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Rio Marina, il monitoraggio dei sinkhole continua

Scritto da  Stefano Bramanti Martedì, 14 Aprile 2015 01:09

Il geologo Nicola Casagli, nonostante l'annuncio di qualche giorno fa, non ha staccato la spina dell'apparecchiatura che avvisa dei movimenti anomali del terreno soggetto a crolli. 

Rientrata la minaccia della sospensione del monitoraggio attuato con l'interferometro dell'Università di Firenze, gestito dal Dipartimento di Scienze della Terra. Il geologo Nicola Casagli, nonostante l'annuncio di qualche giorno fa, non ha staccato la spina dell'apparecchiatura che avvisa dei movimenti anomali del terreno soggetto a crolli, per via di un sottosuolo carsico diventato più fragile.
“Avevamo pensato di interrompere il lavoro a causa dell'assurda situazione - ha detto il geologo – per la quale da molti mesi non viene rinnovato l'incarico del monitoraggio alla mia università da parte della provincia livornese. Non lo abbiamo interrotto. Noi non siamo burocrati incoscienti. I miei ragazzi, precari della ricerca, con 1000 euro al mese di borsa di studio, stanno ancora mandando avanti il monitoraggio. Loro sono precari, il monitoraggio non può esserlo, perché c’è in gioco la sicurezza delle persone. Restiamo in attesa che la Provincia di Livorno rinnovi l’incarico scaduto a giugno 2014, visto che la Regione ha da tempo garantito il finanziamento. Se continueremo a non ricevere risposta dalla Provincia, valuteremo la situazione».
E mentre il Prof. Casagli garantisce la continuità della sorveglianza dell'area critica di circa 13 ettari colpita dai sinkhole, si registrano anche le dichiarazioni di Riccardo Fanti, altro geologo della medesima università fiorentina, che tra non molto riceverà l'incarico di indagare per determinare esattamente e cause che hanno prodotto, dal 2008 ad oggi, una serie di sprofondamenti che nel passato non avvenivano così di frequente.
«Al momento è in via di definizione l’accordo di collaborazione tra i Comuni interessati e l'Università di Firenze. In casi come questo di Rio Marina, è necessario ricostruire nel modo più dettagliato possibile le condizioni geologiche e idrogeologiche del sottosuolo, attraverso indagini strumentali sulla caratterizzazione degli eventuali emungimenti: in questo modo potrà essere possibile riconoscere se esistono relazioni di causa-effetto tra lo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee e gli effetti in superficie osservati, in modo anche quantitativo se sono in attività sistemi di monitoraggio strumentali quali quello installato e gestito dal collega Casagli».
E' auspicabile che le indagini conducano finalmente a scoprire le reali cause dei cedimenti,  in modo si possano studiare ed assumere finalmente opportune contromisure, che restituiscano serenità e sicurezza alla popolazione di tutto un versante, che sta patendo disagi (anche economici) e limitazioni del diritto alla mobilità da troppo tempo.

 Stefano Bramanti 

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