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Il settecentesco Monte di Pietà di Portoferraio "instituito per il comodo de' i più poveri"

Scritto da  Marcello Camici Martedì, 30 Marzo 2021 10:45

E’ stato pubblicato lo studio “POLITICA ECONOMICA NEL 1700 IN TOSCANA. MONTE DI PIETA’ “INSTITUITO PER IL COMODO DE’ PIU’ POVERI“
Il Monte di Pietà, “instituito per il comodo de’ più poveri”, è con l’uffizio dell’Abbondanza strumento di politica economica nel secolo diciottesimo in Toscana.


Infatti, se con l’uffizio dell’Abbondanza, vedi
(https://www.academia.edu/45101124/POLITICA_ECONOMICA_

NEL_1700_MAGISTRATURA_DELLABBONDANZA

_MARCELLO_CAMICI_ALLEGORIA_DELL_ABBONDANZA) si erogano derrate alimentari, con l’uffizio del Monte di Pietà si erogano prestiti in denaro su pegno.
Può essere ritenuto precursore della moderna banca e, sotto molti aspetti, anche della attuale Caritas.
L’Autore definisce cosa si intende con la parola Monte e poi, più in particolare, cosa si intende con le parole Monte di Pietà detto anche Monte Pio.
A Siena il Monte Pio opera per venire incontro ai “poveri vergognosi”.
A Firenze il Monte Comune o delle Graticole opera come luogo dove i cittadini prestano denaro al comune e ne ricevono interesse.
Anche a Portoferraio esiste ed opera il Monte Pio a partire dalla fine del seicento: dipende dalla deputazione sopra i Monti Pii della Giurisprudenza e Dominio Fiorentino.
Tramite il manoscritto Alberti e documenti dì archivio, l’Autore descrive fondazione, organizzazione, attività del Monte Pio della piazzaforte di Portoferraio.
Per grazia di Sua Altezza Reale 16 ottobre 1685 fu concesso Portoferraio di potere fondare il Monte Pio.
L’Autore ha ritrovato copia originale della supplica a S.A.R. del 1699 ad opera dei magistrati dell’Abbondanza, supplica dalla quale risulta che furono assegnate 1500 pezze da otto reali dall’Abbondanza al Monte Pio per poter iniziare ad operare.
L’organizzazione è costituita da una magistratura (soprintendente, scrivano, camarlingo, custode, garzone) ben descritta nel manoscritto Alberti.
Nella sua secolare attività il Monte Pio di Portoferraio va incontro a vari problemi che l’Autore ha potuto ricostruire tramite il ritrovamento e la lettura di documenti di archivio manoscritti.

Questi problemi sono:

A) ristrettezza dei locali dove opera per cui viene supplicato alla Sacra Cesarea Maestà di poter ampliare e la risposta è positiva: “...Concedesi nel modo e con le condizioni che si propongono, e che per la suddetta occupazione si paghi l’annua pigione di lire dodici...”

B) il conflitto con l’Abbondanza per il pagamento degli interessi che il Monte Pio deve a questa magistratura che ha scorporato dal proprio bilancio 1500 pezze da otto reali che hanno consentito la creazione del Monte Pio: gli Abbondanzieri si lamentano per questo rivolgendosi a S.A.R.

C) il richiamo della Deputazione sopra i Monti Pii di Firenze al rispetto delle norme nella conferma del magistrati. Vengono inviate al Monte Pio, in stampa, le addizioni ai capitoli che regolano le attività dei Monti Pii nel granducato alle quali detto Monte Pio deve attenersi.

Una pagina di storia sconosciuta e ignorata, quella del Monte Pio, una istituzione che ha contribuito per tanto tempo ai bisogni dei più poveri nella piazzaforte di Portoferraio.


L’opera può essere letta gratuitamente al seguente link
https://www.academia.edu/45631377/POLITICA_ECONOMICA_NEL_1700_IN_TOSCANA_MONTE_

DI_PIETA_INSTITUITO_PER_IL_COMODO_DE_PIU_POVERI_


Marcello Camici

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