secondo le seguenti condizioni generali, concernenti l'uso delle risorse naturali da parte dell'uomo:

il peso dell'impatto antropico sui sistemi naturali non deve superare la capacità di carico della natura;
il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro velocità di rigenerazione;
l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie non deve superare la capacità di assorbimento dell'ambiente;
il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione di una pari quantità di risorse rinnovabili, in grado di sostituirle.
Viene quindi introdotto per la prima volta un concetto di "equilibrio" auspicabile tra uomo ed ecosistema, alla base di un'idea di economia alla quale il consumo di una determinata risorsa non deve superare la sua produzione nello stesso periodo.

Nel 1994, l'ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) ha fornito un'ulteriore definizione di sviluppo sostenibile: “Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”. In sostanza le tre dimensioni economiche, sociali ed ambientali sono strettamente correlate, ed ogni intervento di programmazione deve tenere conto delle reciproche interrelazioni. L'ICLEI, infatti, definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che fornisce elementi ecologici, sociali ed opportunità economiche a tutti gli abitanti di una comunità, senza creare una minaccia alla vitalità del sistema naturale, urbano e sociale che da queste opportunità dipendono.

Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che "la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale".

Notiamo quindi come si correlano nel rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. Possiamo quindi utilizzare al meglio la definizione di Sviluppo Sostenibile comunemente accettata come ""

« Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali quattro componenti dietro cui ruota il nostro Sviluppo Sostenibile:

Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoroper il sostentamento della popolazione.
Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e genere.
Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali.
Sostenibilità istituzionale: intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia

Quando le quattro componenti si intersecano ed interagiscono abbiamo raggiunto l'obiettivo.
Vediamo quindi adesso , per riallacciarci al discorso iniziale come lo Sviluppo sostenibile e la pianificazione ambientale possono coesistere.

La pianificazione ambientale è un metodo di pianificazione che pone al centro della sua attenzione la compatibilità delle modifiche da apportare con le caratteristiche specifiche dell’ambiente. Dunque, tale tipo di pianificazione si svolge nel totale rispetto e nella conservazione delle risorse naturali. La pianificazione ambientale è una pianificazione sostenibile perché valuta le caratteristiche del territorio e vi costruisce in base a queste; infatti con questo metodo di pianificazione si decidono gli usi di un particolare ambiente in base alle sue caratteristiche e alla sua soglia di adattamento alle trasformazioni. Non è' una cosa nuova. Se ne parla dal 1960 ma nel nostro caso non è' mai stata molto applicata . Manca fosse la volontà' politica in questo?Per chi fosse interessato all'approfondimento consiglio di leggere gli studi in tema di Mc Harg

Esistono strumenti per l’attuazione dello sviluppo Sostenibile?

Ne citiamo due:

la VAS, Valutazione ambientale strategica, serve a valutare la sostenibilità delle previsioni inserite nei piani e nei progetti urbanistici.
la VIA, Valutazione di impatto ambientale, riguarda la valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di uno specifico progetto.
L’obiettivo della VAS è di integrare considerazioni di tipo ambientale all’elaborazione del piano urbanistico, in modo da garantire l’adozione di uno sviluppo sostenibile all’interno del piano stesso. La procedura VAS valuta in primis quali piani ricadano nel suo ambito di competenza; poi stabilisce le indagini da eseguire ai fini della valutazione, raccogliendo le conoscenze utili a tali fini e definisce i probabili impatti ambientali. La procedura si basa, inoltre, sul confronto col pubblico e sull’interazione con i soggetti proponenti. Infine, essa prevede il monitoraggio degli effetti del piano o del progetto anche dopo l’effettiva adozione.

In definitiva, la VAS rappresenta una parte integrante del procedimento di approvazione dei piani e dei programmi ed è per questi ultimi un elemento valutativo e di monitoraggio, la VIA invece fornisce ai soggetti decisori gli elementi per valutare l’impatto ambientale di specifici interventi. Quest'ultima è dunque uno strumento atto a individuare gli effetti di un progetto su diverse componenti ambientali, quali ad esempio l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio; nonché sul patrimonio culturale.

miniera carrelloGli obiettivi della VIA possono così essere schematizzati nei seguenti punti:

proteggere l’ambiente al fine di garantire una migliore qualità della vita;
tutelare le specie e garantirne la sopravvivenza;
proteggere la salute umana;
preservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi
Il concetto di sviluppo sostenibile in Italia, alla luce del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, in materia "ambientale" con le modifiche apportate dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4, è così definito:

Art. 3-quater (Principio dello sviluppo sostenibile)
Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all'uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.
Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro.
La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.

In pratica parliamo di concetti che se trovassero , come chiede anche l'Onorevole Bosi più' ascolto e pratica attuazione , nel caso di specie all'interno del Comune di Rio Marina , forse si sarebbero dati strumenti migliori alla Amministrazione Comunale per poter affrontare nel passato ma sopratutto adesso e nel prossimo futuro importanti sfide coniugando rispetto dell'ambiente alla maggiore e direi migliore valorizzazione del patrimonio naturale circostante.
Chissà se il Governatore Rossi ci ripenserà' ? E chissà' se l'Amministrazione Comunale Riese cercherà' di fare leva e tesoro di tali concetti , se gia' non lo avesse fatto, ovviamente.

Marco Contini

Vota questo articolo
(0 Voti)