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Passiamo ora all’ambiente anche in Toscana

Scritto da  Renzo Moschini Mercoledì, 05 Dicembre 2012 11:29

E’ pressoché unanime il giudizio che le questioni ambientali non hanno trovato nel pur vivacissimo dibattito delle primarie lo spazio e l’attenzione dovuta, nonostante anche in Toscana fossimo alle prese con il ripetersi di eventi calamitosi.
Bersani nel ringraziare per il voto ha ricordato che i temi della green economy posti dalla Puppato sono nelle sue corde e non li dimenticherà.
Eppure nella Carta d’intenti si era fatto un significativo passo in avanti  per mettere finalmente in agenda -e non in termini vaghi-  il nodo che ha portato alla crisi del titolo V proprio per quanto riguarda il governo del territorio, che ora qualcuno sta cavalcando per rilanciare assurdi centralismi già dimostratisi fallimentari.

E’ pressoché unanime il giudizio che le questioni ambientali non hanno trovato nel pur vivacissimo dibattito delle primarie lo spazio e l’attenzione dovuta, nonostante anche in Toscana fossimo alle prese con il ripetersi di eventi calamitosi.
Bersani nel ringraziare per il voto ha ricordato che i temi della green economy posti dalla Puppato sono nelle sue corde e non li dimenticherà.
Eppure nella Carta d’intenti si era fatto un significativo passo in avanti  per mettere finalmente in agenda -e non in termini vaghi-  il nodo che ha portato alla crisi del titolo V proprio per quanto riguarda il governo del territorio, che ora qualcuno sta cavalcando per rilanciare assurdi centralismi già dimostratisi fallimentari. Personalmente ritengo che quella richiesta forte di cambiamento che abbiamo avvertito chiaramente anche in Toscana sia dovuta, dal punto di vista politico e istituzionale, anche alle troppe contraddizioni che si avvertono da tempo specie su questo terreno.  Voglio dire che una regione dalle robuste tradizioni di governo sui temi della tutela ambientale mostra oggi troppi ritardi ed anche inspiegabili errori che vanno al più presto rimossi e corretti. A partire da come vengono prese le decisioni per di più in una regione che si dotata tra le poche di una legge sulla partecipazione, con tanto di responsabile regionale. Prendiamo talune vicende recenti e per fortuna non ancora concluse che danno bene l’idea di cosa non funziona a dovere nel modo di legiferare e governare. Ha suscitato -e non solo in Toscana- sorpresa e sconcerto il proposito di trasferire ad una azienda regionale la gestione affidata al parco di San Rossore fin dal 2000 del territorio agricolo. Gli amministratori locali e del parco hanno appreso questa poco brillante idea per caso. Ancor più per caso meno di un paio d’anni fa -e solo gli appassionati di bollettini normativi- hanno scoperto che nella legge sul piano energetico è detto che  i piani dei parchi dovranno conformarsi (sic!) a quello energetico. Parchi regionali che da anni stanno aspettando una nuova legge che ha visto passare ben tre assessori regionali e di cui si continua a non avere alcuna notizia da un assessorato che sembra del tutto tagliato fuori da quel che bolle in pentola. Una pentola dove ora è entrato il piano paesaggistico che stando alle prime battute e alla sua fase preparatoria, i parchi manco li cita né in commissione ambiente né nelle consultazioni. Al punto che in riferimento a Pisa ho trovato citati l’Arno e il canale dei Navicelli ma  si sono ‘dimenticati’ di ricordare che sono entrambi nel parco di San Rossore il cui piano ha valenza anche paesaggistica sebbene  il nuovo Codice dei beni culturali ai parchi ha sottratto proprio il paesaggio. D’altronde in una delle vecchia schede del PIT ora in via di correzione su Boccadarno, dove è in costruzione nientepopodimeno che un porto si diceva; ‘Bel panorama sulle Apuane’. Da queste vicende –ma quelle citate sono solo  alcune-non si fatica a capire      perché tante associazioni ambientaliste siano state così sollecite ad intervenire senza peli sulla lingua rivendicando soprattutto il diritto di sapere cosa vuol fare   e perché la regione, specialmente nel momento in cui si sta tornando alla carica per un rilancio centralistico da parte dello stato a cui quello regionale sta dando colpevolmente una mano. E siccome si raccoglie quel che si semina non ‘v’è dubbio che la semina riguarda innanzitutto la regione che da tempo non sembra assolutamente gradire confrontarsi soprattutto  nelle situazioni più scabrose. Ma non minori responsabilità –anche su questo bisogna essere chiari senza troppi se a ma- le hanno le forze politiche di governo specie quella su cui grava il maggior carico. Anche qui per troppi versi è buio pesto. E non si scomodino per carità  gli ‘ecologisti democratici’ inrintracciabili  anche per ‘Chi l’ha visto?’.
In conclusione; la ventata delle primarie impedisca innanzitutto di prendere decisioni ingiustificate e insostenibili e non soltanto sul piano ambientale, ma anche normativo e culturale, a partire dalla vicenda di San Rossore che non sta facendo onore a chi governa questa regione. Ho visto che il parco della Maremma è finito nell’album delle figurine Panini; evitiamo che quello di San Rossore finisca in quello delle figuracce.
A buon intenditore…
Renzo Moschini

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