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La spiaggiata in rima di Alvaro Claudi

Scritto da  Alvaro Claudi Mercoledì, 08 Luglio 2015 12:09

In occasione di questa grande calura che ci sta squagliando vorrei dedicare ai Lettori di Elbareport questo ricordo delle spiaggiate di altri tempi con la speranza che ci porti ancor'oggi un po' di refrigerio (magari virtuale). Questo scritto  è tratto da "Rime in Pentola" Ed. Persephone.

Alvaro Claudi

 

Com’eran belle una volta le spiaggiate

che quasi tutte le famiglie elbane

lasciando stare l’opre quotidiane

facevan la domenica in estate,

dopo una settimana molto dura

si cercava il refrigerio alla calura.

Presto al mattino comincia l’avventura

di buon’ora eran pronti tutti quanti:

operai, impiegati e commercianti,

per cercare un bel posto di frescura.

Anche nelle campagne i contadini

S’attaccavano barrocci e calessini,

qualche asino col basto e biciclette,

pochissime le “vespe” e le “lambrette”,

qualche vettura e diversi barchettini.

In ceste e panieri eran le provvigioni,

con le canne da pesca, e i filaccioni.

 

Ai ragazzi le raccomandazioni
di non andare il pericolo a cercare,
bravi e bravate non le gradisce il mare
e non sempre è disponibile ai perdoni.
Ottenuta la sufficiente garanzia
alla partenza si poteva dare il via.

Il percorso si faceva in allegria
tra canti, sfondoni e barzellette,
senza risparmiar le risate e le burlette,
che rallegravano l’allegra compagnia.
Arrivati alla meta destinata,
si cominciava a organizzare la giornata.

Si sceglieva la zona più ombreggiata,
per potersi comodamente sistemare
dove i bambini potessero giocare
in un’area sicura e sorvegliata.
Si indossavano costume e canottiera
e non si toglievano fino a tarda sera.


Con berretti da marinaio o con la visiera
come ben si addice a dei lupi di mare
gli adulti si accingevano a pescare
sognando di riempire la paniera.
Ma quasi sempre alla fine delle cose,
eran castagnole, giudole e bavose.

Nel frattempo le madri, zie e spose
frugando tra i cestini e le paniere
tiravan fuori tegami e insalatiere,
dove eran riposte le diverse cose:
gurguglione, stoccafisso e panzanella,
baccalà fritto o da cuocere in gratella.

La lista del menù più o meno è quella,
c’è chi aggiungeva verdure in insalata,
chi di cipolle e zucchini una frittata,
chi melanzane al forno o in padella.
Il cocomero rinfrescato era per tutti,
ma non mancavano neanche gli altri frutti.


I bicchieri eran quasi sempre asciutti
dei vini solo agli adulti riservati,
che appena pieni eran subito vuotati
tanto che a fine pasto eran distrutti.
Il pranzo non si diceva terminato
senza il corollo intinto nel moscato.

Si rientrava dopo aver cenato
con quel che era rimasto a mezzogiorno,
un po’ più faticoso era il ritorno,
ma ben contenti del bel giorno andato.
Oggi non so più se si potrà apprezzare
come allora quella giornata al mare.

 

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