La scomparsa di Bino LI Calsi ex presidente di Federparchi nella sua prima stagione ci ha riportati con la memoria –almeno coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo e soprattutto di collaborarci- ad un impegno che vide il paese alle prese con la costruzione di un sistema di parchi e aree protette nazionali e regionali. Una novità assoluta per il nostro paese sul piano istituzionale e culturale. Che segnò anche sul piano normativo e politico una vera a propria svolta a partire dalla istituzione del ministero dell’ambiente. Una stagione che comportò anche un serrato confronto dei parchi con lo stato e le regioni di cui Federparchi si fece carico con determinazione e spregiudicatezza entrando anche in polemica con ministri e regioni quando lo si ritenne opportuno nell’interesse dei parchi che noi avevamo il dovere di rappresentare. Non mancarono infatti le diatribe e i veri e propri conflitti che Li Calsi seppe affrontare con grande coerenza e fermezza. Chi seguì alla presidenza di Li Calsi ne seguì con la stessa determinazione l’esempio. Oggi però è difficile trovare traccia di quella tradizione come si può vedere dalle cronache anche recenti. Intanto al senato è in discussione una legge che prevede addirittura che Federparchi diventi di fatto un ufficio ministeriale. La cosa non ha precedenti per i parchi ma neppure per altre rappresentanze istituzionali dei comuni come delle comunità montane che a nessuno è mai venuto in mente di collocare in qualche ministero tanto la cosa è assurda. Cosa questo implichi e comporti possiamo vederlo dai silenzi ormai prolungati e imbarazzanti di Federparchi che neppure dinanzi alla situazione rovinosa dei parchi orfani ormai di qualsiasi seria politica e a rischio di una legge assurda a partire dalle aree marine protette non sa e non vuole dire niente evidentemente per timore di pregiudicarsi un rapporto di favore poco dignitoso con il ministero. Il ricordo di Bino Li Calsi dovrebbe fare arrossire che oggi dovrebbe rappresentarlo.
Renzo Moschini