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Primavera & Poesia

Scritto da  Libreria MardiLibri Sabato, 21 Marzo 2020 09:08

Riceviamo e pubblichiamo una 'informazione commerciale' un po' speciale, ringraziando Mardilibri per la bella poesia proposta.


Come da calendario oggi inizia la primavera e ricorre la giornata mondiale della poesia: vi proponiamo questi versi di Mariangela Gualtieri e vi annunciamo che Mardilibri parte con un nuovo sistema di lavoro, cucito per questo difficile momento in cui, tuttavia, il libro può essere un conforto e diventare un "bene essenziale".
Ora più che mai serve intraprendere e sostenere un'economia circolare, che forse non sarà concorrenziale da un punto di vista economico ma darà a tutti la possibilità di poter ritrovare quei luoghi del cuore nella propria città quando potremo ricominciare a passeggiare.
Usufruendo del nostro sito (www.mardilibri.it) che sta nascendo ora, della pagina facebook attiva e sempre aggiornata (mardilibri), del profilo Istagram (mardilibri), della posta elettronica (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), di Whatsapp (329-0722684), scriveteci cosa vi serve e noi provvederemo a farvelo recapitare tramite il Corriere Carrai Sandro.
Naturalmente vi terremo aggiornati sulle nostre proposte, e uno spazio speciale sarà dedicato come sempre all'editoria dei ragazzi di ogni età per allontanare un pò la paura, alla quale questo stravolgimento di vita, li sottopone.
Se spenderete una cifra pari o superiore a 50 euro, la spesa del corriere la sostiene la libreria, in caso contrario noi vi offiamo un caffè e voi vi occupate delle spese.

 

MARDILIBRI libri te li portiamo


Sono gradite anche le vostre poesie ispirate da questi momenti particolari, che pubblicheremo sulla nostra pagina FB.


#restiamoacasa #restiamouniti #ilibriteliportiamonoi


“Questo ti voglio dire

ci dovevamo fermare.

Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti

ch’era troppo furioso

il nostro fare. Stare dentro le cose.

Tutti fuori di noi.

Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare

e non ci riuscivamo.

Andava fatto insieme.

Rallentare la corsa.

Ma non ci riuscivamo.

Non c’era sforzo umano

che ci potesse bloccare.

E poiché questo

era desiderio tacito comune

come un inconscio volere -

forse la specie nostra ha ubbidito

slacciato le catene che tengono blindato

il nostro seme. Aperto

le fessure più segrete

e fatto entrare.

Forse per questo dopo c’è stato un salto

di specie – dal pipistrello a noi.

Qualcosa in noi ha voluto spalancare.

Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.

E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.

Forse ci sono doni.

Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.

C’è un molto forte richiamo

della specie ora e come specie adesso

deve pensarsi ognuno. Un comune destino

ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.

O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.

Io la sento pensante d’un pensiero

che noi non conosciamo.

E quello che succede? Consideriamo

se non sia lei che muove.

Se la legge che tiene ben guidato

l’universo intero, se quanto accade mi chiedo

non sia piena espressione di quella legge

che governa anche noi – proprio come

ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo

tenersi insieme di tutto in un ardore

di vita, con la spazzina morte che viene

a equilibrare ogni specie.

Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,

guidata. Non siamo noi

che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola

ci dice ora di stare a casa, come bambini

che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,

e non avranno baci, non saranno abbracciati.

Ognuno dentro una frenata

che ci riporta indietro, forse nelle lentezze

delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,

tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta

il pane. Guardare bene una faccia. Cantare

piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta

stringere con la mano un’altra mano

sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.

Un organismo solo. Tutta la specie

la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta

di un palmo col palmo di qualcuno

a quel semplice atto che ci è interdetto ora -

noi torneremo con una comprensione dilatata.

Saremo qui, più attenti credo. Più delicata

la nostra mano starà dentro il fare della vita.

Adesso lo sappiamo quanto è triste

stare lontani un metro.”

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